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Il disagio psichico visto al cinema
di steno79 ultimo aggiornamento
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Il disagio psichico visto al cinema

Alcuni film che hanno affrontato lo spinoso tema del disagio psichico, o malattia mentale che dir si voglia... Di film su questo tema ce ne sono veramente tanti, mi sono limitato a scegliere alcuni dei più indicativi e significativi sull'argomento. Chi voglia commentare su questi film o aggiungerne altri, è il benvenuto.

Playlist film

Qualcuno volò sul nido del cuculo

  • Drammatico
  • USA
  • durata 135'

Titolo originale One Flew Over the Cuckoo's Nest

Regia di Milos Forman

Con Jack Nicholson, Danny DeVito, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif

Qualcuno volò sul nido del cuculo

In streaming su Amazon Video

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Probabilmente il più famoso e conosciuto fra tutti i film ambientati in un ospedale psichiatrico. Molto del merito è da attribuire alla straordinaria interpretazione di Jack Nicholson nel ruolo di Mc Murphy, un paziente inviato in manicomio dopo un periodo di degenza in carcere che cerca di risvegliare gli impulsi vitali degli altri internati e si oppone alla tirannica infermiera miss Ratched. Tuttavia, la malattia mentale serve al regista Milos Forman come base per un discorso metaforico sulla violenza dei regimi dittatoriali nel periodo della Guerra Fredda, qui rappresentati dal potere oppressivo e dispotico dell'infermiera e della sua "cricca". Oltre a Nicholson, fra i malati spicca lo straordinario Billy Bibbit di Brad Dourif, l'Harding di William Redfield e il Martini di Danny DeVito.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Una moglie

  • Drammatico
  • USA
  • durata 155'

Titolo originale A Woman Under the Influence

Regia di John Cassavetes

Con Gena Rowlands, Peter Falk, Matthew Cassel, Matthew Laborteaux

Una moglie

In streaming su Pluto TV

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Uno dei film più belli di John Cassavetes, racconta il contrastato rapporto fra un operaio di origine italiana, Nick, e sua moglie Mabel, una donna emotivamente fragile e tendente alla depressione, che, dopo aver avuto alcuni comportamenti strani e aver sottoposto i figli ad alcune situazioni pericolose, viene ricoverata per alcuni mesi in un ospedale psichiatrico. Quando uscirà, il conflitto col marito si riaccenderà di nuovo, ma la donna avrà imparato a gestirlo in una maniera differente. Eccezionale l'interpretazione di Gena Rowlands, moglie di Cassavetes, che fu candidata all'Oscar per questo ruolo e avrebbe meritato la statuetta, e molto bravo anche Peter Falk. Le scene più drammatiche hanno un'intensità ammirevole, i dialoghi sembrano rubati alla vita vera, la regia è coraggiosa nell'impostare lunghe sequenze che traggono molta della loro forza dallo straordinario lavoro di immedesimazione degli attori.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Un angelo alla mia tavola

  • Biografico
  • Nuova Zelanda, Australia, Gran Bretagna
  • durata 158'

Titolo originale An Angel at My Table

Regia di Jane Campion

Con Kerry Fox, Alexia Keogh, Karen Fergusson, Iris Churn, Jessie Mune, Kevin J. Wilson

Un angelo alla mia tavola

In streaming su Rakuten TV

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Biografia della scrittrice neozelandese Janet Frame: si parte dalla sua infanzia in una famiglia povera e numerosa, segnata da vari traumi, come gli attacchi di epilessia del fratello, oppure la morte per annegamento della sorella. Janet ha difficoltà nel comunicare e socializzare con gli altri, difficoltà che si aggravano negli anni degli studi superiori, fino ad attirare su di lei il sospetto della malattia mentale che la porta in vari istituti psichiatrici, in cui viene sottoposta ripetutamente all’elettroshock per una diagnosi sbagliata di schizofrenia. Rischierà di subire anche una lobotomia al cervello, da cui si salverà grazie ad un premio letterario vinto da un suo libro pubblicato. Uno dei film più acclamati di Jane Campion a partire dalla sua presentazione alla mostra di Venezia del 1990, dove vinse il Gran premio della Giuria, notevole per il rilievo psicologico conferito alla sua sfortunata eroina, ottimamente interpretata da Kerry Fox, che per esigenze di copione è ingrassata di quindici chili. Tutte le scene dell’infanzia colpiscono per la raffinatezza della scrittura registica e l’importante componente del paesaggio neo-zelandese, ma anche quelle negli istituti psichiatrici sono cariche di una dolorosa esattezza.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Si può fare

