"Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni....."da La Tempesta di William Shakespeare, 1611
Qual'è la cosa più importante che ci possa capitare? Cos'è che, mentre percorriamo la strada della nostra vita, attraversa il nostro percorso e in qualche maniera lo influenza? Le risposte possono essere molteplici, non pretendo che la mia sia la più giusta o la più esauriente, ma io a questa domanda abbino immediatamente una parola: incontri. Sono molti gi elementi che concorrono a definire la nostra personalità, eppure credo che, al di là di quelle caratteristiche che ereditiamo alla nascita da chi ci ha messo al mondo, siano proprio gli incontri che noi facciamo che vadano a qualificare ciò che noi siamo. E questo termine, incontri, lo voglio intendere nel modo più ampio possibile, non solo incontri con persone, ma anche incontri con luoghi, paesaggi, città, canzoni, film, emozioni. Ci sono incontri casuali, estemporanei, attraversano per un attimo il nostro cielo ma poi svaniscono. Ma poi ci sono quelli importanti, a volte oltre quello che possiamo pensare nell'immediato. Ognuno di questi lascia in noi un segno, un solco anche piccolo nel reticolo della nostra memoria, un filo a volte invisibile altre volte ingombrante, una traccia che non vogliamo (e che in realtà non possiamo) cancellare. Certamente gli incontri più profondi nelle loro conseguenze sono quelli con gli altri, in fin dei conti siamo animali sociali! Ogni volta che le nostre strade si incrociano in maniera importante con quelle di altre persone ecco che ne consegue un'esperienza che va posarsi come una mattonella nel muro della nostra vita. Poi le conseguenze possono essere positive e negative, lo sappiamo che non tutto fila liscio e certi incroci ce li saremmo volentieri risparmiati, ma così è la vita. Penso dunque che in questo viaggio andiamo incontro a delle tappe, a volte neanche ce ne accorgiamo, eppure ci lasciano segni che qualificano la nostra vita, talvolta ci rendiamo conto della loro reale importanza solo col tempo.
Ogni tanto, quando sono solo, quando i pensieri del quotidiano riesco a metterli in cassetto, allora sento che il viaggio mi lascia una pausa e penso alla strada percorsa e ai miei incontri. L'incontro con i primi amici, quelli di quando ero bambino. Per me erano quelli della piccola scuola elementare che frequentavo, in una frazioncina fra le colline dell'entroterra ligure, amici che allora erano il mio mondo, pensavo mi avrebbero accompagnato per tutta la vita e invece non li ho mai più rivisti. E poi l'incontro con i libri, appena ho imparato a leggere, un amore che non mi ha mai abbandonato e che anzi mi è giunto in soccorso nei momenti tristi. E l'incontro con il cinema da una parte attraverso lo schermo in bianco nero della televisione nel tinello di casa, aspettando i film di John Wayne (ero convinto che fosse l'attore più importante del mondo, un pò lo sono ancora adesso ma non lo dico a nessuno), dall'altra attraverso lo schermo del cinema parrocchiale nella via dove abitavano i miei nonni e dove mi portavano a vedere i meravigliosi cartoni della Disney. Un bambino che cresce in un piccolo paese ed è per di più timido di natura rischia di diventare un introverso, e quindi un altro incontro importante arriva quando, adolescente, rompo gli indugi, inforco la bici e comicio a frequentare i gruppi parrocchiali del vicino centro dove si trovavano le scuole medie. Un paesotto che a definire città ci voleva della fantasia, ma per me era una metropoli. E in quei gruppi nascono le prime amicizie importanti e le prime passioni (le ragazze che mondo misterioso! Le capivo poco allora, ho pensato di capirci qualcosa di più crescendo ma devo dire che mi sbagliavo....) L'incontro con la fantascienza, avvenuto un natale in cui i miei zii mi regalarono la Trilogia della Fondazione di Asimov, e nello stesso periodo mi portarono al cinema a vedere Guerre Stellari, quando si dice il destino...... E poi il primo incontro con la vita, gli studi al liceo, le prime uscite con gli amici, le ragazze che restavano un mondo lontano (ma verso il quale ero attirato come la mela sulla testa di Newton), le prime letture importanti, le prime