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Nel primo film del dopo Roach, ritroviamo Stanlio e Ollio alle prese con l’esercito (il che non rappresenta certo una novità), impegnati nel mettere bonariamente in cattiva luce il loro amico Dan con il solo scopo di farlo cacciare dal fronte per consentirgli di tornare a casa. È passato solo un anno da “Noi siamo le colonne”, eppure i due ci appaiono invecchiati di colpo. La Foxdecise infatti di abbandonare il leggero trucco bianco da clown utilizzato sino a quel momento e di mostrare i nostri eroi come uomini della loro reale età e non più come degli eterni bambini (cresciuti). Oltre al trucco, mancano anche le spalle storiche Mae Busch e James Finlayson, quest’ultimo rimpiazzato niente meno che da un corvo. Uno scenario apparentemente desolante, eppure un grande successo della Fox. Ecco cosa scrisse Variety: “Bello come nessun altro film di Laurel e Hardy. […] Le battute sono uno spasso e le sequenze tipiche di Laurel e Hardy danno largo spazio all’ilarità”. In realtà, come sostiene il Mereghetti, le scene da ricordare sono principalmente due: quella dell’asse interminabile portata da entrambe le estremità sempre da Stan (peraltro ripresa da una comica muta degli anni ’20) e quella dell’orologio e del bicchiere d’acqua che si rovescia sempre addosso Ollio.

Dopo la prematura rottura con la Fox, Laurel e Hardy siglarono un accordo con la MGM, di cui “Il nemico ci ascolta” rappresenta il primo frutto. Il film, girato nel 1943, risente pesantemente del clima bellico. Stanlio e Ollio, infatti, dopo diverse esperienze commerciali concluse in modo fallimentare, decidono di arruolarsi, ma, vista la mole di danni che combinano, vengono rapidamente congedati. “Se è abbandonando l’esercito che aiuteremo il nostro paese, ebbene, allora lo abbandoneremo”. Press’a poco così sentenzia un rassegnato Stan. Le critiche, questa volta, furono feroci. Il Daily News di New York scrisse: “A meno che la Metro Goldwyn Mayer non ritenga che valga la pena di sforzarsi di più con Laurel e Hardy, Il nemico ci ascolta dovrebbe mettere fine a tutti i loro film comici. Parole chiare e dure, ma, a causa delle battute e delle gag tremende presenti nelle irritanti farse cinematografiche della troupe attuale, la loro ultima esibizione al Rialto Theater è pietosa. Ricordando l’epoca in cui ero tra coloro che si divertivano con la bestialità dei due attori, guardo con tristezza i loro seri sforzi di far divertire con queste nuove gag. Dell’assurdità, della disperazione de Il nemico ci ascolta si può solo ridere. E certamente non di gusto”. Il pubblico, tuttavia, apprezzò e il successo commerciale di questo film fu buono.

Dopo le pesanti critiche raccolte da Il nemico ci ascolta, l’occasione di riscatto per il duo Laurel-Hardy venne offerta, ancora una volta, dalla 20th Century Fox, che restituì lustro ai nostri eroi. Allegri Imbroglioni, infatti, è probabilmente l’unico film del dopo Roach veramente riuscito in cui, non a caso, viene abbandonato ogni riferimento al contesto bellico dell’epoca, ricollocando Stanlio e Ollio nel “non-luogo” fuori dal tempo in cui sembrano muoversi a loro completo agio. Stan e Oliver, infatti, vestono i panni dei truffatori truffati che vengono in possesso di una portentosa pillola in grado di trasmutare l’acqua in benzina, un’invenzione potenzialmente foriera di ricchezza che, immancabilmente, si rivelerà invece portatrice di guai. Il film scorre via liscio e piacevole, fra battute passate alla storia (Stan a Oliver che lo rimproverava di lamentarsi continuamente: “Mi dispiace che mi dispiace, ma se ti dispiace non puoi fare a meno di dire mi dispiace”, o ancora Stan: “Sai, Ollio, stavo pensando…”. “A che cosa?”. “A niente, stavo pensando”) che testimoniano la ritrovata fertilità di Stan. Si trattò purtroppo di un fuoco di paglia, che oggi rappresenta un’autentica perla da riscoprire.

