Mainetti è ufficialmente affermato come regista d’azione e fantastico. Chiedo solo una cosa: dopo i supereroi urbani, i superumani anni ’40 e le donne guerriere, fategli girare dei cinefumetti tratti da I Mostri di Roma o Pietro Battaglia che sicuramente si sbanca di brutto!
Bong Joon-ho è capace di realizzare una propria concezione di regia, moderna e seducente, anche se a tratti svogliata ma quello che sembra smarrirsi è il materiale narrativo. Godibile, senza raccontare nulla di nuovo.
Un film distratto e friabile, dotato di una matrice elastica/dinoccolata, comprensiva di svariate mansioni e altrettanti parossismi, che tra sfizi e istanze produce risultati sostanzialmente trascurabili, soprattutto se commisurati al potenziale scritto sul biglietto da visita.
In una settimana con molte uscite, nella fascia alta del box office i nostri occhi sono puntati su La città proibita di Gabriele Mainetti con cui il cinema italiano prova ad andare al di là delle commedie più o meno riuscite. Ma attenzione perché c'è anche un nuovo Anima e corpo!
Anche se non sfonda Mickey 17 di Joon-ho Bong si piazza dietro a Follemente. Buon risultato di Il nibbio ma poco incisivo, invece, il nuovo film di Pupi Avati.
Ci voleva davvero un regista che dirigesse con gran perizia ed accattivante taglio di ripresa, un film che è tutto italiano ma anche capace di guardare al mercato internazionale.
La ricostruzione della provincia contadina nel dopoguerra è la parte più interessante de "L'orto americano". Il resto, a mio avviso, è più ordinario. L'intreccio presenta spunti decisamente interessanti anche se la soluzione del caso è piuttosto scontata.
Molto più riuscito del precedente horror Il Signor Diavolo, qui il ritmo incalzante e il senso di mistero tengono avvinto il pubblico, con pochi cali di tensione, pure nella ricostruzione processuale, fino ad un finale enigmatico che non risolve tutti i quesiti.
Senza scomodare i capolavori robusti e di cassetta come Il negoziatore di F. Gary Gray o Inside Man di Spike Lee, questo dittico action risulta sopraffatto da attori piuttosto mediocri, seppur di fatto funzionali, e da un andamento narrativo non proprio coinvolgente ed entusiasmante.
I film ai nastri di partenza sono molti ma attenzione perché tra questi c'è Mickey 17 di Bong Joon-ho. Poi c'è il secondo capitolo di Nella tana dei lupi, Il nibbio con la coppia Santamaria Bergamasco e il ritorno di Pupi Avati con L'orto americano. C'è molto altro e qui trovate tutto.
Commedia fantascientifica dal cinismo accomodante e dall’umorismo risaputo. Si sente la mancanza di struttura, di gioia di mettere in scena, di energia nel cercare di divertirsi e divertire. L’intrattenimento rimane ma è un premio di consolazione
Dalla coppia registica già conosciuta per il passabile e un po' sbrigativo 65 - Fuga dalla Terra. Heretic si rivela invece un thriller dai risvolti horror efficacemente congeniato, incalzante e anche inquietante grazie ad un Hugh Grant centrale, torbido e mellifluo.
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