“La mia faccia non è rassicurante. Posso fare sia il buono che il cattivo. Il mio primo ruolo al cinema nel film fu ne La villeggiatura di Marco Leto ed era quello di un capo manipolo fascista, perfido e cattivissimo. Anche in Marianna Ucrìa faccio il cattivo ma ne Il mnemonista o ne L’ultima lezione non è stato così”. “Nel teatro le cose devono diventare assolute, anche la quotidianità. Tutto deve essere rappresentato perché al teatro puoi vedere solo la quintessenza delle cose, non la loro presenza. Al cinema tutto deve, invece, essere credibile all’istante. Il cinema lo interpreto in maniera diversa dal teatro. Al cinema mi adeguo ad una naturalezza. Il teatro è la rappresentazione di una naturalezza”.
Probabilmente è il più grande attore italiano vivente.
Per quelli nati dopo gli anni di piombo, Aldo Moro è un'immagine: la polaroid scattata dal covo delle Brigate Rosso con lo sfondo della bandiera con la stella a cinque punte. Con umanità e rispetto, ma anche senza il benché minimo sospetto del santino agiografico, è un Moro indimenticabile perché fragile, sofferto, straziante. E quella camminata finale, con lo sguardo quasi sarcastico, per quanto criticata, è impressionante.
Con Roberto Herlitzka, Raffaella Ponzo, Ennio Fantastichini, Sabina Vannucchi
Vecchio (non anziano: vecchio), misantropo ed aspirante mistico sceneggiatore su un viale del tramonto pieno di foglie secche, alle prese con il lavoro più difficile: la possibilità di un amore fisico al di là dell'evidenza del corpo (che mostra le ferite del tempo volato via su di lui non senza crudeltà) con una donna che conosce il sesso e lo pratica con disinvolta generosità. Un amore impossibile che non sa e non può essere amore.
Con Emmanuelle Laborit, Laura Morante, Roberto Herlitzka, Philippe Noiret
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Vituperato da molti critici, è un film non disprezzabile che meriterebbe di essere visto anche solo per la maestosa prova del nostro, alle prese con un ruolo complesso e difficilissimo: lo squallido, anziano marito-zio che sposa la muta nipote per obblighi di famiglia, eppure intimamente, sconcertatamente innamorato della ragazza.
Con Roberto Herlitzka, Ignazio Oliva, Chiara Monti, Paolo De Vita
Un uomo, un mistero. Il mistero di un uomo svanito nel nulla. Un economista, uno dei maggiori nel nostro Paese senza memoria. Federico Caffé scomparve senza dir niente a nessuno, e a niente servirono le indagini dei suoi studenti. Herlitzka si fa verbo dello sfuggente ed intimo perpetuare del segreto, travalica l'improvviso degli eventi inattesi.
Con Giancarlo Giannini, Fernando Rey, Elena Fiore, Shirley Stoler
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Nell'arco di un film stupendo dominato da una figura al di là del bene e del male (a mio parere sottovalutato oggi e ben considerato all'epoca, ma ora non c'entra niente) c'è posto anche per lui: è il socialista, la coscienza critica che manca al volubile e scanzonato Pasqualino, è il portaparola di chi ha avuto il coraggio di opporsi e di non omologarsi.
Con Gastone Moschin, Ugo Tognazzi, Piera Degli Esposti, Renzo Montagnani, Enzo Jannacci
Ancora la Wertmuller, questa volta in tinte decisamente più assurde: è il segretario del ministro Gastone Moschin, incredibilmente chiuso dentro un auto presso la casa dell'onorevole Ugo Tognazzi in cui succede veramente di tutto. Mai una macchietta, mai una caricatura, infallibile anche nella commedia, è francamente uno spasso.
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