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Giornata Internazionale contro l'omofobia
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Giornata Internazionale contro l'omofobia

Dal 2007, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia quale momento di riflessioni e azioni per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento omosessuale.
Il 17 maggio è stato scelto perché è la ricorrenza dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità avvenuta nel 1990. La Giornata Internazionale è stata ideata dallo scrittore e attivista gay francese Louis-Georges Tin, curatore del “Dictionnaire de l’homophobie” nel 2003, un libro collettivo che analizza il tema dell’omofobia attraverso le teorie (dalla teologia alla psicanalisi, passando per antropologia e biologia), i protagonisti dell’omofobia, in qualità di vittime (come Oscar Wilde o Matthew Shepard) o di omofobi, gli ambienti sociali in cui l’omofobia è agita (famiglia, scuola, polizia, sport ecc.), i temi della retorica omofoba (anormalità, AIDS, sterilità) e infine la situazione di diversi paesi e regioni del mondo. Nel 2006 lo stesso Louis-Georges Tin lanciò un appello per la depenalizzazione universale dell’omosessualità e ha condotto anche degli scioperi della fame sullo stesso tema: il testo raccoglieva le firme di molti importanti personalità del mondo della cultura e della politica. La richiesta venne presentata nel dicembre 2008 all’Assemblea generale dell’ONU dalla Francia. Accolta da tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, viene osteggiata dal Vaticano (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
La parola “omofobia” è stata probabilmente mal formulata, perché per come è scritta sembrerebbe significare “paura dell’uguale”, mentre in realtà significa “avversione per gli omosessuali”. Inoltre, fa pensare ad una “fobia”, dunque ad una condizione patologica (che per certi versi sicuramente è), ma qui non si tratta sicuramente di un problema psicologico, quanto di un preoccupante fenomeno sociale e culturale, di un odio per il diverso da sé che sfocia nel razzismo e nella violenza. E’ difficile esprimere un’opinione personale su un argomento così delicato, tuttavia non posso che augurarmi che questo “mostro”, davvero paragonabile ad un cancro che infetta la società nel suo complesso, venga presto rimosso completamente. Il “mostro” rovina la salute quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo, li obbliga a vivere nell’infelicità, talvolta a scegliere la via estrema del suicidio, talvolta a sposarsi senza amore e vivere nella menzogna, quasi sempre a convivere con il terrore di venire insultato, deriso ed umiliato per la propria condizione ed il proprio orientamento sessuale. Anche in Italia c’è molto da vergognarsi a questo proposito, la mentalità diffusa è terribilmente retrograda e, quando non si sa cos’altro dire, si tira fuori lo spauracchio del “contro natura”, fra l’altro smentito categoricamente dalla comunità scientifica.  Sarebbe ora che qualcuno iniziasse non solo a rivedere le proprie posizioni, ma anche a scusarsi per i danni fin qui prodotti (ad esempio Fidel Castro lo ha fatto, seppur tardivamente, nel 2010).
Ecco adesso alcuni film che trattano il tema specifico dell’omofobia (e non dunque della semplice omosessualità). Chi vuole intervenire, a qualunque proposito, lo faccia liberamente.

Playlist film

Philadelphia

  • Drammatico
  • USA
  • durata 125'

Titolo originale Philadelphia

Regia di Jonathan Demme

Con Tom Hanks, Denzel Washington, Antonio Banderas, Roberta Maxwell, Jason Robards

Philadelphia

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

Nella sua scheda il Morandini definisce il film di Jonathan Demme "una lezione di tolleranza, una requisitoria sui pregiudizi, un'arringa contro l'ingiustizia". In questo caso ha visto giusto. Il film appartiene al periodo più creativo del regista Demme, girato subito dopo lo straordinario successo del "Silenzio degli innocenti", basandosi su una solida sceneggiatura di impianto "liberal" scritta da Ron Nyswater che affronta in maniera esplicita l'omofobia nella società americana, dimostrandone l'insensatezza e la crudeltà senza eccessi declamatori o demagogici. Per essere un "Legal drama" con parecchie scene ambientate in tribunale, ha un buon ritmo che allontana il rischio della noia, dialoghi effervescenti, qualche affondo patetico ostentato come la celebre scena in cui Hanks ascolta il canto di Maria Callas nell'Andrea Chenier, che resta comunque abbastanza toccante e non banalmente ricattatoria a livello emotivo. Nell'ambito del cinema di impegno civile sulla tragedia dell'AIDS Philadelphia resta uno dei primi e dei più significativi esemplari, e pazienza se qua e là si affaccia qualche momento un pò retorico: nel complesso il bilancio resta all'attivo e bisogna apprezzare il coraggio degli autori nell'esporsi su un tema molto delicato e ancora difficile da assimilare, soprattutto nel 1993 quando fu girato. Determinante il contributo del cast con i due protagonisti in gara di bravura: a mio parere il match finisce in parità, con un Tom Hanks che ha vinto l'Oscar grazie alla sua eccellente performance mimetica, ma con un altrettanto bravo Denzel Washington, magnetico e vitale nel ruolo dell'avvocato nero che riesce a vincere i suoi pregiudizi. Fra i caratteristi, ottime interpretazioni di Jason Robards, Mary Steenburgen come perfida avvocatessa dell'accusa, Joanne Woodward come madre di Hanks, e una breve partecipazione di Roger Corman, che facilitò la carriera di Demme soprattutto all'inizio. Naturalmente, bella sequenza iniziale con i credits accompagnati da "Streets of Philadelphia" di Bruce Springsteen, e una scena finale strappalacrime dove, comunque, l'inserimento dei filmini amatoriali con Andrew bambino mi è sembrata una buona idea di regia. (recensione di STENO79 su Filmtv.it  //www.filmtv.it/film/12481/philadelphia/opinioni/676458/)

