Che cos'è il Gotico? Il termine venne coniato niente meno che nel XVI secolo da Giorgio Vasari(1511 – 1574) che lo usò in senso spregiativo per definire lo stile architettonico nato in Francia nel XII secolo e diffusosi poi in tutta Europa. Per il Vasari quelle linee erano barbare, “gotiche”, in contrapposizione con le forme armoniose del mondo classico che il Rinascimento aveva riscoperto.
Alla fine del '700 il termine venne usato per designare una nuova corrente letteraria, facente capo a scrittori come Horace Walpole e Ann Radcliffe, i quali attraverso i loro romanzi narravano storie paurose, ambientate in un medioevo cupo, e intricate vicende di amori contrastati e manifestazioni soprannaturali. Dal romanzo gotico prende le mosse la letteratura dell'orrore con tutti i sui sviluppi futuri, che non esamineremo in questa sede e in merito alla quale si rimanda a trattazioni decisamente più esaurienti di questi pochi cenni.
Ricollegandosi invece alla domanda di esordio, ne viene subito un'altra di conseguenza: cosa si intende oggi per Gotico? In quale accezioni è corretto usare questo aggettivo? E, soprattutto, quando possiamo parlare di un cinema “gotico”? Credo che il termine qui in discussione oggi abbia non una ma diverse valenze, le quali si sovrappongono fino a definirlo in maniera compiuta. Se è ancora attualissima l'accezione che vede l'aggettivo “gotico” come sinonimo di oscuro, spaventoso, è anche vero che oggi questo accostamento risulta decisamente riduttivo.
La sovrapposizione fra horror e gotico è infatti ormai assai relativa, guardando proprio alla settima arte abbiamo film horror che non sono affatto gotici (giusto a titolo esemplificativo, non può essere certo definita gotica una pellicola come Non Aprite Quella Porta) mentre possono essere definiti gotici film che con il genere horror hanno una relazione solo marginale (o non ne hanno affatto).
Personalmente credo che per arrivare a una definizione più esauriente di questo termine si debba ritornare all'origine dello stesso, ovvero a quella architettura che vide la luce nell'Ile de France della prima metà del XII secolo e che oggi, in barba a chi la riteneva una creazione barbara (perdonate il gioco di parole) e quindi spregevole, possiamo ancora ammirare.
Nella cattedrale gotica l'elemento base, non meno dell'arco a sesto acuto di scolastica definizione, è il meraviglioso gioco creato dal contrasto fra la luce ed il buio: la prima entra attraverso le splendide vetrate che sono una delle creazioni più belle di questo stile; il secondo si appropria degli spazi lasciati liberi dalla prima. Abbagliato dalla luce filtrata dai colori del vetro, il visitatore non riesce a distinguere i contorni degli oggetti posti al di fuori dei raggi chiarificatori.
Per analogia possiamo definire un film come gotico se questo propone non solo ambientazioni cupe e misteriose (come già i romanzi che lo hanno definito come genere letterario), ma anche storie basate su un gioco di chiaroscuri, nelle quali lo spettatore è costretto a seguire un labirinto di idee, situazioni ed emozioni fino allo svelamento di un finale che spesso lascia attonita la platea.
Partendo dunque dal fatto che siamo noi fruitori di cinema ad attribuire a una pellicola l'etichetta che è nel titolo di questa playlist, propongo sette titoli che possono esplicitare l'attributo di gotico sotto diversi punti di vista. Ad eccezione di un titolo (che non potevo non inserire in questa mia lista) ho scelto produzioni abbastanza recenti. A chi leggerà queste mie riflessioni la libertà di proporre una propria interpretazione che è sempre ben gradita
Con Lon Chaney, Mary Philbin, Norman Kerry, Arthur Edmund Carewe
In streaming su Cultpix
Dal romanzo di Gaston Leroux, eccezionale pellicola diretta da Rupert Julian con Lon Chaney nei terrificanti panni del protagonista. Qui troviamo il gotico in tutta la sua potenza: sotterranei tenebrosi, passaggi segreti, un misterioso essere sfigurato (la scena in cui Erik, il protagonista, si toglie la maschera, rimane una delle più spaventose nella storia del cinema), ma anche l'amore disperato e non corrisposto, e un uomo costretto da un tragico destino senza speranza a fuggire i suoi simili.