  • Commedia
  • Italia
  • durata 111'

Regia di Giulio Manfredonia

Con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Bebo Storti

Si può fare

Milano anni Ottanta. Nello è un sindacalista di gran cuore che si trova, per caso, a dirigere una cooperativa di malati mentali, appena dimessi dai manicomi. Si tratta di un colorito gruppetto di disabili psichici con problematiche assortite, ma Nello riesce a scovare i loro talenti nascosti e a valorizzarli per il loro graduale reinserimento nella società. Una favola ottimista, ispirata a fatti realmente accaduti, che diverte e commuove, pur con qualche inevitabile semplificazione ed inverosimiglianza (soprattutto quando la trama ci propone uno dei “matti” che si innamora di una ragazza normale e, respinto da lei, commette un tragico gesto). Un Bisio autoironico e simpatico e un bel gruppetto di attori poco conosciuti nei ruoli dei malati mentali

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

A Beautiful Mind

  • Drammatico
  • USA
  • durata 134'

Titolo originale A Beautiful Mind

Regia di Ron Howard

Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Christopher Plummer, Paul Bettany

A Beautiful Mind

In streaming su Paramount Plus

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Classico esempio di film sopravvalutato dall'Academy (4 Oscar) e dal pubblico pagante, A beautiful mind rientra nel genere biografico narrandoci la vita del matematico John Nash, ma si tratta di una biografia ripulita a fini spettacolari: vengono omessi particolari importanti della storia di Nash come ad esempio il figlio che ebbe da una relazione extra-coniugale, o i problemi psichici del figlio legittimo avuto con la moglie Alicia, così come nessun accenno è fatto alla sua presunta bisessualità (se ne parla invece nel libro Il genio dei numeri di Sylvia Nasar, da cui è tratta la sceneggiatura). Il ritratto del personaggio è dunque parziale, probabilmente per una scelta di sceneggiatura che tende a concentrarsi quasi unicamente sulla relazione con la moglie e sull'inferno della schizofrenia di cui soffrì per diversi anni, tralasciando anche il versante delle scoperte matematiche e scientifiche. Il dramma ha una sua credibilità e pagine di discreta intensità emotiva grazie al proficuo impegno degli attori, soprattutto Russell Crowe che supera con onore la prova del personaggio "mentalmente disturbato" (e non vinse la statuetta solo perchè aveva vinto l'anno prima con Il gladiatore), mentre Jennifer Connelly, oltre a risultare una gioia per gli occhi degli spettatori di sesso maschile, si cala nei panni della moglie con un misto di sensualità e di vulnerabilità femminile (e porta a casa l'Oscar come non protagonista). La regia di Howard è un pò troppo scolastica, ma ha le qualità giuste per impressionare i membri dell'Academy e riesce a sconfiggere colleghi del calibro di Lynch (per Mulholland Drive) e Altman (per Gosford Park). Il messaggio di speranza sulla lotta per sconfiggere i disturbi mentali è comunque molto gradito, soprattutto da chi conosce nella realtà il calvario di dover convivere con queste immagini o presenze estranee (e qui Howard e lo sceneggiatore Akiva Goldman hanno saputo trovare una maniera molto efficace per rappresentare questi elementi perturbanti). Fra gli apporti tecnici, molto bella la colonna sonora che contribuisce all'atmosfera sognante di certe sequenze.  (Recensione di Steno79 in //www.filmtv.it/film/22317/a-beautiful-mind/opinioni/552752/)

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Spider

  • Drammatico
  • Canada, Gran Bretagna, Francia
  • durata 98'