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Quelle due

  • Drammatico
  • USA
  • durata 105'

Titolo originale The Children's Hour

Regia di William Wyler

Con Audrey Hepburn, Shirley MacLaine, James Garner, Miriam Hopkins

Quelle due

Karen(Hepburn) e Martha(MacLaine) sono due amiche, due insegnanti, sono “quelle due”
Con molti sacrifici riescono ad avviare una scuola per ragazze, e quando tutto sembra procedere per il meglio, la bugia crudele di una alunna troppo spesso punita per i cattivi comportamenti, distrugge la vita delle due ragazze, costringendole ad una difesa disperata. Il film di Wyler è un remake di un suo stesso precedente film del 1936, “La Calunnia”. (…)
 Mary è la bambina cattiva, di una cattiveria già adulta, manipolatrice delle compagne, sfrutta le debolezze di chi le sta accanto. Lettrice di “libri proibiti” e presumibilmente già spinti per una bimba della sua età, riesce a far intendere alla sua ricca nonna, di aver visto cose che “non capisce”, ma che sa raccontare molto bene, tanto da far subito prendere provvedimenti alla signora, e nel giro di poche telefonate tutte le bambine vengono ritirate dalla scuola, la calunnia prende campo, e la bella e gaudente scuola, diventa presto deserta e abbandonata.
Karen e Martha si difendono, denunciano la vecchia e potente signora, ma l'omertà di chi le può difendere non le permetterà di uscirne vittoriose.
Questa è la storia di cronaca, la parte più coinvolgente naturalmente è tutta quella che matura sotto la cattiveria.
Karen è fidanzata è sta per sposarsi con il medico del paese, Martha nonostante senta di essere felice per l'amica, ha dentro di sé una “strana” gelosia, che non riesce a comprendere, a decifrare.
Le accuse della zia Lilly, nel dirle che “è sempre stata così, gelosa delle amiche, strana nel voler accudire solo i bambini degli altri”, rendono Martha ancora più inquieta, tanto da buttare fuori dalla casa l'odiosa e petulante zia (sempre lodi alla Hopkins).
Questo è senz'altro un film coraggioso sull'omosessualità (al femminile in questo caso), sulla cattiveria della gente, curiosa in maniera morbosa, bigotta...Ma è anche e soprattutto un film sulla consapevolezza nell'accettarsi senza paure, senza compromessi. Karen è sicura dell'amore che prova per il fidanzato e per l'amicizia verso Martha, con la quale è pronta a condividere anche una “colpa” che non ha.
Il fidanzato di Karen difende le due donne, ma alla fine il dubbio lo logora, facendolo quasi vergognare, ma mettendo una tale ombra sul rapporto d'amore con Karen da mettere in discussione il loro stesso fidanzamento, con l'inevitabile rottura.
Infine Martha, il personaggio che più mi intenerisce, la bugia cattiva per lei è una amara verità, che le si scaglia addosso con una violenza inaudita. Martha dice “io sono come loro mi accusano di essere, mi sento sporca”, e si condanna peggio di chi l'ha calunniata, si riconosce in quello che lei stessa non aveva mai avuto il coraggio di ammettere, ma in maniera così tremenda, da lasciar senza fiato. Martha ama Karen, come “non dovrebbe”, in “maniera strana”, e quando Karen nonostante tutto le da ancora prova della sua amicizia, di comprenderla, anche quando la verità finalmente viene fuori e la bugia della perfida bambina smentita....Martha non accetta più di vivere nella menzogna, di mentire nuovamente a sé stessa, dopo che finalmente ha capito i suoi veri sentimenti, e si condanna alla pena peggiore, quella della vita.
Triste il destino di Martha, donna sola, che si è mentita per tutta una vita,e ha trovato il coraggio di capire la sua vera natura grazie ad una perfida bugia.
Triste destino quello di Karen, amata troppo da una donna che lei non avrebbe potuto corrispondere come avrebbe desiderato, e amata troppo poco da chi lei avrebbe voluto più deciso, meno titubante nel conoscerla.
Triste tutta la comunità intorno a “quelle due”, bigotta, pronta a giudicare, ad ascoltare le cattiverie di chi non si fa scrupoli, per poi pensare di sistemare tutte le cose piangendo su una tomba...disperata.
Film bellissimo! (recensione di MAGHELLA  su Film tv //www.filmtv.it/film/15974/quelle-due/opinioni/572999/ ringrazio Maghella in anticipo, ho trovato la sua recensione perfetta per l’argomento in questione, spero che l’inserimento in questa play non crei nessun problema…)
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Edoardo II

