E' scomparso il 29 luglio all'età di 91 anni il regista francese Chris Marker, dedicatosi per quasi tutta la sua carriera al documentario. Nato nel 1921 a Neuilly-sur-Seine, dopo aver seguito i corsi di filosofia di Jean-Paul Sartre al liceo, ottenne una laurea in filosofia e, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si unì alla Resistenza come paracadutista. Nel 1949 pubblica un romanzo, Le coeur net, di cui è protagonista un aviatore. Il suo esordio al cinema risale al 1952 col film "Olympia 52" sulle Olimpiadi di Helsinki. Nel 1953 realizza insieme ad Alain Resnais il documentario estetico-politico "Les statues meurent aussi". Il suo film più famoso, nonchè da molti ritenuto il suo capolavoro, è "La jetée" del 1962, a cui si ispirerà anche Terry Gilliam per "L'esercito delle dodici scimmie". Nel 1963 dirige insieme a Pierre Lhomme il documentario "Le joli mai", che descrive Parigi dopo gli accordi di Evian, con un commento letto da Yves Montand. Nel 1967 partecipa al film collettivo "Lontano dal Vietnam" insieme a Godard, Ivens e Varda contro l'intervento americano nel Sud-est asiatico. Fra gli altri documentari girati in seguito, importanti "Le fond de l'air est rouge" e soprattutto il bellissimo "Sans soleil" del 1982, un viaggio poetico e politico che porta il regista dal Giappone alla Guinea-Bissau, dall'Ile-de-France all'Islanda. Nel 1986 gira "Mémoires pour Simone" dedicato all'attrice Simone Signoret, nel 1999 "Une journée d'Andrei Arsenjevitch" dedicato al regista Andrej Tarkovskij. Il suo ultimo cortometraggio è "Leila attacks" del 2007.
Con Hélène Chatelain, Davos Hanich, Jacques Ledoux
Sulla piattaforma dell'aeroporto di Orly la morte di un uomo di cui all'inizio non sappiamo l'identità è associata allo scoppio della Terza guerra mondiale. I superstiti della catastrofe nucleare sono nei rifugi sotterranei. Si inviano emissari affinchè il passato e il futuro soccorrano il presente. Durante i suoi lunghi e penosi viaggi l'uomo ritrova l'immagine che lo ossessiona: quando all'aeroporto di Orly corre verso la donna amata comprende il significato dell'evento iniziale. Cortometraggio in bianconero a foto fisse e ferme- se si toglie uno zoom all'inizio e due o tre altri in cui la storia va nel futuro- in cui si afferma una identità fra il grande e il piccolo, l'individuale e l'universale... introduce un tema che sarà tipico della fantascienza francese nouvellevaguista, quello del viaggio nel tempo (A. Farassino). Allucinato, vertiginoso, originale Tratto da Il morandini-Dizionario dei film
Con Florence Delay, Arielle Dombasle, Riyoko Ikeda, Charlotte Kerr, Kim Novak
I ricordi di viaggi e di luoghi _ in particolare il Giappone e la Guinea-Bissau dopo la rivoluzione mancata _ nelle lettere di Sandor Krasna, cameraman free-lance, filtrate dall'evocazione e dalla voce (Alexandra Stewart) di una donna sconosciuta. Le sue parole e le immagini che Sandor (lo stesso Marker) ha preso dalla realtà sono intercettate e deformate (solarizzate) dagli interventi del videoartista giapponese Hayao Yamaneko e diventano fantasmatiche. Nel dialogo a distanza tra due personaggi invisibili (con l'intrusione di un terzo) c'è "un velo di distanza temporale e spaziale che accentua la forza poetica del testo (bellissimo)" (R. Chiesi). Più che storie, sono piccoli aneddoti, metamorfosi di oggetti e molte figure di gatti, molto amati da Marker per il quale sono portatori di una libertà orgogliosamente solitaria. Lungo il tragitto di questo singolare film poetico e ipnotico gli accenni _ pessimistici più che pietosi _ sulla miseria e lo sfruttamento sociale nel Terzo Mondo. Musiche: Michel Krasna, Isao Tomita. Prodotto da Anatole Dauman. RHV - Ripley's Home Video 2007. Tratto da Il morandini-Dizionario dei film
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