Salviamo subito il diritto d’autore.
E’ il titolo di un articolo on line del 30/10/ 2009 dalla testata Il Giornale di Gennaro Sangiuliano.Ne consiglio la lettura, tanto per cominciare e con buone dosi di spirito critico. http://www.ilgiornale.it/cultura/la_dolce_vita_lenin_sole_capri/30-10-2009/articolo-id=394961-page=0-comments=1
Se qualcuno si sta chiedendo cosa c’entri con un sito di cinema Vladimir Ilich Uljanov detto Lenin (per favore, non “Ljenin” come sempre si ama dire, specialmente in tivù, non lo dico io ma la guida russa che mi fece girare per Mosca e Leningrado, e pure l’ingegnere del posto che aveva studiato l’italiano in metropolitana mentre andava al lavoro) ecco la risposta:
ieri sera prima puntata, stasera seconda su Class tv digitale, di un lungo film 1988 di Damiano Damiani (pare sia nato come miniserie televisiva) su Lenin, interpretato da Ben Kingsley, con Leslie Caron nel ruolo di Nadja, moglie mite, innamorata e fedele e Dominique Sanda in uno dei suoi ruoli tipici, ha lo sguardo giusto e una certa piega della bocca incredibilmente funzionante (v. ad esempio Novecento Atto I di Bertolucci) nel ruolo di Inessa Armand, musa della rivoluzione bolscevica, amore intellettuale di Volodja, un legame vissuto intensamente, e dolcemente sopportato da Nadja (agli eroi questo e altro).
Bisogna vedere la seconda parte per dare un giudizio sul film.
Così a caldo e visto fino a metà, non sembra male, il cast è ottimo, la ricostruzione, come tutte le ricostruzioni storiche al cinema, fa fatica a non far sentire la mano del regista che, non essendo Sokurov o Tarr Bela, qualche spintarella in una sola direzione la dà.
Ma non è importante, il cinema non è un libro di storia, non arriveremo alle vette di Taurus sul piano dell’arte, né Damiani sarà un novello Ejzenstejn,ma un incentivo a rileggere qualcosa su quel periodo così lontano eppure così vicino serve, di tanto in tanto.
E poi, meglio che vedere RAI 1!
A visione completata se ne può riparlare, ripensare alla storia del ‘900 è un grande merito del cinema, oggi che la memoria storica, culto di un tempo tramontato, sta diventando un optional a basso costo.
Buona visione.
Con Ben Kingsley, Leslie Caron, Dominique Sanda, Timothy West, Peter Whitman
stasera seconda parte.Achtung: il titolo in tivvù è Il treno di Lenin, qui é quello che leggete sopra, l'originale é Lenin:The Train (e poi uno si chiede com'é nato il mito della torre di Babele!)
di Dziga Vertov, letto sul web:
“Visto da sinistra, "la distanza che separa i Tre canti dalla Kinepravda di Lenin è abissale" (Pietro Montani). Visto da destra, gli intenti celebrativi spingono più di una volta il film verso l'enfasi retorica.”
E visto da noi? E visto da me medesimo?
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