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“Newtown è una tranquilla cittadina circondata da boschi dove non succede mai nulla. Non è così che iniziano tutti i film horror? “ (da Spinoza.it)
di yume ultimo aggiornamento
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“Newtown è una tranquilla cittadina circondata da boschi dove non succede mai nulla.  Non è così che iniziano tutti i film horror? “ (da Spinoza.it)

Vita o cinema, chi dei due copia l’altro?

Playlist film

Bowling a Columbine

  • Documentario
  • USA
  • durata 123'

Titolo originale Bowling for Columbine

Regia di Michael Moore

Bowling a Columbine

Troppo facile pensare a lui, il Moore internazionale che dieci anni fa diceva queste cose, evidentemente inutili, stando alle cronache del decennio successivo.
Aveva ragione? Certo!
E invece qui, se non ha torto, è comunque un bell’illuso: ““Ma rimango continuamente sorpreso dell'abilità non solo del popolo americano ma anche di quello di tutto il mondo per far accadere l'impossibile. Quanti di voi avrebbero pensato che il muro di Berlino sarebbe mai caduto? io no, e quanti hanno creduto che Mandela sarebbe uscito di prigione e addirittura sarebbe diventato presidente del SudAfrica? Sono accadute così tante cose negli ultimi vent'anni…sono convinto che qualsiasi cosa può accadere se le persone si ribellano nel modo giusto, facendosi valere per quello che è giusto.”

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Heimat

  • Drammatico
  • Germania
  • durata 924'

Titolo originale Heimat - Eine Chronik in elf Teilen

Regia di Edgar Reitz

Con Marita Breuer, Gertrud Bredel, Michael Lesch, Dieter Schaad

Heimat

Reitz, invece, ci prende sempre, a proposito di “tranquilli paesini” (e molto altro).
Beh, sì, bisognerebbe vederlo tutto Heimat, questa è solo una briciola.
“Noi tedeschi abbiamo dei problemi con le nostre “storie”. L’ostacolo vero è la nostra “Storia”. Il 1945, anno zero della Germania, ha cancellato molto, ha creato una voragine nella capacità di ricordo della gente. Un intero popolo – come afferma Mitscherlich – “è diventato incapace di essere in lutto”, il che significa “incapace di raccontare”.
Sono parole di Edgar Reitz, che ha dedicato venti anni della sua vita per riprendere la strada del racconto, e Schabbach, tranquillo paesino della Renania Palatinato, dove, piagnucola Lucie, "mai che succeda qualcosa in questo Hunsrück di cui una persona possa sublimarsi", ha seguito la strada aperta da Fleischmann fra i boschi e i porcili in bianco e nero della Bassa Baviera.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Heimat 2 - L'epoca delle molte parole

  • Drammatico
  • Germania
  • durata 115'

Titolo originale Die Zweite Heimat - Chronik einer Jugend - Die Zeit der vielen Worte

Regia di Edgar Reitz

Con Henry Arnold, Anke Sevenich, Frank Roth, Carolin Fink

Heimat 2 - L'epoca delle molte parole

“Non siamo più in grado di tradurre i sentimenti con parole appropriate.
Abbiamo fame e diciamo che vogliamo lavorare.
Abbiamo freddo e diciamo che vogliamo possedere una casa.
Abbiamo bisogno di solidarietà e diciamo che siamo innamorati.
L’amore è un mucchio di rovine, la famiglia una fucina di nevrosi.
L’uomo reprime la donna, la donna si vendica sul bambino,il bambino è geloso del padre, che si sente colpevole verso la madre.
La madre soffoca d’amore il bambino che cerca di fuggire.
Il padre dà la colpa alla madre.
La madre gli ricorda il suo dovere.
Il padre rappresenta lo Stato.
Il bambino si ribella.
La madre piange, il padre picchia.
C’è un nazifascismo dei sentimenti.
Noi diciamo questa verità. Dopo, nulla è più come prima.”
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Scene di caccia in Bassa Baviera

  • Drammatico
  • Germania
  • durata 90'

Titolo originale Jagdszenen aus Niederbayern

Regia di Peter Fleischmann

Con Martin Sperr, Angela Winkler, Else Obnecke, Michael Strixner

Scene di caccia in Bassa Baviera

Quando Fleischmann girò il film nel ’69 a Unholzing e a Ergoldsbach, in Bassa Baviera, per l’argomento trattato e il ruolo dei paesani nella vicenda si trovò ad affrontare forti reazioni ostili da parte della comunità della zona.
Quel “fascismo quotidiano”, quella marginalità che metteva in scena, mutuando la vicenda dal testo teatrale di Martin Sperr (attore protagonista e co-sceneggiatore), trovò evidenti conferme anche nella realtà effettuale, e, a distanza di quarant’anni, è grande lo sgomento che la storia ancora suscita, non soltanto per l’alto tasso di violenza e attualità che contiene, ma, e soprattutto, per il contrasto stridente con un mondo contadino che si è sempre tentati di immaginare solidale, immune da nevrosi metropolitane, immerso nel pacato ciclo della natura e delle sue opere.
Quel mondo che solo qualche decennio prima Sepp Hilz, “il pittore dei contadini”, amato artista di regime quotato dal Fürher in persona, dipingeva come isola felice, oasi di buoni pensieri e buone parole, l’ Heimat  a cui tendere come approdo sicuro dalle tempeste della vita, è lo stesso che, tableau vivant, metterà in scena fra i boschi incantati della Bassa Baviera una caccia all’uomo in tutto simile a scene analoghe girate lungo le sponde del Mississipi, mancano solo i cappucci bianchi.
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il nastro bianco

