in questa lista alcuni film in cui attraverso stratagemmi differenti si è voluto togliere il velo di maya della ripresa e rendere coscienti gli spettatori di essere parte integrante della creazione dell'inganno o depositari della realtà, o di una missione.
Vertov parte: è l'inizio del viaggio. Una sinfonia grandiosa che esprime attraverso il montaggio il ritmo della città, dal riposo alla concitazione, al caos...e sempre il cineasta si avventura, riprendendosi. Il "chi filma chi" è l'interrogativo che il cinema, col suo apparato passivante (Bettetini) nasconde dalla notte dei tempi
Con Tony Britton, William Lucas, Eddie Byrne, Robert Urquhart, Sonia Dresdel
E' l'inizio di una filosofia che verrà poi ripresa da carpenter per l'horro e dal filone slasher in particolare: le potenzialità della soggettiva caricano psicologicamente lo spettatore coinvolgendolo in una visione non sicura della terzietà, ma scandita dalle fragili sicurezze dell'essere sè stessi. Per questo Daves ci mette soli davanti alla situazione estremamente problematica.
questo capitolo riguarda la retorica del richiamo, e Stone, si sa, è un maestro della prosa retorica, soprattutto egli ha sviluppato anche una dote allocutiva, capace di freddarci con lo sguardo di Costner in una delle ultime interminabili sequenze (e bellissima). Citerei anche la carica emotiva di Lebanon, quando la donna guarda fisso nell'obbiettivo del carro armato, ma il coinvolgimento è inferiore, perchè lì già siamo soldati, in JFK siamo solo armati di noi stessi.
in questo capitolo è importante per i i registi citati mandare un messaggio di assoluta complicità, una strizzata d'occhio, e poi il tradimento della realtà che cade assieme al peso delle nostre convinzioni. Ciò crea un moto di estraniamento critico da parte dello spettatore, che si riapproccia alla sua istanza di giudizio. E' un "cave canem", dove la bestia è l'illusione del racconto (anche della nostra testa). Tra i film del filone: Fight Club, Alta Tensione (Aja), Shutter Island
Inizia la mania cinematografica per le possibilità espressive da grande fratello. E qui è portato quasi al limite, con l'artificio stilistico di ricreare la stessa atmosfera ossessiva ogni notte dopo un certo clock. Il film è brutto ma l'immagine è una buona cosa: angolo di campo condiviso da dormienti e una forza che prima o poi esplode. Il film si poteva così intitolare:"Il vostro turno di guardia"
Incredibile collage di hidden moments: per le sfumature che De Palma riesce a infondere nel suo racconto, direi che è lo Spielberg dell'era massmediatica. Il film è ripreso da luoghi differenti con ruoli differenti, e inevitabilmente il significato va oltre il profilmico (inteso come il girato) e si sposta al profilmico (ciò che sta dietro il supporto). Assieme a questo citerei anche le Cronache dei morti viventi: certo che i registi esordienti del sessantotto so proprio incazzati
Con Alex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor
Cito questo perchè non ho visto Sokurov e chiaramente non lo giudico. Non è la soggettiva che voglio far notare, ma le granate del piano sequenza. Mentre il montaggio rompe, e crea dipendenza da momenti di "interesse" come direbbe il simpaticissimo (no) Hitchcock, il piano sequenza segue,viene attratto, non è un polo catalizzatore, ma dispersore. E quello che fa è bucare la camera d'aria di significati di cui si riempie l'esistenza. Questo come assoluto, chiaramente il risultato è diverso, laddove non opposto, se il piano è solo una delle modalità di ripresa, e viene commisurata ad altre tecniche diverse. Vedere per credere.
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