"Lumière è stato l'ultimo dei pittori impressionisti,e il primo cineasta della storia."
Jean-Luc Godard
Fin dalle avanguardie storiche del primo '900,il cinema ha trovato fonte di ispirazione nella pittura,che ha omaggiato in molteplici forme,rafforzando sempre di più l'omologazione tra queste due arti visive. Nel 1917 Anton Giulio Bragaglia girò il film "Thais" o "Profondo incanto",con l'apporto delle bellissime scenografie di Enrico Prampolini,che nell'uso delle figure geometriche "ipnotiche ed estetizzanti",si ispirano al Liberty e all'arte simbolista,mentre nel 1919 Robert Wiene firmò il suo capolavoro "Das Cabinet des Dr.Caligari" - "l'opera cinematografica per eccellenza" secondo la definizione di Lotte Eisner - film simbolo e manifesto dell'espressionismo storico - artistico. Nel 1924 Fernand Léger,con la collaborazione di Dudley Murphy,presentò "Ballet mécanique",libera danza di corpi e oggetti che attinge al movimento cubista e dadaista,mentre,nello stesso anno,Marcel L'Herbier girò "L'Inhumaine",con la cooperazione dello stesso Léger e la fotografia di Man Ray.In questo dramma dalle forti tinte confluiscono citazioni cubiste e futuriste,mentre la parte finale riprende il cinema astratto di Léger. "Oltre a questi e altri prodotti delle avanguardie cinematografiche,diretta o mediata filiazione di quelle storico-artistiche,è ovviamente opportuno sottolineare l'alto valore pittorico e figurativo di tanti film d'autore,da Griffith a Chaplin,da Sternberg a Stroheim,da Méliès a Renoir,da Sjostrom a Dreyer,da Clair a Lang,a Bunuel,da Ejzenstejn a Pudovkin,le opere dei grandi registi sono state approfonditamente studiate anche per dimostrare l'equazione:film uguale arte.L'imperativo della messinscena di molti film d'autore era proprio quello di nutrire le immagini di suggestioni figurative,al fine di riproporle in una valenza di straordinaria pregnanza artistica." ( Pier Marco De Santi "Cinema e Pittura",1987 - Editore Giunti ) Un discorso a parte,come forma di omaggio specifico,è quello relativo allla vastissima produzione di lungometraggi,corti,documentari,ispirati alla vita e alle opere di artisti di ogni epoca. Qualche esempio.Lo splendido "Caravaggio" di Derek Jarman (1986),con Nigel Terry e Tilda Swinton,audace rivisitazione della vita di Michelangelo Merisi,di grande carica sensuale e bellezza figurativa. "La luna e sei soldi" esordio alla regia di Albert Lewin (1942),basato sulla vita e le opere del pittore Paul Gaugin e tratto dall'omonimo romanzo di Somerset Maugham che scrisse,in collaborazione con il regista,la sceneggiatura.Un film di raffinata eleganza,sorretto da un ottimo cast. "Montparnasse" di Jacques Becker (1958) sulla vita sofferta e travagliata di Amedeo Modigliani,dedicato a Max Ophuls,che ne aveva scritto la sceneggiatura,ispirandosi al romanzo "Les Montparnos" di Georges Michel.Nella parte del grandissimo pittore livornese,un fragile e tormentato Gerard Philippe. Infine "Brama di vivere" di Vincente Minnelli (1956),con uno straordinario Kirk Douglas nel ruolo di Vincent Van Gogh.Un film appassionante,che riesce a catturare la bellezza sofferta della pittura di Van Gogh e i suoi tormenti interiori.Sceneggiatura magistrale di Norman Cowin,dal romanzo di Iving Stone.Splendida fotografia,dai colori carichi e smaglianti,di Freddie Young e Russell Harlan. All'opera di Van Gogh è dedicato anche lo straordinario episodio "Corvi" del film "Sogni" di Akira Kurosawa,dove "la promenade onirica all'interno delle gigantografie dei quadri del pittore olandese è un momento di altissima magia cinematografica." (Aldo Tassone) Imprescindibile dunque la "contaminazione" tra cinema e pittura,che si traduce in espliciti o sottintesi riferimenti e citazioni iconografiche,creando atmosfere di grande fascino visivo,che spesso veicolano,al di là della ricerca estetica,con potente forza figurativa,i contenuti stilistici e formali dell'opera cinematografica. Difficile fare una scelta,di seguito sette film "pittorici",che mi hanno particolarmente affascinato.
