In questi giorni si è parlato molto degli anni 80 su questo sito, un decennio al quale sono molto legato. La mia prima playlist era dedicata proprio a quel periodo, da molti ingiustamente sottovalutato. Ho letto con interesse le considerazioni fatte dai vari utenti, e sulla spinta di questa lettura ho cominciato a riflettere su quanto sia stato importante quel periodo per la mia crescita di appassionato della settima arte. All'epoca il mio interesse era per il cinema fantastico in genere, comprendendo sotto questa definizione una serie di pellicole appartenenti in realtà a filoni diversi (fantascienza, avventura, horror) ma accomunati da un elemento che io definisco senso del meraviglioso. Questo termine non è mio, ovviamente, bensì la traduzione dell'espressione inglese sense of wonder, utilizzata nell'ambito della letteratura fantascientifica per indicare quel coinvolgimento emotivo del lettore necessario per accettare una storia contenente elementi non attinenti alla realtà materiale. Alcuni critici, utilizzando un termine coniato dal poeta Samuel T. Coleridge, parlano di sospensione dell'incredulità, cosa che permette a chi legge un romanzo di fantascienza (o, più genericamente, di fantasia) di accettare la vicenda narrata come verosimile. In pratica consiste nell'adesione incondizionata del lettore alla storia oggetto del suo interesse al punto da accettarne le incongruenze logiche. Questo concetto del senso del meraviglioso è stato traslato dalla letteratura al cinema, la finzione cinematografica di per sé spesso pretende dallo spettatore l'accettazione di una logica differente, acquisendo, nel momento della visione, come reali cose che in realtà non sarebbero accettate nel quotidiano. Mi piace però sviluppare in questa sede la definizione di senso del meraviglioso, allargandola alla semplice sensazione del provare meraviglia, restare a bocca aperta. Nell'ambito temporale della proiezione filmica assistiamo a eventi che non potremmo accettare nella realtà ma che al momento della visione non solo riusciamo a considerare logici ma riescono a coinvolgerci emotivamente trasmettendo lo stesso senso di meraviglia che ci riporta al tempo dell'infanzia.
Credo che dal punto di vista cinematografico gli anni '80 abbiano rappresentato per gli spettatori un periodo straordinario proprio per quelle pellicole che erano in grado di far provare meraviglia, di riportarci all'età della fanciullezza. Non nego che questo potrebbe essere legato al fatto che per la mia generazione il decennio in questione abbia coinciso con la propria crescita, umana e culturale, ma se ancora oggi, a distanza di un quarto di secolo e anche più, molte di quelle pellicole riescono a catturare l'attenzione di chi a quell'epoca era ancora in fasce o addirittura neanche nato, mi convinco di quanto fosse straordinario quel periodo, almeno da questo punto di vista.
Volendo fare un'analisi un pochino più attenta, è indubbio che questo filone del meraviglioso affonda le sue radici nella seconda metà degli anni '70, e trova il suo riferimento in particolare in due pellicole fondamentali per il cinema fantastico, dirette da due registi che di questa tipologia di fare cinema saranno assoluti protagonisti: Guerre Stellari (Star Wars, 1977) di George Lucas e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Close Encounters of the Third Kind, 1977) diretto da Steven Spielberg. Entrambe comprese nel filone fantascientifico, in realtà si tratta di due opere che travalicano il singolo genere. Guerre Stellari venne creato da Lucas partendo addirittura dagli studi dell'antropologo Joseph Campbell sull'archetipo dell'eroe, attraverso lo studio delle mitologie delle più disparate culture. Di contro Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo presenta la storia di un contatto con entità aliene, tuttavia la parte propriamente scientifica anche se molto curata passa in secondo piano rispetto all'aspetto favolistico della vicenda. Spielberg negli anni '80 diventerà un autentico maestro nella creazione di opere che avranno il loro punto di forza proprio nel senso del meraviglioso che riescono a far nascere nello spettatore, sia come regista, che come produttore e sceneggiatore.
Di seguito sette titoli selezionati fra i numerosi di quel decennio. Una scelta fatta avendo come obiettivo non quello di elencare i migliori film del periodo (del resto il concetto di “migliore” è decisamente relativo) quanto piuttosto il tentativo di fornire una panoramica di pellicole rappresentative del senso del meraviglioso nella misura più ampia possibile, toccando i vari generi del fantastico.
