Voglio dedicare questa mia play ad un grandissimo musicista che ci ha lasciato oggi: Lucio Dalla, un talento naturale che aveva la musica dentro e la corredava con delle parole meravigliose e profonde che rimarranno per sempre nel cuore di noi italiani che nonostante tutto siamo angeli con le rughe un pò feroci sugli zigomi, noi che riusciamo a perderci nel centro di Bologna anche se nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, noi per sempre in mezzo ai russi e gli americani .... no lacrime non fermarti fino domani, noi che abbiamo sempre bisogno di un babbo che era un gran cacciatore di quaglie e di fagiani caccia via queste mosche che non mi fanno dormire che mi fanno arrabbiare, noi che se quest'anno poi passasse in un istante vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io, noi che se attraverso il bosco con l'aiuto del buon Dio stiamo sempre attenti al lupo, noi che te voj bene assai ma tanto tanto bene assai, noi che aspettiamo senza avere paura...domani.
Con Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Delia Boccardo, Gianni Cavina, Lucio Dalla
In streaming su Pluto TV
La settima luna era quella di un luna park lo scimmione s'aggirava tra la giostra e il bar mentre l'angelo di Dio bestemmiava facendo sforzi di petto grandi muscoli e poca carne povero angelo benedetto
La sesta luna era quella di un disgraziato che maledetto il giorno ch'era nato ma rideva sempre da anni non vedeva le lenzuola con le mani con le mani sporche di carbone toccava il culo a una signora e rideva e toccava sembrava lui il padrone
La quinta luna fece paura a tutti era la testa di un signore che con la morte vicino giocava a bigliardino era pelato ed elegante ne giovane vecchio forse malato sicuramente era malato perche' perdeva sangue da un'orecchio
Con Lionel Abelanski, Rufus, Clement Harari, Michel Muller, Johan Leysen
La quarta luna era una fila di prigionieri che camminando seguivano le rotaie del treno avevano i piedi insanguinati e le mani e le mani e le mani senza guanti ma non preoccupatevi il cielo e' sereno oggi non ce ne sono piu' tanti
La terza luna uscirono tutti per guardarla era cosi' grande che piu' di uno penso' al padreterno sospesero i giochi si spensero le luci comincio' l'inferno la gente corse a casa perche' per quella notte ritorno' l'inverno
La seconda luna porto' la disperazione tra gli zingari qualcuno addirittura si amputo' un dito tutti andarono in banca a far qualche operazione ma che confusione la maggior parte prese cani e figli e corse alla stazione
L'ultima luna la vide solo un bimbo appena nato aveva occhi tondi e neri e fondi e non piangeva con grandi ali prese la luna tra le mani tra le mani e volo' via e volo' via era l'uomo di domani e volo' via e volo' via era l'uomo di domani
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