Mouchette - Tutta la vita in una notte
- Drammatico
- Francia
- durata 80'
Titolo originale Mouchette
Regia di Robert Bresson
Con Nadine Nortier, Jean-Claude Guilbert, Marie Cardinal

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vedi tutti« Mouchette, umile moscerino, strumento misterioso della grazia, è povera, con un solo vestituccio per la festa, maltrattata dal padre, chiusa in una sofferenza che l’età ingrata (ha 14 anni) acuisce. Va a scuola, non le sono amiche nè la maestra nè le compagne. Il suo maligno universo è un paese di gente meschina e alcolizzata, e una misera stanza in penombra, dove ai lamenti della madre morente rispondono gli strilli d’un fratellino in fasce. Mouchette resiste come può: ostinandosi nel silenzio quando a scuola c’è lezione di canto, insozzando di fango le compagne all’uscita. Ogni sua piccola gioia è umiliata: il padre si fa consegnare i pochi soldi che essa guadagna in un bar, la schiaffeggia quando in un giorno di festa è andata in un luna-park e ha innocentemente sorriso a un ragazzo. Così cresce, in Mouchette, l’odio verso il mondo: soltanto la presenza della madre e la coscienza d’essere indispensabile al bambino per ora la sorreggono. Un giorno, tornando da scuola, il temporale la sorprende nel bosco. Si perde, viene la notte; Arsenio, un bracconiere che ha avuto col guardiacaccia Mathieu un alterco finito nel nulla, la porta nella propria capanna. E’ ubriaco, s’accusa di aver ucciso Mathieu, chiede a Mouchette di sostenere l’alibi che egli intende presentare alla polizia. La giovane gli crede e lo soccorre quando egli è vittima d’una crisi epilettica : per lui, dolcemente, riuscirà persino a cantare. Ma l’uomo, esaltato dall’alcool, non capisce che essa, pur di spezzare la sua solitudine, ha accettato di essergli complice: l’aggira, l’afferra come un volatile spaurito, la violenta. Mouchette non si ribella. Tornata a casa, in lacrime, dando il latte al fratellino scopre un gesto materno. Vorrebbe confidarsi con la madre, ma le muore sotto gli occhi. Privata dell’ultima speranza, mortificata dalle donne del paese, Mouchette verrà infine a sapere che il guardiacaccia è vivo (...) Ora Mouchette è abbandonata da tutti. Basterà che una vecchia le dica che legge il male nei suoi occhi, basterà che assista, nel bosco, alla fine straziante d’una lepre colpita dai cacciatori perchè anch’essa si senta una bestia braccata. C’è vicino uno stagno : rotolando dal prato come in un gioco infantile, Mouchette va incontro alla morte. Non la vediamo cadere nell’acqua: sentiamo il tonfo leggero, e il Magnificat di Monteverdi sigilla il suicidio. « Dio abbia misericordia di lei », invocava Bernanos. Bresson va oltre: la esalta come una martire » (riassunto tratto dalla recensione di Giovanni Grazzini contenuta in « Gli anni 60 in cento film », Laterza, pag. 208-09)
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Ti ringrazio Peppe per aver arricchito la play con ulteriori esempi e considerazioni molto attinenti; devo cercare di procurarmi questo Garage da te citato, che non conoscevo. ciao
Grande Stefano,sai proprio ieri sera ho visto su Rai Storia "Sacco e Vanzetti",film inequivocabile sulla "giustizia ingiusta" e la marginalita' di alcuni oppressi dalla societa'.Semplicemente fantastico.......Mi verrebbe in mente "l'ODIO" di Mathieu Kassovitz,i suoi giovani oppressi dalla societa' borghese.Le banlieu parigine cariche di "odio" marginali e represse nell'animo.Oppure mi vengono in mente i film di Ken Loach e dei suoi diseredati.Il Regno Unito periferico e brulicante di nullafacenti segnati dal destino.Meriterebbe una menzione il favolistico "Miracolo a Milano",opera carica di poesia utopica.I barboni di De Sica relegati nel margine dimenticato d'una fredda Milano.Ovviamente non si potrebbero citare film "a se",tipo quelli sulla guerra e l'opressione degli stati "colonialisti"........su questo argomento ci vorrebbe un altra play.......Ti saluto.....
Ciao Giuseppe ti ringrazio per l'aggiunta di questi film, che sono senz'altro adatti perchè la playlist voleva porre l'accento soprattutto sulle discriminazioni a livello sociale nei confronti degli emarginati. L'odio di Kassovitz non l'ho mai visto, per quanto so che si tratta di un ottima pellicola; di Ken Loach ho inserito Family life, uno dei suoi primi film, ma se ne potrebbero mettere molti altri, come Piovono pietre; anche il cinema neorealista di De Sica va benissimo, e senz'altro ci potrebbe stare anche Umberto D., un film assai disperato che in qualche modo anticipa anche Pasolini.
Interessante playlist. Io l'avrei però intitolata ad es. "Vittime della cattiveria umana" o qualcosa del genere. La società secondo me non è un unico sistema monolitico, ma un insieme di persone che rispondono ciascuna delle proprie azioni, e ognuna di esse non può dare la colpa delle azioni cattive alle leggi o alle consuetudini. Certo, poi la società nel suo insieme può essere umana o disumana, giusta o ingiusta, ecc. Comunque lo spunto è interessante, e anche i film (visti tutti tranne "Sacco e Vanzetti" e "Family Life"). Recentemente ho visto "Rosa nel fango", di Wolfgang Staudte, che mi è sembrato fin troppo pessimista e disperato. E' dalle parti di "Mouchette". Mi viene in mente anche "Maddalena", di Augusto Genina. Un altro film che calza è forse "Adua e le compagne", bellissimo, di Antonio Pietrangeli.
Ti ringrazio Baliverna per il tuo pregevole commento a questa playlist... interessante quanto dici a proposito della cattiveria umana, però confermo che da parte mia si voleva proprio evidenziare alcuni casi di ingiustizia perpetrata sui più deboli a causa di condizionamenti sociali, e ho cercato di scegliere dei film rappresentativi in tal senso, così come credo lo siano anche quelli citati da te e dagli altri. Purtroppo non ho visto i titoli da te citati, compreso Adua di Pietrangeli di cui ho sentito parlare, ma in futuro cercherò di procurarmeli. un saluto
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