Titolo originale Spider

Regia di David Cronenberg

Con Ralph Fiennes, Gabriel Byrne, Miranda Richardson, Lynn Redgrave

Spider

In streaming su Amazon Prime Video

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Tratto dall’omonimo romanzo di Patrick McGrath.  Dennis Cleg, detto Spider, vive in un tempo tutto suo, in cui passato e presente, realtà e allucinazione, si sovrappongono incessantemente. Spider è schizofrenico, e la sua vita fuori dalla casa di cura spazia in un disordine indefinito. Spider cerca le immagini giuste, il bandolo della matassa che gli si è tessuta intorno come una ragnatela, la faccia di sua madre nei volti di tutte le donne che incontra... “C’è una vecchia cisterna del gas che incombe sul paesaggio della Londra industriale e squallida che accoglie Spider all’uscita dal manicomio: una città affogata in strade e stanze antiquate, con la tappezzeria lisa e una patina grigiastra e polverosa che ricopre ogni cosa. L’ultimo film di David Cronenberg avrebbe potuto essere girato in bianco e nero, e l’autore e lo scenografo Andrew Sanders hanno raccontato di aver sottratto gamme cromatiche alla pellicola, per ricreare un’atmosfera astratta e la monotonia desolata che caratterizzava certi reportage londinesi del dopoguerra.ESPANDI +
Spider, il protagonista, vive infatti fuori dal tempo reale, o meglio vive in un tempo tutto suo, dove passato e presente, vero e falso, quello che lui crede sia successo e quello che invece si è davvero verificato, si sovrappongono incessantemente. Spider è schizofrenico e la sua vita fuori dalla casa di cura spazia in un disordine indefinito. Spider cerca le immagini giuste, il bandolo della matassa che gli si è tessuta intorno come una tela, la faccia di sua madre nei volti di tutte le donne che incontra. Cerca la sessualità e il calore di sua madre: Kafka incontra Freud (ma anche i paradossi crudeli di Beckett e Pinter) in un sobborgo di Londra. E su tutto aleggia un gran puzzo di gas. Sarebbe stato impossibile trovare un regista più adatto di Cronenberg per raccontare il solitario viaggio nell’incubo di Spider, per riuscire a rendere gli impercettibili confini tra i suoi mondi, per fargli rivivere da spettatore quello che ha già vissuto da bambino (o forse no). Il regista canadese è un maestro nella materializzazione di un’atmosfera che si fa racconto, sperdimento interiore, e nella frantumazione concentrica dei punti di vista, tanto da affogarci nella stessa incertezza di prospettiva del protagonista, nella sua memoria e nella sua coscienza frantumate. “Spider” è un film di “percezione” più che di “narrazione”, non un plot ma una trama che pare modellata da Escher. Sentire quello che Spider borbotta, intuire quello che scarabocchia, annusare l’aria che lui annusa. Nulla ha senso se non l’odore di gas, la mamma, un’infanzia devastata.  (Recensione di Emanuela Martini in //www.filmtv.it/film/22702/spider/)
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La donna dai tre volti

  • Drammatico
  • USA
  • durata 91'

Titolo originale Three Faces of Eve

Regia di Nunnally Johnson

Con Joanne Woodward, David Wayne, Lee J. Cobb, Edwin Jerome

La donna dai tre volti

ATTENZIONE: SPOILER
“Un noto psichiatra scopre che una paziente a lui affidata in cura è schizofrenicamente divisa in tre personalità: una grigia casalinga, una ragazza di dubbia moralità, una sofisticata signora. E’ il film che fece guadagnare alla 27enne Woodward un premio Oscar. Meritato. E’ un caso di schizofrenia drammatizzato con vigore, anche se qua e là l’accetta sostituisce il bisturi” (Scheda tratta dal Dizionario Morandini). Nelle scene finali si scopre che il trauma scatenante della dissociazione schizofrenica era stato un fatto insolito: la donna era stata costretta dalla madre, quando era bambina, a baciare il corpo della nonna deceduta, prima del funerale.

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