Reale illusione del ricordo che parla, mentre il tempo rema contro codici d’ingresso e tempeste di ideali che evaporano salendo. Scoprire l’espressione di qualcuno che non si riconosce, e gli occhi del passato annegano nel vortice dei ricordi: il tempo è dissolto, entrambi cambiati, entrambi uguali. Forse abbiamo sognato e per la prima volta ci siamo trovati. O forse non eravamo noi e non ci siamo mai visti. E torneranno espressioni che cambiano, per perdersi ancora, per (male)dirsi, per non dipendere dall’alba di corallo che illumina bruciando i sogni, ombre che abbandonano la Notte.
“Non c’è traccia della strada, ci siam persi, che facciamo? Un demonio ci conduce in qua e in là”
(A. Puškin)
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