Il romanzo di Cormac Mc Carthy si prestava benissimo ad una versione cinematografica : la descrizione fotografica del paesaggio, i dialoghi serrati, essenziali ed incisivi, erano di per sè una sceneggiatura perfetta , e i fratelli Coen hanno fatto il resto. Se Mc Carthy è uno dei migliori interpreti dei mutamenti dell' America del West, i Coen riescono a descriverli con immagini spettacolari dove non è la semplice e brutale violenza a colpire, ma l'amoralità ed il vuoto nell'anima, lasciandoci però la speranza di un appiglio di umanità nella persona dello sceriffo, interpretato con passione da Tommy Lee Jones. Nel libro i pensieri dello sceriffo descritti in forma di monologo, sono un libro nel libro ...da rileggere ogni tanto....
La Promessa è il capolavoro di Durrenmatt, un romanzo che partendo dal classico poliziesco, si trasforma via via fino a stravolgere i canoni del giallo , e ci porta all'amara consapevolezza che spesso è il caso a determinare il successo o il fallimento delle nostre azioni, il tutto ambientato in un contesto sociale e paesaggistico desolante. Pensare ad una versione cinematografica era davvero una scommessa, vinta, secondo il mio modesto parere, da Sean Penn grazie soprattutto all'interpretazione di Jack Nicholson nel ruolo del commissario che pur di mantenere la promessa di catturare l'assassino di una bambina finirà nel baratro della follia. Un Nicholson lontano dai soliti ruoli che, se pur sempre apprezzabili, rischiano a volte di scivolare nell'autocompiacimento, qui siamo in un altro mondo...
Il romanzo di Thomas Harris è diventato un classico della letteratura sui serial killer e il film di Jonathan Demme riesce a trasmettere bene la tensione narrativa. Gli attori sono all'altezza della situazione e ben in parte, primo fra tutti Anthony Hopkins nel ruolo di Hannibal Lecter è spaventoso e i suoi sguardi rimangono indelebili nella mia memoria tanto da sovrapporsi per la prima volta al volto da me immaginato leggendo il libro e diventa così predominante da ricoprire contemporaneamente il ruolo di eroe e carnefice.
Il romanzo di Sciascia, considerato giustamente il primo ed il più grande romanzo sulla mafia, ha , tra gli altri , un grande pregio : raccontare l'enormità del danno sociale con poche ma determinanti parole e Damiano Damiani porta il tutto sullo schermo dignitosamente, ma i personaggi , seppure ben interpretati deagli attori, riescono a trasmettere solo superficialmente la grande complessità dei loro sentimenti.
Tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Skàrmeta. Ricordo questo film principalmente per il ruolo di Troisi, l'ultimo prima di morire, per il resto purtroppo tutto è molto lontano dall'intensità dei dialoghi che avevo molto apprezzato nel testo letterario, anche la ricostruzione scenografica è mediocre, quasi da promozione turistica. Il rapporto che si crea tra il semplice postino ed il poeta Pablo Neruda, non è una vera e propria amicizia : il postino si avvicina al poeta con timore reverenziale sperando in un consiglio per conquistare una ragazza, Neruda cerca di avvicinare l'altro ai rudimenti della poesia il tutto in un contesto che può sembrare forzato ( Neruda è costretto a restare nell'isola in esilio, Mario accetta di fare il postino per il poeta in mancanza d'altro), tuttavia ad entrambi rimarrà qualcosa da questo incontro , come sempre accade , ogni giorno..
Con Marcello Mastroianni, Stefano Dionisi, Nicoletta Braschi, Daniel Auteuil
Il ritorno della frase " ..sostiene Pereira " ripetuta per tutto il testo, mette in difficoltà ogni tentativo di trasportare al cinema questo romanzo di Tabucchi. Tutta la storia raccontata dal protagonista, il vecchio redattore del "Lisboa" nel Portogallo della dittatura salazarista, è difficile da rappresentare, forunatamente Mastroianni dà il massimo di sè e rende giustizia alla storia. Per quel che riguarda la ricostruzione scenografica ..senza lode nè infamia.., ma il peggio è dato dagli altri protagonisti interpretati da un Dionisi fuori parte e una Nicoletta Braschi insopportabile. Sarebbe bello che qualcuno provasse di nuovo a cimentarsi con questo testo, oggi più che mai importante per parlare dell'impegno civile in questo totale assopimento delle coscienze....
