Film onirico, criptico, impenetrabile: tra Reygadas e Alonso.
Di certo non posso dare una valutazione complessiva ad un Festival di cui, come al solito, sono riuscito a seguire solo in parte. Per questo, piuttosto, rimando alla Playlist di Alan Smithee, vero "stakanovista" dei TFF qui su FilmTV - e che ho avuto il piacere di incontrare, anche se purtroppo come per Yume, solo di sfuggita, visto il copioso numero di proiezioni che avevamo da seguire.
Con questa breve play vorrei, piuttosto, segnalare i film che maggiormente mi hanno colpito quest'anno. Un Festival contraddistinto da un Concorso ufficiale che si è rivelato, come al solito, una mezza delusione. Che il TFF "raccatti" scarti qua e là da altri Festival penso sia ormai un dato di fatto - non conosco persona abituale del TFF che non si lamenti di ciò. È per questo che, negli anni passati, ho sempre e solo seguito le retrospettive, molto più invitanti - Robert Altman, Nicholas Ray, Nagisa Oshima, ecc.. Quest'anno, un po' per scelta, un po' per "dovere", ho seguito quasi solamente le ultime uscite, ma posso dire con certezza che c'è ben poco da salvare in questo gran calderone di mediocrità. A parte il vero e proprio "evento" del Festival, Holy Motors - e che, ahimè, ho dovuto saltare -, l'unico film (presente, tra l'altro, in una sotto-sezione, e già uscito a Venezia) di vero interesse, tra quelli che ho visto, è stato Leones, della video-artista argentina Jazmin Lopez: uno spettacolo da quale la maggior parte degli spettatori è letteralmente "fuggita"... magari proprio la stessa fetta di pubblico che, il giorno seguente, ha applaudito, quasi consumandosi le mani, il furbo ed ipocrita Le fils de l'autre. Unico film veramente coraggioso, questo Leones, di un Festival spesso troppo ripetitivo nelle scelte (ma in quanti film c'è la storia della ragazza che va a vivere da solo, si trova in difficoltà economica, e finisce per prostituirsi?). Anche il tema dell'incomunicabilità, continuamente ostentato, sembra piuttosto un escamotage per colmare un serio problema di inventiva. Qualche barlume di speranza l'ha dato Gomez, che con Tabù ha realizzato un'opera che, di certo, non fa gridare al capolavoro, ma che ha il pregio di mettere in discussione l'apparato linguistico cinematografico. Altro episodio interessante è stato L'etoile du jour - stroncato proprio oggi, su Repubblica, da Roberto Nepoti: un film tutto sommato "diverso" dalla calma piatta a cui m'ero abituato. Nemmeno qui siamo in aria di capolavoro, ma almeno "qualche cosa si muove". Per il resto, spero che chi ha potuto, si sia consolato almeno con la retrospettiva dedicata quest'anno a Joseph Losey: in tutta questa contemporaneità già così vecchia, chissà perché qualcosa di "vivo" lo dobbiamo proprio andar a cercare nel passato...
Playlist film
Un film retrò e sperimentale. Una risposta interessante al blasonato The Artist.
Tra Carax e Fellini, un film barocco e kitsch: non per tutti i palati.
Buon film italiano, che rivisita la passione di Cristo in lingua sarda.
Discreta storia di teenager alle prese con la gravidanza.
Tenero film d'animazione, in cui si inseriscono riprese dal vivo.
Film cubano diviso tra un primo tempo etnografico e una seconda parte metafisica.
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