Il Point Of View, in gergo "mockumentary", è un genere che si è diffuso grazie a mediocri film come "Paranormal Acitivity" e "The Blair Witch Project", ma in pochi sanno che alcuni esempi di P.O.V. raggiungono discrete vette di qualità, e che dunque è dimostrabile che il genere è meno limitato di quanto si può immaginare. Le sue potenzialità sono state raramente sfruttate a pieno, a partire dall'affrontare temi come la responsabilità dell'immagine, l'invasività dei media, l'aspirazione al realismo, il punto di vista dell'identità e i limiti incerti e paurosi dell'immagine stessa. Diventeranno i trash del futuro, e sanno essere, quando vogliono, un'alternativa a encefalogramma piatto a film più cerebrali, una divertente alternativa per una serata con amici. Però ricordiamoci pure che è con lo stile P.O.V. che l'ottimo horror "The Descent - Discesa nelle tenebre" ha realizzato una delle scene più spaventose viste al cinema dal 2000 in poi.
Inferiore, a parer mio, rispetto al resto della saga di Romero, ma comunque una buona riflessione sull'incivilità dell'essere umano e la sua natura violenta attraverso la filiazione di una cinepresa che in diretta racconta la responsabilità della testimonianza visiva.
Con Manuela Velasco, Ferran Terrazza, Carlos Lasarte
Buon horror spagnolo che riflette sull'onnipresenza dei mass media e anche sulla freddezza della registrazione cinematografica di fronte a orribili immagini. Molto oscuro e violento, e con una bella stoccata anticlericale nel finale. Fortunatamente l'inquietudine resiste perché non tutto si spiega, sfortunatamente hanno fatto un pessimo sequel che chiarisce di più.
Con Rosie Traynor, David Pledger, Martin Sharpe, Talia Zucker, Tania Lentini
Una sorta di "Twin Peaks" semplificato e horrorifico, in cui una normale ragazza, ritrovata morta e rivista sotto forma di fantasma, ricompare spesso e volentieri alla sua famiglia, che indagando scopre realtà sempre più inquietanti. Tutti i mezzi di registrazione (tra cui anche un telefonino) riprendono l'inquietante tentativo di un fantasma di far scoprire una sporca verità, e il faticoso tentativo di una famiglia normale di reagire all'irrazionalità dell'evento.
84 CHARLIE MOPIC é la storia di un operatore video di stanza in Vietnam durante la guerra. La scena é dal primo all'ultimo fotogramma di film visto dalla soggettiva della sua telecamera
benvenuto 8,5...per me comunque Diary Of The Dead è uno dei 4 o 5 grandi film USA dello scorso decennio: "Spegni quella cazzo di telecamera...adesso!", futile tentativo di repressione della forza mediatica orizzontale (il Web, con le sue video-testimonianze amatoriali: e di fatto DOTD più che un film, è un continuo Web Surfing da un blog all'altro) da parte di un'autorità impotente (quella stessa impotenza che però avrebbe poi attanagliato anche i "ribelli", oramai schiavi dell'immagine, bloccati da una sterile consapevolezza, condannati ad una rabbia "virtualizzata")...ciao!
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Ricordiamo 2 dei primi esempi del filone: CANNIBAL HOLOCAUST e 84 CHARLIE MOPIC. Ciao a tutti.
Cannibal Holocaust decisamente, 84 Charlie Mopic non l'ho visto, lo devo procurare!
84 CHARLIE MOPIC é la storia di un operatore video di stanza in Vietnam durante la guerra. La scena é dal primo all'ultimo fotogramma di film visto dalla soggettiva della sua telecamera
Un P.O.V. di guerra mi mancava proprio! Grazie per l'informazione!
benvenuto 8,5...per me comunque Diary Of The Dead è uno dei 4 o 5 grandi film USA dello scorso decennio: "Spegni quella cazzo di telecamera...adesso!", futile tentativo di repressione della forza mediatica orizzontale (il Web, con le sue video-testimonianze amatoriali: e di fatto DOTD più che un film, è un continuo Web Surfing da un blog all'altro) da parte di un'autorità impotente (quella stessa impotenza che però avrebbe poi attanagliato anche i "ribelli", oramai schiavi dell'immagine, bloccati da una sterile consapevolezza, condannati ad una rabbia "virtualizzata")...ciao!
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