Antichi misteri, azione mozzafiato e ironia ben dosata per una miscela che ha creato forse il più bel film d'avventura possibile. Soggetto di Geroge Lucas, sceneggiatura di Lawrence Kasdan e regia di Steven Spielberg, non poteva essere diversamente. Il senso del meraviglioso in questa pellicola è praticamente in ogni fotogramma
Peter (Bill Murray) Raymond (Dan Aykroyd) e Egon (Harold Ramis) sono tre studiosi che, in bilico fra cialtronaggine e scienza, si occupano di fenomeni paranormali, fino a proporsi (per far quattrini) come disinfestatori di entità sopranaturali. Dirige Ivan Reitman ma il nume tutelare è John Landis (con cui del resto tutti i quattro sopracitati avevano avuto a che fare) e tra i fantasmi irriverenti e improbabili di questo film aleggia un vero fantasma, quello del grande John Belushi che sarebbe stato sicuramente della partita.
Se c'è un film che a mio avviso rappresenta in maniera esemplare il sense of wonder che attraversava molta della cinematografia degli anni 80 è proprio questo. La scena in cui i ragazzini in fuga pedalano sullo sfondo della luna è talmente intensa e commovente che solo chi non abbia la benché minima capacità di sognare può non trovarla straordinaria. Il capolavoro del mago Spielberg, che qui si ricollega al tema già affrontato in Incontri Ravvicinati del terzo Tipo. Bellissima colonna sonora di John Williams.
Film per cui ho una vera venerazione, ogni volta che si parla di anni '80 salta inevitabilmente fuori. Potrò anche sembrare ripetitivo, ma escluderlo da questa lista sarebbe stata un'ingiustizia. Inspiegabile insuccesso commerciale all'epoca della sua uscita, questo lavoro del grande John Carpenter è un perfetto dosaggio di azione e umorismo, valorizzato per di più da un eroe tra i più straordinari mai apparsi sul grande schermo, Jack Burton ovvero Kurt Russell.
Pellicola considerata minore rispetto alle altre qui citate, merita assolutamente un posto per come è strutturata. Comincia in un contesto familiare e natalizio, facendo respirare agli spettatori l'aria di un classico film da pomeriggio di festa, per poi farlo precipitare in una black comedy a tinte horror, senza comunque perdere quel tocco di leggerezza che è forse la nota più decisiva nel caratterizzare questo tipo di film. Dirige Joe Dante ma in produzione c'è....Steven Spielberg.
Uno scienziato pazzo modifica un'automobile per farla diventare una macchina del tempo, grazie alla quale, e in maniera piuttosto rocambolesca, un ragazzino sveglio e intraprendente tornerà all'epoca in cui i suoi genitori erano adolescenti, e dove per di più incontrerà lo stesso scienziato ma di vent'anni più giovane e assolutamente incredulo sulle proprie capacità future. Più sense of wonder di così......film semplicemente strepitoso e non aggiungo altro. Robert Zemeckis in quel lontano 1985 creò uno dei miti della cinematografia fantastica. Irresistibili i dialoghi “Allora dimmi, ragazzo del futuro, chi è il Presidente degli Stati Uniti nel 1985?” “Ronald Reagan!” “Ronald Reagan? L'attore? Eh! E il vicepresidente chi è? Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady ......e John Wayne il Ministro della Guerra!”. Da premio Oscar Michael J. Fox e Christopher Lloyd. A proposito indovinate un po' chi è il produttore?
Chiudo con questo film che per me rappresenta il compendio di quanto ho scritto nella premessa. Un film semplice eppure ricco di magia, le avventure di un gruppo di ragazzini in una sperduta cittadina della provincia statunitense, chiusa tra i boschi e l'oceano. C'è l'America degli anni '80 in questo film, la magia dei fanciulli viene scalfita dai problemi degli adulti, il gruppo degli sfigati che riesce a battersi e alla fine a ottenere la propria vittoria (e secondo me c'è molto Stephen King in questo, un altro che sul sense of wonder avrebbe molto da dire). Riferimenti evidenti ai sopracitati Gremlins ed E.T. (e anche qui c'è la mano di zio Steven....era il caso di dirlo?). Il lieto fine ci avvolge come una coperta calda e sicura. Sarà un'illusione ma è bello così. Del resto l'essenza del sense of wonder è proprio questa, farci dimenticare per un attimo la realtà. E farci sognar.
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