Gigi Ballista era nato nel 1918 a Firenze, ma non è mai stato un attore legato alla parlata toscana, anche perché pare che fosse nato da genitori d'origine veneta. È rimasto nella memoria di molti per la sua voce chioccia, roca fino al falsetto e per la sua figura fisicamente imponente, che gli ha spesso procurato (talvolta imposto) ruoli non principali di personaggi di elevata classe sociale: dirigenti d'azienda, politici, medici, prelati, non di rado con una deriva sporcacciona.
La sua carriera cinematografica, iniziata non prestissimo - ben oltre i quarant'anni - si era avviata su binari promettenti, con film di un certo rilievo e di qualche ambizione artistica, da Un giorno da leoni (1961) di Nanni Loy a Signore & signori (1965) di Pietro Germi, da L'immorale (1967) ancora di Germi a Il fischio al naso (1967) di Ugo Tognazzi. Purtroppo, il prosieguo non è sempre stato all'altezza degli inizi, dipanandosi tra ruoli marginali in produzioni importanti e ruoli di maggiore impegno in pellicole di scarso rilievo.
L'attore muore a Roma lo stesso giorno della strage alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980 e la sua dipartita passa ovviamente inosservata. Il suo ultimo lascito cinematografico, peraltro, non è quel che si suole definire indimenticabile: lo vediamo recitare il vescovo in un film trascurabile che esce (postumo) nel 1981, L'assistente sociale tutto pepe di Nando Cicero.
Con Edwige Fenech, Pippo Franco, Vittorio Caprioli, Gigi Ballista
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Il motore della vicenda: è il commendator La Noce, che deve corrompere un parlamentare siciliano sensibile al fascino femminile, nel film ingiustamente assurto a paradigma del cinema trash.
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