Sarebbe troppo facile dire "avete mai notato che nei film americani ci sono sempre un sacco di macchine?", perchè ormai, in ogni film moderno almeno, la macchina, l'automobile, c'è. Quello che invece va notato è come agli americani, oltre i celebri topoi della "natura", del "on the road", del "sogno americano" etc etc, piaccia davvero molto raccontare la macchina. L'industria statunitense dopotutto ha poggiato la sua economia sulle automobili, è normale che diventassero l'oggetto narrativo, il nucleo tematico di molti celebri film - cosa che non è ugualmente successa in Italia nonostante la FIAT. Tralasciando volutamente titoli come Fast and Furious o Cars - blockbuster il primo, animazione il secondo, film che non ho visto e non conosco - e prendendo un esempio recentissimo di sinergia tra Hollywood e il mondo "auto" con lo spot Chrysler interpretato da Clint Eastwood, ho pensato a come le macchine, nei film a stelle e strisce, siano molto di più di quello che sono. Sono mezzi di fuga, di evasione, sono l'on the road per antonomasia; sono agenti della positività, del progresso, del benessere, ma possono anche essere monomanie, status symbol spersonalizzanti, agenti quindi della negatività sclerotica del consumismo; infine, possono anche essere l'abitacolo del diavolo...
Con Barry Newman, Cleavon Little, Victoria Medlin, Timothy Scott
La macchina è protagonista assoluta. Lei, la strada e il celebre protagonista, sono un tuttuno con l'idea di fuga e ribellione. Il più grande film americano.
...l'abitacolo del diavolo. Il capolavoro di John Carpenter fa il mucchio: La macchina nera, Brivido, Duel, Black Cadillac, Radio Killer, Freeway - Io vi ucciderò, Highwaymen, etc...
La più grande interpretazione senile di Clint Eastwood (finora...) è tutta legata ad una vecchia Ford Gran Torino, "motore" narrativo, snodo principale delle azioni e dei sentimenti, fino a ultima protagonista dei titoli di coda....
Capolavoro visivo, registico e attoriale. La macchina con la sua presenza, la sua ossessione, la sua anima, il suo "mondo a parte", accompagna l'intera parabola umana del protagonista.
Con Gene Hackman, Mary Elizabeth Mastrantonio, Colin Friels, Joanna Merlin
Gene Hackman s'impegna in una lotta civile contro una fabbrica di macchine che pensa più al profitto che alla vita di un essere umano. L'altra faccia del benessere e della richezza è l'indifferenza, l'arroganza dei soldi, l'abuso di poteri tra l'economico e il giuridico. La macchina come "anima nera" del Grande Paese.
Una macchina distrutta e infine accartocciata dallo sfasciacarrozze è il punto di partenza per la rielaborazione di un lutto. Ossessionante, presente a distanza, muove la crescita del piccolo protagonista.
C'è poco da dire: la macchina, abitacolo del diavolo, agente di benessere, "anima nera" di una Nazione, può solo essere una sintesi di emozioni trasgressive, ossessionante patologia umana, moderna, occidentale.
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