Con Sylvia Bataille, Jane Marken, André Gabriello, Georges Darnoux, Jacques Brunius
Film incompiuto,capolavoro e sintesi del "realismo poetico" di Jean Renoir,"Une partie de campagne" evoca atmosfere impressioniste di bellezza ammaliante,con riferimenti pittorici allo stesso Auguste Renoir,a Manet,Monet,Cezanne,mentre il regista fa propria la lezione del "plein aire",creando una simbiosi di grande fascino visivo tra l'elemento naturalistico (splendide le riprese del temporale estivo) e le passioni umane.
Con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti, Heinz Moog
In streaming su Rai Play
Straordinaria opera di coesione tra letteratura,storia,pittura,teatro,melodramma e musica.Numerose le citazioni pittoriche per le quali Visconti,con la collaborazione di Ottavio Scotti per la scenografia,Marcel Escoffier e Piero Tosi per i costumi,attinge alla pittura romantica ottocentesca italiana e ai Macchiaioli.Tra le citazioni più esplicite:nel primo abbraccio degli amanti,nella villa di Aldeno,e nel panneggio del bellissimo vestito di Livia Serpieri,"Il bacio" di Francesco Hayez.Per le scene di battaglia e le immagini dei soldati italiani:"La battaglia di Custoza" e "Il campo italiano durante la battaglia di Magenta" di Giovanni Fattori,da cui Visconti riprende la scabra essenzialità,priva di retorica,per esprimere il dramma umano delle sconfitte italiane durante la Terza Guerra d'Indipendenza.Infine,per l'epilogo e la ricostruzione dell'appartamento di Franz Mahler a Verona: "La lettera" di Telemaco Signorini,da cui vengono ripresi i colori rosso vivo delle pareti e la cupa quadreria che fa da sfondo all'ultimo,drammatico incontro tra i due protagonisti.
Cinema di "fulgurazione figurativa" (Roberto Longhi),dove,nella scena finale,con sguardo partecipe e dolente,Pasolini omaggia il bellissimo dipinto di Andrea Mantegna "Cristo morto",non solo come citazione estetica,ma come sintesi visiva di un contenuto fortemente drammatico.Sulla scelta del protagonista,Ettore,dirà inoltre Pasolini:"Ho visto Ettore Garofalo mentre stava lavorando come cameriere in un ristorante dove una sera ero andato a mangiare (...),esattamente come l'ho rappresentato nel film,con un vassoio di frutta tra mani come la figura di un quadro di Caravaggio...." Anche la scena iniziale del banchetto di nozze può essere interpretata come citazione pittorica di molte rappresentazioni dell'Ultima Cena. ( Dal Ghirlandaio a Leonardo da Vinci).
In questo stupendo affresco settecentesco,i numerosi e colti riferimenti iconografici alla pittura inglese dell'epoca (John Constable,Thomas Gainsborough,William Hogarth),ricreano suggestivi "tableaux vivants" di ammaliante bellezza,ripresi dalla straordinaria fotografia di John Alcott (Oscar 1976) alla luce naturale delle candele,restituendone tutta la suggestiva atmosfera."La luce dominante in tutto il film,le tonalità e i colori sono parte integrante di ciò che Kubrick porge allo spettatore,essi rappresentano una sorta di struttura della vita stessa del protagonista in senso allegorico.Dall'ascesa in società alla caduta umiliante." (Marco Mantovani)
Werner Herzog attinge,nella sua straordinaria ricostruzione ambientale e naturalistica,alla pittura romantica tedesca,in particolare a quella simbolico contemplativa di Caspar David Friedrich,che preclude ad una rivisitazione "romantica" della figura del vampiro.
Con Joss Ackland, Andréa Ferréol, Frances Barber, Agnes Brulet, Ken Campbell, Brian Deacon
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Film visionario,criptico,(dis)turbante e affascinante,ricco di citazioni pittoriche e filosofiche,in cui Peter Greenaway esprime tutto il suo straordinario talento visivo.Grande omaggio a Johannes Wermeer e al suo splendido dipinto "La lezione di musica" o "Gentiluomo e donna alla spinetta",nella ricerca ossessiva del falsario Van Hoyten di una sua impossibile riproduzione,mentre la suggestiva fotografia di Sacha Vierny immerge numerose sequenze in una luce di fascinoso rimando vermeriano.
Peter Webber ricostruisce con accurata minuziosità gli interni domestici - la casa di Vermeer e della giovane Griet -ponendo una particolare attenzione al gioco delle luci (splendida fotografia di Eduardo Serra),che illuminano radenti i personaggi della mise-en-scène,immergendoli in un chiaroscuro dalle tonalità calde e fredde,ma sempre avvolgenti.Tra le numerose citazioni,l'inquadratura finale della protagonista intenta a cucire riprende,nella composizione spaziale,il dipinto "La Merlettaia".
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