Tim Burton è probabilmente il regista più gotico del panorama cinematografico contemporaneo. Testimonianza di ciò sono non solo le sue ambientazioni cupe, ma anche il suo modo di porsi verso il diverso e la poesia malinconica che aleggia nelle sue pellicole. Citiamo questo film (ad avviso di chi scrive il miglior Batman su grande schermo di ogni tempo) fra i tanti di questo regista che potevano essere inseriti a pieno titolo in questa playlist, proprio perché riesce a essere pienamente gotico pur non essendo affatto un film horror. Al di là dell'ottima prova degli attori (su tutti lo straordinario Jack Nicholson nei panni del Joker) non possiamo non sottolineare l'affascinante ricostruzione di una Gotham City tetra ed e oscura. “Dimmi una cosa, amico mio. Hai mai danzato col Diavolo nel pallido plenilunio?”
Una tenebrosa notte di tempesta, un colpo che echeggia nel buio e un uomo in fuga. E' privo di identità, non ricorda nulla se non il suo nome, non sa spiegare la sua presenza. Giuseppe Tornatore rivelò con questa pellicola insospettabili doti gotiche confermate poi da La Sconosciuta e, soprattutto, dal recente La Migliore Offerta. Cast internazionale (Gerard Depardieu, Roman Polanski e Sergio Rubini) per una pellicola di grande fascino e di notevole qualità.
Se il sopra citato Burton è indubbiamente il regista simbolo del gotico cinematografico di questi anni, il capolavoro del genere però non gli appartiene. Il titolo va attribuito a questa pellicola diretta da Alex Proyas.
Tratto da un fumetto di James O'Barr, è stato etichettato come un film horror o addirittura supereroistico, a mio avviso due definizione riduttive se non errate. Il Corvo è una favola nera, struggente e malinconica, una storia in cui la violenza e la tenerezza vanno di pari passo. Eric Draven torna dall'aldilà per vendicare la propria morte e quella della fidanzata, violentata e massacrata da una banda di delinquenti senza scrupoli, affiancato nella sua nemesi da un corvo che ne rappresenta l'anima. Spietato nella sua azione di giustiziere, Eric mostra compassione per i deboli e in più momenti rivive i momenti di felicità trascorsi con la fidanzata ed il dolore per i tragici accadimenti.
C'è una sottotraccia malinconica in tutto lo svolgimento del film che porta lo spettatore a identificarsi in toto con il protagonista, a gioire per la sua vendetta e a commuoversi per il suo dolore senza rimedio.
Completo di un inevitabile richiamo alla poesia di Edgar Allan Poe, Il Corvo appare memorabile per una colonna sonora eccezionale (tra gli altri The Cure, The Jesus and Mary Chain, Stone Temple Pilots) tra cui spicca una canzone finale dolcissima e struggente (It Can't Rain All The Time, ovvero non può piovere per sempre, frase simbolo del film). E, purtroppo, l'ombra gettata su tutto dalla morte del protagonista Brandon Lee proprio sul set per un tragico incidente i cui risvolti suscitarono parecchie perplessità. Questo è il film gotico per eccellenza almeno per quanto riguarda l'ultimo quarto di secolo.
Gioiellino nascosto nella cinematografia britannica, diretto da Gerald McMorrow e che vede tra i suoi protagonisti Eva Green. Thriller intricato e ben sviluppato attraverso una serie di storie parallele e apparentemente inconciliabili che troveranno il punto di congiunzione in un finale risolutivo. Splendida l'ambientazione della Città di Mezzo, un piccolo capolavoro del gotico assolutamente da riscoprire.
Citazione quasi scontata quella per il capolavoro di Ridley Scott, film ineguagliabile sotto molti punti di vista, vetta inarrivabile della fantascienza gotica. Qui siamo lontani anni luce dalla luminosità di Star Wars o dalla fantascienza ottimistica di Steven Spielberg: il nume tutelare è Lovecraft, l'astronave abbandonata sul pianeta è quanto di più oscuro si sia mai visto in un film di questo genere. E le scenografie di H.R. Giger mantengono inalterate a tanti anni di distanza la loro inquietudine.
Eccolo qui il vero maestro del Gotico Italiano, Pupi Avati. Doveroso citarlo in questa playlist, lo ricordiamo con questo film di grande pregio, ricco di atmosfere suggestive e davvero spaventoso. Un seminarista che tiene comportamenti poco “morali” fugge dalla Bologna Papalina e si getta nelle braccia di un tetro maniero arroccato sull'Appennino. In mezzo ai boschi e lontano dalla civiltà è costretto a convivere con un inquietante personaggio in odore di satanismo e una immensa biblioteca rifugio per volumi maledetti. Bravissimi Stefano Dionisi e Carlo Cecchi per questo notevolissimo esempio di Gotico Italiano.
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