“Troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà” (San Bernardo di Chiaravalle)
Nei secoli i rapporti tra l'uomo e il bosco si sono articolati su un duplice aspetto: da un parte quello economico, il bosco come risorsa per la sopravvivenza, dall'altra quello antropologico, ovvero il bosco come luogo di misteri, come mondo a parte rispetto al quale l'uomo è una entità aliena. I nostri antenati della preistoria vivevano in mondo dominato dagli alberi, il disboscamento e la creazione di radure è stata forse la prima attività di modificazione dell'ambiente fatta dalla razza umana. L'avanzata della civiltà è sovente coincisa con una riduzione delle aree boschive, pensiamo all'Impero Romano, che pure conobbe il culto dei boschi sacri; all'opposto il ridursi dell'antropizzazione ha significato una nuova avanzata delle fronde. Il medioevo fu un periodo di poderosa riscossa del bosco, sappiamo che Carlo Magno quando invase l'Italia, alla fine dell'VIII secolo, attraversò una Pianura Padana dominata dagli alberi. Il bosco in questa epoca fu davvero una salvezza per le popolazioni rurali, fornendo loro i mezzi per la sussistenza quotidiana, ma al tempo stesso incuteva loro paura. Il bosco oscuro nascondeva secondo la fantasia di quelle genti esseri mitologici, creature non sempre benigne, la paura dell'ignoto si concretizzava nella paura verso il bosco, simbolo di quella natura che se da una parte forniva gli elementi necessari alla vita quotidiana, dall'altra appariva ostile e riottosa a sottomettersi all'uomo. Anche il cristianesimo peraltro non riuscì a sottrarsi al fascino degli alberi, soprattutto nella sua versione “popolare”, accogliendo al suo interno elementi che hanno origini pagane. A dimostrazione che il concetto del bosco come luogo sacro, che ha lontanissime origini, non si è mai disperso del tutto ma ha resistito ai cambiamenti culturali. Del resto ancora oggi chi riesce a restare immune al fascino trasmesso da certi paesaggi boscosi? L'immagine di un bosco rigoglioso attraversato da un ruscello è un messaggio di serenità, messaggio che arriva da un mondo lontano per noi uomini della contemporaneità, così estraneo eppure così familiare.
Alla luce di quanto sopra, non sembra dunque un caso se la favole e i racconti popolari abbiano avuto la foresta come ambientazione privilegiata. I boschi venivano percepiti come luogo di rifugio per coloro che praticavano la magia o rituali proibiti, la casa della strega si trova sempre nascosta nel fitto degli alberi. Abbiamo una tradizione vastissima di storie paurose che hanno il bosco come sfondo, e quella tradizione è stata inevitabilmente mutuata dal mezzo oggi più comune per raccontare storie, ovvero il cinema. Rinnoviamo attraverso la settima arte l'antica usanza di trovarci attorno un fuoco, in mezzo alle ombre della notte, ad ascoltare storie fantastiche e terribili. E non riusciamo a sottrarci al fascino del bosco.
Pellicola alquanto controversa, in bilico tra il colpo di genio e la bufala, ispirata (quasi ai limiti del plagio) a Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato (assai più cruento e sconvolgente, in verità). Comunque è il film che è impossibile non citare nell'ambito di questa playlist, svolgendosi interamente in un bosco. Tre ragazzi si avventurano nella foresta del Maryland ricercando le tracce di una strega del '700, e si imbatteranno in una serie di eventi inquietanti che li condurranno verso la follia e un tragico destino. Troviamo tutti gli elementi della favola tradizionale, i giovani temerari che sfidano l'ignoto con troppa presunzione, un'entità malvagia che atterrisce e, soprattutto, il bosco come luogo di misteri inestricabili.
Con Gianni Garko, Agostina Belli, Mark Roberts, Cinzia De Carolis
Un guasto alla macchina costringe un viaggiatore ad accettare l'ospitalità di una famiglia che vive isolata in un bosco, perseguitata da una maledizione. Anche in questo film di produzione italiana, che vede tra i suoi interpreti Gianni Garko e Agostina Belli, emerge lo stridente contrasto tra il moderno e l'antico. Maledizioni ataviche continuano a colpire indifferenti al progresso, e il bosco custodisce segreti mostruosi. Da un racconto di Aleksej Konstantinovich Tolstoj
La tranquilla vacanza di cinque amici rovinata dal ritrovamento di un antico libro (che poi scopriremo essere il Necronomicon). Un'antica evocazione declamata da un vecchio magnetofono scatena la natura, gli alberi del bosco diventano lo strumento di una entità malvagia che senza apparire scatena un autentico inferno. Film di culto realizzato con pochi soldi, capolavoro autentico.
Non c'è bosco senza il suo lupo. Francia, seconda metà del XVII secolo: le campagne del Gévaudan sono sconvolte dalla presenza di una bestia di terrificante crudeltà che fa strage di contadini. Un cavaliere inviato dal Re cercherà di fare luce sulla vicenda. Ancora una volta la natura sembra ribellarsi all'avanzata dell'uomo scatenando un mostro che sembra partorito dagli inferi. E il bosco diventa luogo di terrore. Buona, e anche un po' sottovalutata, pellicola di Christophe Gans.
Nuovamente un'indagine e ancora i boschi del Nord America. Ichabod Crane investiga sugli efferati delitti che paiono opera del fantasma di un cavaliere noto, in vita, per la sua crudeltà. La faccia stupita di Johnny Depp è quella del positivista che non riesce a dare una spiegazione logica ad avvenimenti che paiono sconvolgere ogni norma di razionalità. Christopher Walken è lo spietato cavaliere senza testa, apparizione persino per Chistopher Lee. Tim Burton ci regala un'altra favola gotica, e come ogni favola che si rispetti non mancano una strega e boschi misteriosi
Con Michael Fassbender, Dominic West, Olga Kurylenko, Noel Clarke, David Morrissey, JJ Feild
il bosco come luogo di rifugio per i barbari che rifiutano la civiltà (rappresentata dall'Impero Romano) mentre i civilizzatori, fiduciosi nella propria superiorità, devono cedere all'ostilità di un nemico spietato. Ispirato alle leggendarie vicende della IX Legione misteriosamente scomparsa
Un villaggio isolato e circondato da un bosco, nel quale è proibito addentrarsi. Antiche e misteriose creature lo abitano e non devono essere disturbate perché la loro vendetta può essere tremenda. Il capolavoro di M. Night Shyamalan racconta con grande acume la più recondita paura dell'uomo (quella verso i propri simili ed il male che generano) e l'impossibilità di ogni via fuga. Il bosco qui non è solo un luogo vietato ma è anche una cintura di protezione verso i mali del mondo. Mi azzardo ad affermare che in questa pellicola viene restituito al bosco quel ruolo di sacralità che gli veniva riconosciuto nei tempi antichi. A dimostrazione di ciò il fatto che solo seguendo un rituale ben preciso viene consentito a un gruppetto di prescelti di avventurarsi in esso. Ma solo chi ha dentro di sé la forza dell'amore riuscirà a superarlo e a uscirne indenne.
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