  • Drammatico
  • Gran Bretagna
  • durata 90'

Titolo originale Edward II

Regia di Derek Jarman

Con Steven Waddington, Andrew Tiernan, Tilda Swinton, Nigel Terry, John Lynch, Dudley Sutton

Edoardo II

Il regista inglese Derek Jarman ci propone un libero adattamento della tragedia in versi del 1592 scritta da Christopher Marlowe. “Della dinastia dei Plantageneti, Edoardo II debole, inetto e corrotto, sale al trono d'Inghilterra a 23 anni nel 1307. Sposato ad Isabella, bella e ardita principessa di Francia, figlia di Filippo il Bello, si contorna di viziosi, fra i quall emerge Piers Gaveston, un guascone omosessuale che il Re, perduta completamente dignità, nomina Gran Ciambellano, colma di titoli e favori e considera addirittura come suo compagno sul trono. Rifiutandosi Edoardo ai rapporti con la consorte, costei, ferita e delusa, si accorda con Mortimer (di cui diventa l'amante) e con gli altri nobili inglesi obbligando Edoardo ad esiliare Gaveston. Data la disperazione e le isterie del Re, Isabella - che era riuscita ad ottenere l'appoggio del cognato Henry - decide di far tornare a Londra Gaveston, con il segreto intento di farlo assassinare sul suolo inglese. A Londra il nobile Mortimer ferisce Gaveston e il Re, sconvolto, ne adotta il servo (Spencer), creandolo conte. Assalito il castello dai baroni insorti, Edoardo in lacrime avverte il guascone, che fugge ma, inseguito dai soldati di Mortimer, muore strangolato. Furente e disperato per la morte dell'amico prediletto, il Re pugnala di sua mano l'uccisore. Isabella - costretto Edoardo ad abdicare - si siede sul trono quale reggente del piccolo Edoardo e a suo fianco è Mortimer, avido di potere, che viene nominato Cancelliere del Regno. Da poco infatti Edoardo è stato orribilmente torturato in carcere, dove il suo custode lo bacia recandogli l'ordine di morte firmato da Isabella (il Re venne decapitato). E già si prepara a regnare il futuro Edoardo III, che a suo tempo farà imprigionare la madre ed il Cancelliere, uniti da passione e scelleratezze. (riassunto tratto dal sito Coming Soon http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=38242&film=EDOARDO-II)
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Victim

  • Drammatico
  • Gran Bretagna
  • durata 98'

Titolo originale Victim

Regia di Basil Dearden

Con Dirk Bogarde, Sylvia Syms, Dennis Price, Anthony Nicholls, Peter Copley, Norman Bird

Victim

In streaming su Amazon Prime Video

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Un giovane proletario (McEnery) accusato di furto non si discolpa per non rivelare la propria omosessualità e non compromettere l'avvocato Farr (Bogarde), sposato, con cui ha avuto una breve e casta relazione. Quando dei ricattatori minacciano di diffondere la notizia, il giovane si uccide per proteggere il matrimonio e la carriera di Farr che, allora, decide con coraggio di portare i ricattatori in tribunale. Scritto da Janet Greer e John McCormick, è il 1° film nella storia del cinema in cui si pronunciano le parole omosessuale e omosessualità. In un dialogo si dice anche che il 90% dei casi di ricatto nell'Inghilterra di quegli anni coinvolgeva gli omosessuali. Nonostante una certa cautela di fondo, il merito principale di Dearden e dei suoi sceneggiatori consiste nell'onestà con cui analizza il meccanismo che porta i gay a nascondersi e con cui raffigura il protagonista, pronto a dare dignità alla sua relazione e a combattere per legittimarne l'esistenza. Negli USA il film non ottenne il visto di circolazione e fu distribuito nel circuito d'essai. La maggior parte dei critici nordamericani, compresa la spregiudicata e reazionaria Pauline Kael sul "New Yorker", non mandarono giù il rospo. "Il film legittimava da un lato problemi sociali considerati spiacevoli e dall'altro convalidava l'esistenza di omosessuali che non fornivano occasioni di risate alla maggioranza. In una parola, Victim era un guastafeste" (V. Russo). Bogarde in gran forma e la Sims ottima nella parte della moglie amorevole.  (recensione del film tratta da “Il Morandini 2009- Dizionario dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini).