domande importanti, i primi film importanti. La prima moto, questo sì che fu un incontro fondamentale, una vespa azzurrina che tempestai di adesivi, nelle serate di primavera inoltrata, dopo ore a sgobbare sui libri, la inforcavo per andarmene in città, mi piaceva da matti sentire il vento sui capelli (allora non esisteva l'obbligo del casco, ne risentiva indubbiamente la mia sicurezza ma ne guadagnava il campionario di emozioni....). E l'incontro con la musica, partito dal rock più duro (quanto mi piacevano i Kiss! Quelli di Rock'n Roll All Nite, ben presto sostituiti però dagli Iron Maiden) per arrivare al progressive e ai grandi gruppi degli anni '70. E il tempo scorre e la vita mi porta lontano da casa, prima per servire la patria (si diceva così, non storcete il naso) e poi per lavoro. Le circostanze si accavallano, persone entrate ed uscite dalla mia vita, che sentivo vicine e che si sono allontanate (per i più svariati motivi, non è colpa di nessuno, è il mondo che gira così), donne che hanno attraversato il mio cammino, a volte andando via senza lasciare neanche un ricordo, altre volte seminando macerie, e in pochi casi lasciando invece un'emozione che resta lì, come il fuoco sotto la cenere, una cicatrice sul cuore che quando cambia il tempo e divento malinconico torna a far male......
Credo proprio di non dire un'eresia se affermo che gli incontri più importanti sono quelli diventano amicizie: alcune su cui avresti scommesso un braccio sono destinate a morire ma altre invece resistono. I veri amici sono tali anche se li perdi per un pò di tempo, basta riaffacciarsi una volta alla stessa finestra e tutto torna come prima. E a proposito di questo, un incontro veramente speciale è stato quello con chi è poi diventato (appunto) uno dei miei migliori amici, e che ha pure la responsabilità di avermi consigliato di scrivere qui sopra. Gli sono grato per la sua amicizia, un valore che per me è più prezioso dell'oro, e (come se questo non fosse già di per sé sufficiente) anche perché è stato il tramite attraverso cui ho conosciuto una delle persone più fantastiche che ho avuto la fortuna di trovare, la sua compagna, che per me è stata un'amica carissima, la migliore che abbia mai avuto. Ogni incontro è importante ma alcuni riescono a portare qualcosa dritto dentro di noi. Così era il sorriso di Diana, che illuminava tutti coloro che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di starle vicino. Lei troppo presto ha dovuto andarsene, eppure non riesco a sentirla lontana da qui. Ogni passo futuro non riuscirà ad essere più lo stesso, sapendo che non incrocerò più la sua strada, eppure ogni tanto mi prende l'assurda speranza di rivederla dietro l'angolo che sto per superare. Ma forse è normale quando una persona così speciale è andata via. Queste mie righe le dedico a Lei!
Concludo con un pensiero dedicato a questo sito, è stato un tramite attraverso cui ho fatto nuovi incontri. Con parecchi di voi si è instaurato un rapporto di reciproca stima ed amicizia. Alcuni ho avuto il piacere di incontrarli di persona e devo dire che la conoscenza diretta ha confermato (anzi addirittura migliorato) la già buona impressione che avevo tratto leggendo le cose che scrivevano, altri non ancora ma penso e spero davvero che ci sia tempo e modo di incrociare le loro strade. E comunque buon cammino a tutti!
Non c'è il due senza il tre, dice il proverbio, giusto due anni fa in occasione dei quarantacinque anni feci una playlist che, non a caso, intitolai "Sempre sulla mia strada" (dal titolo di una canzone del Liga), l'anno scorso sempre in questo giorno pubblicai quella dedicata alla mia città, chiudo il cerchio oggi con questa terza ed ultima "playlist di compleanno" . Non ne farò altre, oggi mi sono spinto oltre, toccando temi molto personali, credo sia giusto porre qui il limite e tornare, a tempo pieno, a parlare di cinema e affini.Solo una piccola nota: il primo a farmi gli auguri, in calce quella playlist di compleanno di due anni fa, fu Dedo, con quella signorilità che lo contraddistingueva fra tutti noi. Oggi che, lo sappiamo, non è più qui, mi permetto di ricordarlo, sommessamente, come credo sarebbe piaciuto a lui.