La speranza di un ritorno ai tempo d’oro tramontò infatti rapidamente. La stessa troupe che aveva appena realizzato Allegri imbroglioni lavorò, quello stesso anno, alla realizzazione di questo secondo film che vede Stan e Oliver nei panni di due maestri di ballo in un’accademia femminile. Se l’idea di fondo si presta a spunti potenzialmente interessanti, il contesto bellico finisce ben presto col prendere il sopravvento, facendo prendere al film una piega decisamente diversa e assai meno divertente. Del resto, che gli sceneggiatori avessero le idee poco chiare è evidente sin dall’inizio: nonostante il titolo, infatti, l’accademia di ballo viene abbandonata dopo soli10’. Una curiosità per gli appassionati: nel film è presente, in un piccolo cameo, anche Robert Mitchum, seppur non accreditato. Nel complesso un film da dimenticare alla svelta.

Stanlio e Ollio vengono scambiati per detective e vengono incaricati di scortare uno scienziato in possesso di un pericoloso ordigno. Tra mille peripezie, i due, per proteggere la bomba da una banda di delinquenti intenzionati a rubarla, la nascondono in una fisarmonica, che farà letteralmente tremare i due ad ogni suono emesso. La seconda guerra mondiale è ancora ben presente in questo film che, non a caso, vede i nostri eroi salire su un aereo destinato ad essere utilizzato dall’esercito per un’esercitazione di tiro… Per salvarsi, Stan e Oliver si lanciano col paracadute e, individuato un sottomarino giapponese nella caduta, le fanno esplodere lanciandogli contro la bomba conservata nell’organetto. Il film si conclude con Stan e Oliver seduti su di una boa in mezzo al mare con un branco di pesci danzanti intorno a loro attratti dal suono dello strumento. Questo assurdo finale (assurdo per noi, probabilmente normale per Stanlio!) è certamente una delle invenzioni migliori dell’intero film.

Stanlio e Ollio si trovano a Città del Messico sulle tracce di una truffatrice quando un impresario preoccupato per il ritardo del torero don Sebastian nota una strana somiglianza tra quest’ultimo e Stan. Stan diventa così toreador e si ritrova – suo malgrado – catapultato nell’arena di fronte a un pericoloso toro. L’obiettivo di questo film è sin troppo chiara: dare visibilità a Stan e Oliver nell’America Latina con lo scopo di regalar loro una “seconda giovinezza” dopo i recenti fallimenti. Le riprese vennero in realtà realizzate interamente negli studi della Fox ed il film fu completato anche con l’ausilio di alcuni cinegiornali dell’epoca. Il film venne distribuito il 18 maggio 1945. Solo tre mesi dopo una vero grande botto avrebbe scosso Hiroshima e Nagasaki e con loro il mondo intero. Forse anche per questo i clown restarono in silenzio per sei anni…

L’ultima occasione di vedere Stan e Oliver sul grande schermo venne dal Vecchio Continente. Il progetto era ambizioso e, in un primo momento, avrebbe dovuto vedere coinvolti attori del calibro di Totò e Fernandel. Qualcosa di buono, con quei due, sarebbe senz’altro venuto fuori… Purtroppo le cose andarono diversamente. Non solo si dovette ripiegare su attori mediocri (per ragioni di budget e non solo), ma addirittura i diversi soggetti coinvolti avevano difficoltà a comunicare fra loro, vista la mancanza di una lingua comune. A ciò, si aggiunse una sceneggiatura bizzarra che assumeva, quale punto di partenza, il “risucchio” di Stan da un tifone che lo porta in un’isola Pacifico che si scoprirà ricca di uranio… Il risultato che ne scaturì è obiettivamente inguardabile. I due attori appaiono molto stanchi e più vecchi di quanto non fossero in realtà. Oliver (all’epoca 59enne) era appesantito come non mai; Stan (che di anni ne aveva 61), al contrario, soffrì di svariati disturbi che lo fecero dimagrire enormemente. Il loro Atollo, e con esso la loro “Utopia” era ormai definitivamente affondata. Da ammiratori della coppia, vogliamo ricordarli nel vigore dei loro anni migliori. Da studiosi e appassionati vogliamo conoscere tutti i dettagli della loro storia.