Sabato 19/05/2012 io e altre 20-30 persone, abbiamo avuto la fortuna di vedere alla Casa del Cinema di Roma, in una bella sala, in formato DVD ma su grande schermo e senza pagare nessun biglietto, il capolavoro Andrej Rublëv…pensavo di trovare più persone in sala..magari con questa mia playlist riesco a far venir voglia a qualche giovane di saperne di più su Andrej Tarkovskij, uno dei più grandi registi sovietici moderni. Nacque in Bielorussia nel 1932 e morì (di cancro) a Parigi nel 1986, cioè a soli 54 anni, purtroppo! Sapendo dell’amore per la poesia ereditato dal padre e dell’interesse per la religione cristiana trasmessogli dalla madre, nonché dei suoi studi di musica, pittura e geologia , con un occhio alla storia travagliata ed alla politica del suo paese negli anni della sua vita, riusciamo a capire un po’ lo straordinario mistico talento visivo, l’ ermetiche e visionarie riflessioni filosofiche, la lirica magia che ha profuso nei suoi film. Opere che, chiaramente, ebbero problemi di censura e di contestazioni in Russia, fino a renderlo un artista scomodo ed a costringerlo ad un esilio forzato, procurandogli però anche tanta ammirazione e rispetto nel resto del mondo. Fu accusato di essere incomprensibile…ma forse è proprio questo è il fascino dei suoi film che, più che dare, suggeriscono… emozioni che variano da spettatore a spettatore e che tanti premi gli sono valsi nei festival di tutto il mondo.
Leone d’oro ex- equo a Venezia. Un ragazzo russo, durante la seconda guerra mondiale, oramai con poche speranze per il futuro, animato dall’odio, rischia la vita per spiare i tedeschi…finirà tragicamente! Il film, permeato da uno struggente realismo visivo, condito con metafore e simbolismi, in bianco e nero (i colori avrebbero stonato con la storia), è il più premiato dei film di Tarkovskij e uno dei meno osteggiati dai politici russi degli anni ’60 … forse non l’hanno capito bene!
Con Anatolij Solonicyn, Ivan Lapikov, Nikolaj Grinko, Nikolay Sergeev, Irina Tarkovskaya
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Ebbe problemi di distribuzione: finito nel 1966 ha concorso, in versione censurata, al Festival di Cannes del 1969, uscì nelle sale cinematografiche italiane nel 1975. E’ la biografia del monaco russo pittore di immagini sacre del 1400, alla ricerca della fede. Il regista raccontando questa antica storia, divisa in episodi, trattando sull’arte, la religione, l’amore e la morte come erano vissute nel XV secolo, per mezzo di metafore fa una disamina del momento storico in cui ha girato il film. Il bianco e nero è perfetto per un film girato in mezzo al fango e alla neve con immagini di grande impatto visivo, accompagnato da musiche solenni.
Con Donatas Banionis, Natalia Bondarciuk, Jüri Järvet, Anatolij Solonicyn
Premio Speciale della Giuria a Cannes. Qualcuno lo accosta a 2001 odissea nello spazio. I desideri dell’equipaggio di un’astronave inviata su una stazione che ruota intorno al pianeta Solaris si materializzano, facendo ricomparire persone scomparse che non sono altro che proiezioni della loro memoria ma la cosa nuoce al loro equilibrio. Fantascienza si, ma della psiche!…gli extraterrestri sono dentro di noi.
Con Margarita Terechova, Jurij Nazarev, Ivan Danilcev
Il regista ricorda due fasi della propria vita: quando era bambino, dopo che il padre aveva abbandonato la madre e poi da adulto quando si separa dalla moglie. E’ un viaggio nell’ inconscio, attraverso i ricordi personali del regista alla ricerca di un po’ di pace. Complessa, criptica e manieristica autobiografia dove spazio e tempo, reale e immaginario, fatti privati e pubblici si mescolano insieme a ricordi e storia
Con Aleksandr Kajdanovskij, Anatoli Solonitsin, Nikolaj Grinko
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Siamo nel futuro, dopo che è caduto un meteorite, una guida (lo stalker) conduce uno scienziato e uno scrittore in un labirintico viaggio attraverso contaminate terre desolate, dove è proibito entrare ma chi ci riesce vedrà esauditi i propri desideri…quei luoghi sono la nostra anima e la nostra mente? Difficile capirlo dai loro ermetici dialoghi … e menomale che gli scrittori del racconto dal quale è tratto il film sono anche gli sceneggiatori!
E’ quel malessere nostalgico che prende chi è costretto a vivere lontano dalla propria terra. Un intellettuale russo viene nella nostra bella Toscana, magicamente illuminata, per ripetere il viaggio intrapreso in passato da un suo compatriota compositore dell’ottocento. Prevale il pessimismo di Tarkovskij, tanto per cambiare, che scorge in ogni cosa la fine del mondo. Scritto assieme al nostro Tonino Guerra.
E’ un po’ il testamento artistico e spirituale di Tarkovskij morto subito dopo le riprese. Sconvolgente apologo sul benessere e sulla ricchezza, sulla paura del nucleare che potrebbe portare alla fine del mondo. Il bergmaniano Erland Josephson (ma anche il direttore della fotografia è il preferito del regista svedese) per esorcizzare la fine del mondo, con sconvolgente pacatezza, “sacrifica” la sua casa dandole fuoco…ma forse c’è ancora un barlume di speranza per il futuro (i bambini)!
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