Con Richard Dreyfuss, Glenne Headly, Olympia Dukakis, William H. Macy
Sottovalutata pellicola sorretta dall'interpretazione di uno straordinario Richard Dreyfuss, la vicenda di un professore di musica che tra mille difficoltà porta avanti un suo ideale di etica. Mr. Holland è il professore che tutti noi avremmo voluto incontrare. Non ho mai incrociato un Mr. Holland, devo essere sincero, tuttavia ho avuto la fortuna di trovare talvolta insegnanti che sono riusciti a trasmettermi l'amore per la loro materia. Anche questi sono stati incontri importanti
Sei giovane, il mondo per te sono i tuoi migliori amici e non riesci a pensarne uno differente. Poi arriva la vita con tutti i suoi sfaceli, le ambizioni, gli errori e ognuno va per la sua strada. Senti che ti manca qualcosa ma in fondo è solo una voce nascosta, è la vita figliolo e tu non ci puoi fare niente. Ma all'improvviso accade qualcosa che te li riporta tutti vicino. E scopri che nulla è cambiato, che era solo un congelamento, occorreva solo un pretesto per ritrovarsi. Come in questo film dove il pretesto è un tragico evento, un suicidio, che riporta il gruppo di amici cresciuto con gli stessi ideali a rivedersi e a capire che gli anni trascorsi ognuno per i fatti propri non hanno cancellato quello che c'era dentro. E sulle note di Whiter Shade of Pale il tempo si è fermato.......
L'incontro della tua vita può avvenire in maniera del tutto casuale, un viaggio con una perfetta sconosciuta (o un perfetto sconosciuto, dipende dai punti di vista), un qualcosa di accidentale, una conoscenza superficiale che tale resterà. E invece le strade continuano ad incorciarsi, sembra ci sia un disegno per cui alla fine tutto porta a quell'incontro, che sia il destino dispettoso? O forse non si può fare a meno di quella persona? Chissà!
Ci sono incontri che ti possono sconvolgere la vita. Ci sono donne (come Michelle Pfeiffer....) che quando passano lasciano un solco, macerie nel cuore e la sensazione che sia passato un treno con un carico speciale, il rimpianto di non essere riusciti a tenerselo per sempre, e il sentirsi però anche privilegiati per avere incrociato quel qualcosa di unico che non tutti riescono a trovare. Del resto non si dice che i grandi amori sono quelli irrisolti? anche se avolte quello che resta è la paura d'amare...........
La solitudine come corazza per proteggersi da un mondo sentito come estraneo, e all'improvviso rendersi conto che esiste un'anima speculare, che aspettava solo di essere ritrovata. I due fratellastri, due entità estranee accomunate da un padre assente a da un rabbia mal contenuta verso una serie di convenzioni, si ritrovano per puro caso in uno scantinato che diventa l'astronave attraverso cui affrontare un viaggio intestellare. "Dimmi ragazzo solo dove vai, la notte è un grande mare....."
La vita è sorprendente, mi piacerebbe avere l'ottimismo di Forrest che attraversa la vita con la leggerezza e l'incoscienza di chi non si rende conto del tutto di ciò che ha di fronte. Purtroppo la vita non è affatto come una scatola di cioccolatini, ma è vero che dietro ogni angolo ci può essere l'incontro che cambia il tuo modo di vedere le cose (anche se in questo film è piuttosto Forrest a far cambiare la prospettiva agli altri). E comunque ogni tanto è bello sognare e pensare che si possa mollare tutto per correre senza meta. O più semplicemente sentirsi felici sulle note di Sweet Home Alabama......
Con Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Gigio Alberti, Vanna Barba, Giuseppe Cederna
L'incontro con sé stessi, lontano dalle convenzioni che la società ci impone. Su un'isola sperduta nell'azzurro si può ricominciare da zero e trovare non una nuova dimensione ma la dimensione che ci è più congegniale. Forse per tutti noi esiste un'isola da qualche parte che ci sta aspettando......o almeno mi piace crederlo!
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