//www.filmtv.it/film/44646/take-shelter/opinioni/687341/
Riflusso dopo riflusso... Rifluisci... La marea avanza a passo spedito, puoi vederla ad occhio nudo, la sua lenta gobba corre e s'inarca spianando l'orizzonte curvato dalla gravità, e lo stesso accade dall'altra parte del mondo, la seconda gobba all'altro capo della Terra : guarda coi tuoi occhi, guarda da te, guardati da te stesso, e guardati. Il cielo compie lo stesso movimento, lo sento sfregare contro le mie ossa, l'attrito dell'odore di pioggia : l'onda nera di fuoco s'è ricavata un nido in grembo al ponte d'interscambio termico tra i cumulonembi carichi di elettricità e la superficie dell'oceano increspata di spuma in un amplesso eterno e vitale di ossigeno e fitoplancton che assorbe la luce del sole coperto dalle nere nubi tombali e rende quest'aria che respiriamo, con cui ci crogioliamo i polmoni, sempre più calda, e densa, e oleosa, e i nostri stessi pensieri dalla memoria solida e biologica del nostro cervello sublimano senza nemmeno evaporare : da qui, puoi vedere i capodogli pranzare : soffiano le sirene dell'apocalisse...
Fai parte della prima generazione dai tempi del dopo Auschwitz e del dopo Nagasaki che guadagna meno ma pur sempre in nero, andrà in pensione dopo e con un assegno dimezzato, ha meno sicurezze lavorative ed un futuro contratto, senza contratto, rispetto a quella dei padri, i padri...
I padri miei non ispiravano allegria
chiudevano le porte a tutto...
Ma avevano una certa consistenza
e davano l’idea di persone
persone di un passato che se ne va da sé.
I padri tuoi
che sembrano studenti un po’ invecchiati
non hanno mai creduto nel mito
del mestiere del padre e nella loro autorità.
I padri tuoi
son sempre più sensibili e corretti
non hanno la mania di intervenire
puoi fare tutto quello che ti pare, sono sempre più perfetti.
I padri tuoi, i padri tuoi
i padri come potrei essere io
come potrei essere io, come potremmo essere noi.
Spalanchiamo le porte a tutto per l’esultanza del mondo
del solito mondo, del solito…
Spalanchiamo le porte a tutto per lo sviluppo del mondo
noi che non facciamo nessuna resistenza
e che ci stravacchiamo nel benessere e nella mascherata della libertà.
Spalanchiamo le porte a tutto per il trionfo del mondo
del solito mondo, del solito mondo, del solito mondo, del solito…
Spalanchiamo le porte a tutto per il progresso del mondo
noi che non siamo certo padri fascisti, padri autoritari
liberi e permissivi non rappresentiamo vecchie istituzioni.
In un’immagine sfuocata, un po’ allungata
viene fuori senza alone di errori…
Viene fuori una figura pulita quasi bianca, dissanguata
una presenza con pochissimo spessore che non lascia la sua traccia
una presenza di nessuna consistenza che si squaglia, si sfilaccia
viene fuori, viene fuori una figura disossata
che a pensarci proprio bene nell’insieme dà l’idea di libertà…
Io lo posso vedere prima e meglio di te. Mi spiace, ma non c'è posto per te nel mio rifugio, ci sarà a mala pena spazio per me e la mia famiglia. Tu puoi iniziare a scavare, se vuoi. E se vuoi un ultimo consiglio, inizia subito.
O se vuoi scappa, scappa pure, provaci almeno, io preferisco entrare in stasi, godermi la muffa e il tempo del sogno, ma tu scappa e fuggi, cerca un'altra via, inizia a correre sulla Route 66 tra Salerno e Reggio di Calabria schivando i bisonti di acciaio e gomma vulcanizzata schiantati sotto al loro stesso peso immobile, fermi stesi al sole ad abbronzarsi di ruggine, monumenti allo sfacelo in atto perpetuo ed in corso continuo, monumenti senza commento : ammonimenti che s'incrinano al solo esistere, mementi senza scopo alcuno che non sia altro da quello di desistere, assapora i gas di scarico e schiva le carcasse di dinosauro tra il bilancere del Veneto e quel che resta della Via Emilia, non certo il West, magari un'isola di cemento tra un outlet e una rotonda, una corea ed un porto d'interscambio merci inutili, incamminati lungo la Transiberiana in costruzione a forza di fresa ed esplosivo tra St.Jean de Maurienne e Venaus, fai tappa ai cantieri 'aperti' delle propaggini di collegamento tra Lanzo e Susa, con lo smarino d'amianto e uranio ad asbestare il paesaggio e farne luminoso esempio verde d'infrarossi nucleari ben visibile anche di notte dallo spazio, d/allo spazio chiuso delle nostre menti ridotte a un lumicino, e sbancare alla lotteria della "muratori e cementisti" che assieme alla calce viva, alla ghiaia rubata, al cemento grasso e al calcestruzzo santo ci mettono il lievito madre della loro infamia e se la godono gestante placida, famelica e vorace impregnarsi gravida di dividendi all'infinito...
Tu vai, io non abbandono la mia famiglia : ne assaporo la gravità sulle spalle, ne porto il carico come fosse un contrappeso dell'anima che mi tiene ben piantato a terra, ché con loro e solo per loro posso permettermi di tornare a volare : senti la gravità ? Riesci a percepirla, oltre la coltre fumogena dell'odore di ozono e petrichor della tempesta che si avvicina ?
Devo lasciare che le mie paure si avverino per poter sopravvivere alla normalità che mi schiaccia.
Devo spingere le mie paure ad avverarsi : finalmente il Nido che costituiamo intrecciati ha ragione d'esistere, di fronte all'impossibile : Huracan, andiamo a riprenderci il Popol Vuh a Windy City...!!!
" Ok ! ".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta