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niente più cinema italiano
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niente più cinema italiano

Se proprio deve morire che muoia. Me ne frega delle stupide posizioni provincialiste e mercenarie secondo cui bisogna promuovere il marchio Italia. Quale Italia? L'Italia delle solite facce di bronzo e dei figli di papà? Non ci può essere sensibilità e promozione del talento dove conta solo l'ambizione di far denaro di chi ha la faccia di bronzo. La prima cosa che chiedono all'aspirante attore è: ma lei è disposto a tutto? Col che s'intende: sei pronto anche a vendere il culo eventualmente per un posto al sole? Questa è la prova del nove del talento artistico secondo i provinatori. "Sai,  i posti e i soldi sono pochi e la concorrenza è spietatissima; solo così è possibile farsi strada, oggi come oggi." E' l'Italia dei soliti prostituti intellettuali in tutti i campi artistici, dal consevatorio musicale all'editoria. Una categoria di individui ben peggiori di quelli che vendono il corpo solo per poter campare in uno stato dove la democrazia langue in quanto è solo una fiction consolatoria, un telequiz per un popolo di repressi masochisti. questi tempi saranno ricordati per i cinepanettoni confezionati da registi e attori improvvisati, privi di qualunque scintilla di talento, una netta degenerazione rispetto ai cosiddetti "telefoni bianchi" dell'epoca fascista che almeno rispettavano la forma. E ancora stiamo a chiederci se le commediacce prodotte in questi ultimi tempi siano o meno espressione di libertà solo perchè mostrano qualche culo e qualche tetta declinata in senso maschilista?
Non vedrò più film italiani fin quando non sarà istituita una scuola pubblica dedicata allo studio delle arti cinematografiche che dia a tutti quei cittadini, che lo desiderano, la possibilità di misurare il proprio talento. Il fatto che non ci sia è il segno evidente dell'antidemocraticità del sistema sociale italiano. Uno stato in cui i cittadini sono ridotti a spettatori passivi, soggetti alle schifezze propagandistiche sfornate da un mercato televisivo e cinematografico di quasi monopolio. Riprendendo Monicelli, allora, dico a tutti voi ragazzi : ribellatevi, pretendete ciò che vi spetta per diritto con forza. Schifate i figli di papà solo così è possibile che il messaggio arrivi intatto ai loro corrotti genitori benestanti. Me ne frega che ci sono figli di papà onesti; lo dimostrino combattendo al nostro fianco per un'Italia più civile. Sono loro i primi che affitano e assumono a nero ed è, quindi, normale che i loro pargoli gustifichino contrattazioni illegali, evasive. Ci hanno persuasi che non meritiamo nulla; che dobbiamo subire in silenzio. Non siamo più in un regime autarchico e le pari opportunità sono una condicio sine qua non di una democrazia egualitaria; sono l'essenza stessa di un'uguaglianza effettiva, che non sia solo nominale o formale. In Italia solo i figli di papà possono permettersi di frequentare i costosissimi corsi, master e stage di cinema. Solo loro possono permettersi gli affitti nelle grandi città senza percepire un reddito, poichè lavoro da conciliare con lo studio e che consenta un livello minimo di indipendenza degli studenti dalle famiglie d'origine è un vergognoso lusso per pochi. Il cinema italiano ammorbato com'è da sciacalli e approfittatori, docenti fasulli, mercenari e carrieristi vive come una persona in coma attaccata ad un respiratore automatico. Stacchiamo la spina.

Playlist film

Sono fotogenico

  • Commedia
  • Italia
  • durata 117'

Regia di Dino Risi

Con Renato Pozzetto, Edwige Fenech, Massimo Boldi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman

Sono fotogenico

In streaming su Rai Play

Ritratto fedele del sistema italiano dentro e fuori il cinema. Io li ho chiamati "facce di bronzo" ma forse è piùefficace chiamarli "stronzi" comefa Pozzetto.  C'è anche Monicelli in una parte autoironica. Ribellatevi!

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Bellissima

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 113'

Regia di Luchino Visconti

Con Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella, Alessandro Blasetti, Gastone Renzelli

Bellissima

In streaming su Rai Play

vedi tutti

Anna Magnani interpreta una madre che prende coscienza di un processo di disumanizzazione in atto

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Reality

  • Commedia
  • Italia
  • durata 110'

Regia di Matteo Garrone

Con Aniello Arena, Claudia Gerini, Loredana Simioli, Nunzia Schiano, Ciro Petrone

Reality

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

la tv causa di gravi psicosi

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Outing. Fidanzati per sbaglio

  • Commedia
  • Italia
  • durata 90'

Regia di Matteo Vicino

Con Nicolas Vaporidis, Andrea Bosca, Massimo Ghini, Claudia Potenza, Giulia Michelini

Outing. Fidanzati per sbaglio

In streaming su Amazon Video

vedi tutti


24-03-2013 - wallstreetitalia.com
“E’ incredibile, questo è un film italiano dove nessun attore è stato scelto per raccomandazione”
, scherza Vicino, classe ’72, già autore del primo lungo Young Europe, tratto dal suo omonimo romanzo, “no davvero, qui non recitano annoiati figli di papà che vengono dal quartiere Parioli”. Casting regolari e concorrenziali per tutti, insomma, perfino per Vaporidis e Massimo Ghini, spalla omosex dei due protagonisti nel film che proprio su una grande finzione di “genere” prende le mosse e sviluppa il plot.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

