Il cinema è, come qualsiasi arte, una cura, ma anche uno strumento d'indagine della realtà, di riflessione - uno specchio. Il suo compito è di esprimere, 'cavar fuori', estrarre dalle pofondità dell'Essere, rivelare ciò che attraverso i sistemi convenzionali di segni resta incomunicabile: fuori, distante, sotto, sopra, al di là, ai margini. E' il tentativo di raccordare le imperfezioni del linguggio comune. Chi pensa che sia un'invenzione casuale si sbaglia. In quanto potenzialità delle risorse umane e naturali, inscritte sin dall'origine nella nostra forma vivente ha spinto per emergere. Il fatto che sia una cura significa che la nostra vista è infedele, scorretta. Siamo ciechi. Il cinema ha senso per gli esseri umani che credono di vedere ma, in effetti, non sono ancora padroni dei loro occhi. I ciechi non hanno bisogno del cinema perché loro sanno già trascendere la visione e andare all'essenza delle cose. Il problema è tutto nostro che possiamo cadere nella trappola di apparenze illusorie. Solo filosofia? A voi la scelta.
Per prendere coscienza e, dunque, liberarsi del fatto che la realtà è un'illusione è necessario l'impegno di conoscer-si - scalare la montagna. In due ore non è possibile conoscere la verità. Per capire questo film, poi, bisogna già avere qualche conoscenza in più rispetto alla media. Può servire da input.
Il teatro dei moventi psicologici che si agitano in ogni uomo dietro il paravento dell'ordine sociale identificato con la realtà. La ragione per cui "Each man kills the thing he loves". (Ogni uomo ammazza ciò he ama)
Il vero mandante di ogni delitto alberga nella psiche ed è inafferrabile. Imprigionare o, all'estremo, sbarazzarsi dei corpi non basta; è solo una soluzione superficiale e provvisoria. Esso si rigenera sempre uguale.
La realtà è più misteriosa di quanto si tenda a volersi convincere. Aprire gli occhi significa vedere il mistero come una presenza oggettiva ed invincibile. Kubrick mette in scena il mistero dell'identità che è soprattutto se stesso. Questo film è una sorta di summa del suo cinema in cui si autocita. Per dire: io non posso fare altro che parlare di me. Sono sempre io e non posso essere che io, l'oggetto misterioso e affascinante della mia indagine, la terra del mio viaggio. L'io è anche l'oggetto, l'altro da sé.
Come si spiega ne 'Il nome della rosa' di U. Eco l'esercizio del pensiero paradossale e il registro del ribaltamento comico aiutano a svelare le forzature irrazionali dei regimi repressivi in cui si vive inconsapevolmente. Ogni religione istituzionalizzata è un sistema calcolato di superstizioni, per nulla innocuo.
La fantasia, specialmente quando è totalmente libera, ha il pregio di ridurre a semplicità ciò che vogliono farci credere complesso, fuori dalla portata delle nostre capacità intelletuali e spirituali. Che la vita sia complicata è un racconto ingannevole scientemente costruito per favorire i privilegi di pochi. In questa messainscena sono ben rappresentate le dinamiche sociali, le forze interiori ed esteriori in gioco. Il realismo è meno efficace e più ingannevole. I mafiosi, i governanti corrotti, quì, non sono personaggi affascinanti, come vediamo altrove ma agenti, spiriti, del caos (maschere espressinistiche o del teatro antico) e come tali urticanti alla vista eppure nella realtà concreta riescono ad influenzare l'opinione pubblica. Come mai? Pensiamo a Berlusconi e al caos che ha alimentato per ottenere il potere. Il Joker è lui: con i suoi programmi televisivi ha incentivato il disprezzo per la cultura, la volgarizzazione dei comportamenti relazionali e l'esasperazione della faziosità tra tutte le categorie sociali, in senso: classista, sessista, religiosa, razzista, generazionale. Un progetto politico ben articolato, per questo da non sottovalutare come un parto spontaneo. Non poteva fare tutto da sé e sotto cova un sentimento di rivalsa, oltre che una libido malata. "Hai mai danzato con il diavolo in un pallido plenilunio?"
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta