C’era una volta il televisore quadrato. Senza spingersi troppo indietro (quando c’erano solo il primo, il secondo, Svizzera e Capodistria), solo fino all’altro ieri ogni cosa lì dentro era quadrata, nel bene e nel male. Fossero Mike Bongiorno o le Kessler, Gerry Scotti o la Pampanini, i documentari di Fogar o le impennate di Zorro, tutto era in quello che, solo oggi, abbiamo imparato essere in “formato 4:3” (cioè, appunto, quadrato o quasi). E i film che sbucavano da quel televisore erano quadrati anche loro. Al massimo, per adeguare lo schermo TV al rivoluzionario Panavision, furono introdotte le due belle bande nere, una sopra e una sotto, che mia madre ci si incazzava pure perché “cosa l’abbiamo comprato a fare il 28 pollici se poi loro ne cavano via quattro?”. Povera buonanima della mia mamma, chissà cosa avrebbe detto oggi se fosse ancora davanti alla televisione….. Sì, perché oggi il televisore e rettangolare, anzi: è in 16:9 (potenza del progresso!), e la TV non è più analogica, ma è digitale (buona, mamma, dopo te lo spiego….). Ma fin qui niente di male: Gerry Scotty è sempre lì a far le stesse cose (gli altri più o meno son tutti in compagnia della mamma o lì lì per raggiungerla), e che sia in 4:3 o in 16:9 fa sempre cagare uguale a com’era prima. Ma ecco la potenza del progresso e delle sue mefistofeliche combinazioni: il casino che riesce a creare la sinergia tra quello che i canali trasmettono e quello che i nuovi televisori ricevono non ha pari. Partiamo dai primi: càpita che stai guardando la trasmissione ics, e che a un certo punto interviene la pubblicità, o un mentanino trafelato che strilla in piedi il lancio dei titoli del suo tiggì. Ebbene: se la trasmissione ics era proporzionata in un certo modo, all’improvviso il mentanino appare tutto slungato come un’acciuga, oppure slargato come un pesce rosso dentro la boccia, e il bifidus acti-regularis che navigava a vele spiegate dentro il pancino tonico della Marcuzzi, d’improvviso si ritrova naufrago nelle viscere sovradimensionate che paiono quelle della Laurito. E arriviamo ai secondi: il mio fantasmagorico Tv Led d’arci nota casa coreana offre le seguenti opzioni per il formato immagine: quattro terzi, sedici noni, adatta a schermo, wide screen, pan&zoom (regola), zoom (sposta). Non che mi freghi molto finchè si tratta della faccia di Mentana o del culo di Gerry Scotti, spingo un po’ di volte l’apposito bottoncino del telecomando e prima o poi sistemo. Però ci sono i film, e qui casca l’asino..... Ieri sera mi son visto (cioè, ho cercato di vedere) un film con Danny de Vito (che non è che mi faccia impazzire) e Holly Hunter (che invece sì) dove non si riusciva a metter pace in nessun modo: pan, scan, wide, zoom… niente! Il faccione di de Vito non ci stava da nessuna parte, nei primi piani traboccava da tutti i lati e nelle altre inquadrature la pelata scompariva per una buona metà oltre lo schermo piatto. Alla fine (magra, magrissima consolazione!) ho capito (se ho capito) che il problema non era mio, ma del canale televisivo, il quale, evidentemente non in grado di adeguare il formato del supporto originale in cui è conservato il film ai nuovi parametri tecnici, irradiava senza vergogna una versione del film tanto originale quanto insopportabile. Per non parlare poi di cosa un povero cristo deve patire se volesse registrare e conservare il film! Orrore!!! Una volta c’era il VHS: registravi, riguardavi, stop. Poi è arrivato il DVD, che non ha cambiato di molto le regole: registravi, “rippavi” il DVD (eliminando gli intrusi bifidus in mezzo), lo trasformavi con apposito software in Dvix o similare, e il film quadrato era idoneo a restare conservato nella cineteca del PC. Bhè: provate come ho fatto io a dare in pasto all’apposito software un film registrato oggi, che possa ritornare dentro un televisore, rettangolare e coreano, con le giuste proporzioni…. Ci sono in offerta tutte le taglie, dalla S alla XXl passando per i 5:4, i 16:10, i pixel quadrati o conformi all’originale, formato di origine e formato di destinazione, mantieni il rapporto, cambia il rapporto…. E’ un calvario!!!! Segue mesta, libera play list di film, ognuno con la sua personale dimensione, che vedremo chissà quando e chissà come prossimamente, su questi schermi. Digitali, naturalmente.
Con Jens Albinus, Peter Gantzler, Fridrik Thor Fridriksson, Benedikt Erlingsson, Iben Hjejle
Non ricordo bene i passaggi nel dettaglio, ma tutta questa storia (e queste scelte di questa tecnologia digitale, che è solo una delle tante esistenti e possibili) è iniziata e progredita per salvare il culo a Rete4, tutt’ora abusivamente presente nelle aree ancora servite dal solo segnale analogico. Ringraziamo Il Grande Capo (ex).
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