City of God

  • Drammatico
  • Brasile, Francia, USA
  • durata 135'

Titolo originale Cidade de Deus

Regia di Fernando Meirelles

Con Matheus Nachtergaele, Seu Jorge, Alexandre Rodrigues, Leandro Firmino da Hora

City of God

Il produttore, Donald Ranvaud: “Io mi sento italiano, ma qui (in Italia) non sono mai riuscito a lavorare. Servono amicizie, raccomandazioni, c’è un sistema clientelare snervante, devi fare favori, capire a chi dare le mazzette e ti puoi anche sbagliare”
Nato a Firenze nel 1953, da padre inglese e madre italiana, Quando non è in giro per lavoro, Ranvaud vive a Roma nella multietnica Piazza Vittorio, nella casa di famiglia. Oggi a capo della Buena Onda Film di Londra. http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/12/cinema-ranvaud-produttore-italiano-da-oscar-ma-nel-mio-paese-e-impossibile-lavorare/228275/

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'amico di famiglia

  • Grottesco
  • Italia
  • durata 110'

Regia di Paolo Sorrentino

Con Giacomo Rizzo, Laura Chiatti, Fabrizio Bentivoglio, Clara Bindi, Gigi Angelillo

L'amico di famiglia

In streaming su MUBI

vedi tutti

Woody Allen si è permesso di venire a girare a Roma e di proporre paghe da fame perché sapeva che avrebbe trovato qualcuno disposto a lavorare per lui”. I set di To Rome with Love nella Capitale risalgono al 2011, ma il gioco ormai è al ribasso da anni, e gli stipendi pure: per fare i loro film, le case assumono ragazzini volenterosi per una manciata di euro. Le maestranze, che nei decenni passati attiravano le grandi produzioni internazionali, sono costrette a lasciare l’Italia. Simona Chiocca e Marco Greco lo hanno fatto: dopo aver passato la vita ad organizzare la produzione di film di altissimo livello, ora vivono a Berlino: Marco ha aperto una gelateria. Per restare a Roma non è bastato avere sul curriculum titoli come “La versione di Barney“, “Copia conforme” con la Palma d’oro di Juliette Binoche a Cannes, “Fortapàsc” di Marco Risi o lo 007 di “Quantum of Solace“. Anzi, è stato controproducente.
“Nel 2011 ho fatto 11 colloqui in Italia – racconta Simona, 40 anni, di Latina, una laurea in Scienze politiche e un master in produzione cinematografica – e per 5 volte mi sono sentita rispondere ‘non ti posso prendere perché sei troppo qualificata’”. Colpa della crisi, ma non solo. “Quella c’è in tutta Europa, ma solo da noi ti offrono cifre così insultanti. Prima si strapagano gli attori e poi propongono 650 euro a un ispettore di produzione. Questo perché hanno capito di riuscire a fare film con 500 mila euro, anche se una produzione appena decente costa 2 milioni”. Siamo diventati terra di conquista? “Neanche – continua Simona – sono sempre meno gli americani che vengono a girare in Italia: i servizi e le strutture lasciano a desiderare, i rimborsi fiscali, quando ci sono, arrivano dopo anni”.
Marco è stato il direttore di produzione del film “Diaz“, di Daniele Vicari, sui pestaggi al G8 di Genova. Ora in Italia non vede futuro: “Non abbiamo più un attore, un’attrice, un regista; l’ultimo produttore vero è morto negli Usa, era De Laurentiis. Il cinema in Italia è morto. Lo hanno ucciso le tv. Poi Berlusconi ha fatto il resto, controlla tutto”. Eppure “Diaz” è stato un film importante: “Ma Domenico Procacci (il produttore, ndr) è unico”. All’estero, dove i professionisti vengono trattati come tali. “Non è che qui mi stessero aspettando con il tappeto rosso – continua Simona, che nel curriculum ha “L’amico di famiglia” firmato da Paolo Sorrentino e la fiction tv “Capri” – però ho ricevuto risposte a tutte le mail che ho inviato e ho avuto vari colloqui, cosa che in Italia non accade mai”.
Intanto c’è la gelateria da mandare avanti e una vita da vivere: “Per Berlino vanno bene tutti gli stereotipi del caso: i tedeschi sono superorganizzati, i servizi sono eccellenti, c’è una grandissima offerta culturale. Il costo della vita? Gli affitti sono saliti, ma sono ancora meno cari che a Roma: noi in una zona semicentrale supercollegata paghiamo 800 euro per 80 metri quadrati”. Tornare in Italia? “Mi do una chance di trovare lavoro qui, ci sono moltissimi registi americani che vengono a girare a Berlino”. A tornare Marco non pensa proprio: ha detto basta “piuttosto che lavorare sottopagato per 16 ore per fare “Onore e rispetto” starring Manuela Arcuri e Gabriel Garko. Per l’Italia provo un dispiacere immenso – conclude Marco – troppi interessi, troppa corruzione. Ecco perché Grillo ha successo. Per rimettere ordine servirebbero 20 anni: io ne ho 51 e i prossimi 25 li voglio mettere a frutto in una nazione che ti consente di tentare una via, senza ostacoli o compromessi”.
da Il Fatto Quotidiano del 15 aprile 2013

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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