Molti storceranno il naso ricordando questo testo considerato un mieloso racconto famigliare. I motivi che mi hanno spinto a citarlo sono due: 1 ..Fermo restando il fatto che ognuno ha i propri gusti, il libro tratta bene e mai banalmente del diffiicle rapporto tra madre e figlia e Susanna Tamaro iniziò con questo testo un discorso molto più ampio terminato recentemente con l'ultimo libro " Ogni angelo è tremendo" , e che, oggi come ieri, più che mai importante : il ruolo della donna all'interno della famiglia durante tutto l'arco del secolo scorso, con tutti i passaggi da un contesto sociale all'altro , e il fatto che i suoi testi abbiano un fondo biografico non sminuisce il valore , anzi, purtroppo a suo tempo il lancio pubblicitario banalizzò molto il contesto , forse per prendere al laccio un pubblico altrimenti distratto. 2..Il Film......è un sostanzioso esempio di non cinema italiano.....fiction, soapopera o sceneggiato televisivo, chaimatelo come volete, spacciato per Film, e non si parli di mancanza di mezzi finanziari , come spesso accade, qui manca " il manico" , ( si lo so , si sente che frequento il mondo dei motociclisti brutti sporchi e cattivi ) ma vi chiedo di passarmela , quando ci vuole ci vuole....
@panunzio ..EHHH SI !!!!! Mentre non ho visto il film tratto da Todo Modo ..grave , molto garve , chissà se riuscirò a recuperarlo. Un saluto dalla dolly.
Ciao a tutti! Rieccomi qua! Ultimamente mi sa, Dolly, che hai lanciato la moda delle discussioni tra romanzo e versione filmica. Oltre a quella al quale hai partecipato anche te su BERTOLDO, BERTOLDINO E CACASENNO c'è "Una arancia a orologeria" con le sue due edizioni filmiche (VINYL di Warhol e ARANCIA MECCANICA di Kubrick), per il confronto da parte mia tra i due film (tra di loro e con il libro) e il romanzo ti rimando alla mia opinione e ai costruttivi commenti anche recenti, che ne sono seguiti (//www.filmtv.it/film/17065/arancia-meccanica/opinioni/593106/#commenti), poi segnalo qualche strano romanzo e film tratto: RELIC, libro e film diversissimi, iniziano nello stesso modo poi prendono direzioni diverse, "A scuola dallo stregone", saggio romanzato di Carlos Castaneda sullo sciamanesimo nei Maya, diventato, negli anni '80, il curioso avventuroso "alla Indiana Jones" dal titolo MAYA, regia di Alberto Cavallone.
@LIBERTADIPAROLA sono proprio soddisfatta ! Stanno venendo fuori un sacco di contributi , alcuni veramente curiosi , e prendo appunti freneticamente ! Grazie davvero
Grazie a te per aver fatto queste play che poi i commenti hanno collegato a altre play e recensioni. Mi sto divertendo a seguire il tutto, oltre che accrescermi anch'io culturalmente con le vostre segnalazioni. Ciao!
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
sciascia-petri-volontè: A CIASCUNO IL SUO
@panunzio ..EHHH SI !!!!! Mentre non ho visto il film tratto da Todo Modo ..grave , molto garve , chissà se riuscirò a recuperarlo. Un saluto dalla dolly.
Ciao a tutti! Rieccomi qua! Ultimamente mi sa, Dolly, che hai lanciato la moda delle discussioni tra romanzo e versione filmica. Oltre a quella al quale hai partecipato anche te su BERTOLDO, BERTOLDINO E CACASENNO c'è "Una arancia a orologeria" con le sue due edizioni filmiche (VINYL di Warhol e ARANCIA MECCANICA di Kubrick), per il confronto da parte mia tra i due film (tra di loro e con il libro) e il romanzo ti rimando alla mia opinione e ai costruttivi commenti anche recenti, che ne sono seguiti (//www.filmtv.it/film/17065/arancia-meccanica/opinioni/593106/#commenti), poi segnalo qualche strano romanzo e film tratto: RELIC, libro e film diversissimi, iniziano nello stesso modo poi prendono direzioni diverse, "A scuola dallo stregone", saggio romanzato di Carlos Castaneda sullo sciamanesimo nei Maya, diventato, negli anni '80, il curioso avventuroso "alla Indiana Jones" dal titolo MAYA, regia di Alberto Cavallone.
@LIBERTADIPAROLA sono proprio soddisfatta ! Stanno venendo fuori un sacco di contributi , alcuni veramente curiosi , e prendo appunti freneticamente ! Grazie davvero
Grazie a te per aver fatto queste play che poi i commenti hanno collegato a altre play e recensioni. Mi sto divertendo a seguire il tutto, oltre che accrescermi anch'io culturalmente con le vostre segnalazioni. Ciao!
Commenta