In seguito alle recenti uscite (dagli esiti non proprio assimilabili) di “On the road” e “Un sapore di ruggine e ossa”, ho pensato a quali film, fra i miei preferiti, sono tratti da romanzi, racconti o fumetti. Data l'ampiezza della materia, ciascuno di noi avrà i suoi. Lo scopo però non è di fare un confronto dettagliato con l’opera scritta, dal momento che non di tutte le pellicole della presente playlist ho letto la versione cartacea. E poi perché, per evitare delusioni (tecnica personale e di certo non sempre infallibile), solitamente prima vedo il film (che ha la necessità di operare tagli o modifiche rispetto alla storia originale) ed in seguito leggo il libro, come sto facendo con alcuni dei seguenti titoli.
...dal romanzo “Fahrenheit 451” (aka “Gli anni della fenice”) di Ray Bradbury (1953; ITA 1956).
I libri sono i protagonisti di un futuro da incubo. O meglio, per qualcuno non dovrebbero più esserlo. Si possono pure bruciare, ma i libri continuano a vivere dentro di noi. Un inno molto efficace sull’importanza imprescindibile della Cultura.
...dal romanzo “Espiazione” di Ian McEwan (2001; ITA 2003).
All’apparenza il film è un mix di romantico, costume e guerra. Certo, ma soprattutto racconta di immaginazione, rimorso e senso di colpa, e del peso delle scelte sul destino. Determinante il ruolo giocato da una lettera scritta dal protagonista. E poi uno dei finali più belli visti sul grande schermo.
Con Gino Cervi, Fernandel, Leda Gloria, Franco Interlenghi, Vera Talchi, Sylvie
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...dalla raccolta di racconti “Mondo piccolo. Don Camillo” di Giovanni Guareschi (ITA 1948).
Un universo, quello della Bassa Padana, in realtà molto italiano. L’ironico campo-controcampo tra due visioni agli antipodi, ma forse complementari, come quelle incarnate da sindaco e parroco può ancora oggi rappresentare uno specchio del nostro paese.
...dalla graphic novel “V per Vendetta” di Alan Moore (1982-1985; ITA 1991).
Fantascienza distopica si potrebbe dire, eppure la potenza delle immagini, la climax della narrazione e le riflessioni su dittatura, intolleranza, giustizia e libertà sono tutti molto reali (negli '80 Thatcheriani a cui pensava Moore come nel XXI secolo). Anche l’uomo sotto la maschera è molto… “letterario”.
...dal romanzo breve “Colazione da Tiffany” di Truman Capote (1958).
Come per Bradbury (e gli altri) non tutto è fedele al testo di partenza. Pur depurata di qualche “trasgressione”, la favola di questa prostituta, anche rivista pochi mesi fa su grande schermo, è ancora intatta. Una commedia di eleganza immortale, un mito.
...dal romanzo “La morte non dimentica” di Dennis Lehane (2001).
Non a caso la sceneggiatura (di Helgeland) è perfetta. Uno scavo profondo nella psicologia umana. Cupo e senza via di scampo, come le strade di Boston. Struggente noir portato magistralmente al cinema da Clint Eastwood.
...dalla raccolta epistolare “84, Charing Cross Road” di Helene Hanff (1970).
La letteratura ancora protagonista. E dall’amore per quella classica inglese nasce una grande e profonda amicizia... per corrispondenza. Una storia emozionante, Bancroft e Hopkins da antologia.
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