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L'orizzonte finito
di Utente rimosso (pgll) ultimo aggiornamento
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L'orizzonte finito

L'orizzonte di chi vive in montagna è diverso da quello di chi sta' in pianura. E' chiuso, circoscritto. Il cielo è alto e concavo, delimitato dai fianchi della valle. Lo spazio aperto abbassa la volta fino dove arriva lo sguardo invece. A me questo sconcerta, non so' perchè ma mi aspetto sempre, là dove la terra scompare, di vedere il mare. Anche nella campagna boema, anche nei pascoli nell'Oklahoma. E' strano come si passi una parte della propria vita a sfuggire a quello a cui si appartiene e l'altra a sentirlo come parte integrante ed imprescindibile di sé. E le montagne, l'ho capito con gli anni, delimitano me stessa esattamente come imbrigliano lo sguardo verso l'infinito. Ma guardando oltre la siepe, laggiù, lontana ma a me sempre straniera, la città. E dalla mia postazione privilegiata sulle nuvole io ne posso scorgere due, Brescia e Bergamo. Non amano essere accomunate, vogliono puntualizzare le differenze, eppure sono così simili! Innanzi tutto per la lingua, quell'accento duro dove l'influenza del tedesco è evidente. Un dialetto che si diversifica per ogni valle, ogni paese, a volte addolcito da suoni francesizzanti ma con chiara quella matrice germanica che la vicinanza con la Svizzera giustifica. Quindi, le tradizioni, la cultura, l'economia che rendono queste due province una sorta di enclave in Lombardia. Ti sposti di poco verso Milano o verso Mantova ed è tutto un'altro mondo. Certo il mio punto di vista è quello della provincia, di una delle tante valli che si incuneano verso nord. Chi sta' in città le differenze forse le vede di più. Bergamo ha veramente bisogno di poche parole per essere descritta. Si staglia lì tra pianura e collina,  nettamente divisa tra la parte bassa (Berghem de sota) e la parte alta (Berghem de sura, la s va leggermente aspirata) la più stupefacente. La cinta muraria veneziana, la struttura urbanistica rinascimentale con al centro Piazza Vecchia (Le Corbisieur disse Non si può toccare nemmeno una pietra, sarebbe un delitto), il Broletto, il Duomo e Santa Maria Maggiore con la Cappella Colleoni, la bianca visione della Biblioteca Angelo Maj. E poi in cima la Rocca, e dall'altra parte San Vigilio. Amo questa città, dove il vento si infila per i vicoli stretti ed ombrosi, Colle Aperto, gli edifici severi attorno ai lavatoi, Porta Dipinta, Sant'Agostino ... E poi c'è Brescia Leonessa d'Italia, come la definì Carducci (vedi alla voce Dieci Giornate Risorgimentali). Il castello, massiccio e imponente la sovrasta, ma il salotto buono sono i portici e Piazza Loggia (oddio "buono" forse troppo vista la vicinanza del Carmine). Severa e sempre un po' imbronciata, cela bellezze inaspettate in un tessuto cittadino complesso: lo splendido Foro Romano, la Rotonda, il monastero di Santa Giulia ...  Ma la sua forza sta' tutta nella provincia, fra le più estese d'Italia. Che va dai ghiacciai alle rive dolci del lago. Come a dire, dal Gavia o dal Maniva a Sirmione. Dal mausoleo dannunziano del Vittoriale, come dai camminamenti sulle torri del castello scaligero, l'occhio si perde nel blu dell'acqua e del cielo. Il profilo delle montagne si delinea scuro sul tavolozza porpora dell'imbrunire. Le colline moreniche, giù verso Solferino, si stirano sonnolente al sole caldo del primo mattino. E Montisola è là, silenziosa guardiana di boschi, rocce e insenature. Il cinema ha indagato poco queste terre - al Caffè del Tasso, storico rifugio nelle fredde giornate invernali, qualche bella immagine esposta. Meriterebbero veramente più attenzione, nelle mie visioni forse una trasposizione del romanzo storico ottocentesco (non certo un capolavoro, ma piace lo stesso ricordarlo) "I Valvassori bresciani"

PS - come sempre, ma più di sempre, graditissime le segnalazioni su eventuali locations

Per chi sarà a Brescia il 18 febbraio e non conoscesse la zona, dedichi (potendo) un po' di tempo alla enclave bresciano-bergamasca. Ne rimarrà favorevolmente sorpreso. Se volessi cambiare lavoro potrei propormi all'ente turistico!

Playlist film

Una farfalla con le ali insanguinate

  • Giallo
  • Italia
  • durata 105'

Regia di Duccio Tessari

Con Helmut Berger, Giancarlo Sbragia, Ida Galli, Silvano Tranquilli, Lorella De Luca

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