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fratellanza. Brotherhood

  • Drammatico
  • Danimarca
  • durata 90'

Titolo originale Broderskab

Regia di Nicolo Donato

Con Thure Lindhardt, Signe Egholm Olsen, David Dencik, Nicolas Bro, Jon Lange

Fratellanza. Brotherhood

In streaming su Apple TV

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Lars è un ragazzo ventiduenne che si trova rifiutata la sua domanda a tenente nell'esercito danese perché accusato di aver tentato degli approcci con alcuni commilitoni anche se fuori dalla caserma. Il giovane attraversa un periodo di crisi, ha forti contrasti con i genitori, e, quasi per caso, si trova ad avere a che fare con un gruppo neonazista.
Dapprima molto riluttante, finisce per farsi coinvolgere sempre più dalla dinamica del "branco", fino a diventarne membro effettivo, attraversando i violenti riti di passaggio di questa sottocultura. Il capogruppo sceglie di affiancare a Lars il veterano Jimmy, per indottrinarlo (anche attraverso la lettura del Mein Kampf) e testarne la fedeltà alla causa: il loro rapporto passerà bruscamente e in rapido crescendo dall'astio e dalla diffidenza all'ammirazione reciproca, per sfociare nella passione e nell'amore. I due si sforzano di mantenere segreta la relazione, ma questa arriverà inevitabilmente alle orecchie degli altri membri del gruppo neonazista, intrisi di pulsioni omofobe, e le conseguenze per i due "traditori della purezza" saranno gravi. (tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Fratellanza_-_Brotherhood).

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Milk

  • Biografico
  • USA
  • durata 128'

Titolo originale Milk

Regia di Gus Van Sant

Con Sean Penn, Emile Hirsch, James Franco, Josh Brolin, Diego Luna, Brandon Boyce, Kelvin Yu

Milk

In streaming su Nexo Plus

vedi tutti

Un film biografico più interessante della media del genere, in cui la maestria formale di Gus Van Sant torna a farsi sentire, nonostante che si tratti di una delle sue opere più "mainstream". Credo che sia una pellicola socialmente utile anche in Italia, perchè ha fatto conoscere la storia di questo importante attivista politico americano, che prima del film, probabilmente, pochissimi conoscevano nel nostro paese. E un plauso particolare va a Sean Penn per avere avuto il coraggio di interpretare un personaggio così distante dai suoi ruoli abituali, e per averlo caratterizzato in maniera così umana e toccante, con una lezione di recitazione davvero ammirevole che gli è valsa un secondo, meritato Oscar. La trama è molto fedele ai fatti narrati, che culminarono nell'elezione dell'attivista gay Harvey Milk a consigliere comunale di San Francisco e nel successivo omicidio di Milk e del sindaco George Moscone da parte dello squilibrato ex-assessore Dan White; da notare il ricorso a diversi filmati di repertorio per rievocare l'atmosfera anni Settanta nel quartiere di Castro, che fu il centro della ribellione degli omosessuali. Si tratta chiaramente di un film pensato per un pubblico piuttosto ampio (anche se gli incassi in America non sono stati troppo elevati, con 31 milioni di dollari racimolati) con un cast pieno di attori prestigiosi, una narrazione abbastanza tradizionale e una tematica di forte rilevanza civile in cui il regista si sente chiaramente coinvolto. Forse non c'è quel tocco registico "personale" che avrebbe potuto far gridare alla genialità, ma nell'ambito delle coordinate estetiche appena accennate, il film funziona in maniera indubbiamente efficace, con una parte finale dal valore catartico non indifferente. Sean Penn resta il motivo principale per vedere il film, ma accanto a lui si distingue per bravura anche Josh Brolin nel ruolo di Dan White, a tratti davvero inquietante; fra gli altri, merita una menzione almeno Emile Hirsch, che già fu il protagonista di Into the wild dello stesso Penn. La sceneggiatura è firmata da Dustin Lance Black, anche lui gay dichiarato e attivista per i diritti della comunità omosessuale: indubbiamente un pò "di parte" nella rievocazione del periodo storico trattato, ma comunque abile nell'evitare le trappole della propaganda e nel conferire un rilievo umano approfondito ai diversi protagonisti. (recensione di steno79: //www.filmtv.it/film/39047/milk/opinioni/650252/)
 

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