  • Drammatico
  • Austria
  • durata 145'

Titolo originale Das weiße Band

Regia di Michael Haneke

Con Susanne Lothar, Ulrich Tukur, Burghart Klaußner, Josef Bierbichler, Marisa Growaldt

Il nastro bianco

In streaming su Apple TV

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L’apocalisse dietro l’angolo, l’incubazione del male, la genesi di mostri studiati in vitro nel loro farsi, crescere e moltiplicarsi, questo è il film vincitore della 62° edizione di Cannes, Il nastro bianco, già nel titolo così asettico, così totalmente dissanguato nella negazione che il bianco impone ad ogni sospetto di colore e dunque di libero fluire del sangue della vita.
Gelido e tagliente come la coltre di neve che copre il villaggio, abbacinante come i campi che sembrano di ghiaccio anche quando sono ricolmi di spighe, il film è girato in un bianco e nero senza ombre nè calore, il silenzio è la cifra costante, qualche tocco di Schubert e pochi brani da corali  a cappella di Lutero non bastano a rompere l’aria rarefatta che si respira per tutta la durata, all’aprirsi di una visione ai confini della realtà, ma che della realtà ci dice molto, dove oggetti, luoghi e persone di comunissima apparenza diventano terrificanti epifanie della totale negazione di umanità. 
I ragazzi del villaggio si muovono come automi, ubbidiscono come piccoli soldati a chi esercita sulla loro innocenza originaria il diritto di calpestarla, che sia il pastore, fanatico moralista che affida ai nastri bianchi il segno della purezza, o il medico, pervertito misogino, o la comunità tutta di volti impassibili, ottusi, facce uscite da una tela di Munch, schierate in chiesa a pregare chissà quale loro strano dio. 
Un mondo senza speranza, in cui il male è l’innocenza negata che diventa violenza, furia distruttrice, Erinni che sale dal sangue delle vittime e si abbatte sull’uomo.La notizia dell’attentato di Sarajevo e della morte dell’arciduca Francesco Ferdinando chiude il film.
 
E’ il 28 giugno 1914.
La voce fuori campo che ha raccontato la “storia” ci aveva avvertito che quello sarebbe stato l’ultimo capodanno di relativa tranquillità.
 
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Silentium

  • Thriller
  • Austria
  • durata 110'

Titolo originale Silentium

Regia di Wolfgang Murnberger

Con Josef Hader, Simon Schwarz, Joachim Krol, Maria Köstlinger, Udo Samel, Jürgen Tarrach

Silentium

“Sei un coglione, proprio come John Wayne!
John Wayne non è un coglione!
John Wayne è un supercoglione!!!
E perché?
John Wayne è il tipo che massacra 200 indiani  e poi entra nella capanna e si solleva il cappello davanti a una donna”
 
Questa, forse, è la ragione per cui questo film non ha avuto successo in America.
 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Riunione di famiglia

  • Commedia
  • Danimarca, Svezia
  • durata 93'

Titolo originale En mand kommer hjem

Regia di Thomas Vinterberg

Con Oliver Møller-Knauer, Thomas Bo Larsen, Ronja Mannov Olesen, Helene Reingaard Neumann

Riunione di famiglia

In streaming su Amazon Prime Video

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Per riprender fiato un film, certamente senza pretese, ma godibilissimo, semplice nella confezione ma senza sbavature, fatto di una materia acquerellata, direi, in cui vicende e personaggi si offrono con i toni della favola a lieto fine senza però scadere nel mèlo o, peggio, nella melensaggine di certe recenti pellicole all'italiana maniera.
C'è un bel ragazzone danese che ritrova il padre, c'è un padre un bel po' squinternato che scopre com'è bello avere un figlio e alla fine ci canta pure una bella aria dalla Traviata, c'è un tenero amore che vuol trionfare a tutti i costi, e lo fa, c'è garbo nel dire queste piccole cose, c'è una Danimarca di casette colorate e prati e gialle distese di non so che (non credo spighe di grano, vista la latitudine), c'è un mondo di serenità e pace, non frastornato nè inquinato. C'è un cuoco per cui la cucina è un rito mistico e strappa belle risate, piacevoli accordi di chitarra e qualche gag di una band kletzmer capitata lì chissà come.
Insomma si esce dal cinema senza maledire il momento in cui si è entrati. Non abbiamo visto un capolavoro, ma nella vita c'è posto anche per momenti di sana e spensierata  allegria, e non mi par poco. 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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