Purtroppo durante il 2011 la frequentazione del cinema è stata molto meno assidua che nell'anno precedente.E purtroppo ho mancato film che probabilmente sarebbero entrati in questa mia playlist di fine anno. Non solo per colpa mia perchè film come Miracolo a Le Havre, The Artist o Le nevi del Kilimangiaro nella mia regione non sono mai stati proiettati al cinema.E sono solo i primi che mi sono venuti in mente.
E' quindi una playlist necessariamente incompleta, è scritta giusto come promemoria.
Von Trier continua a disegnare traiettorie cinematografiche nuove nel suo film forse più immediatamente intellegibile, almeno nell'assunto di partenza. Melancholia si riallaccia ai capolavori della fantascienza adulta, filosofica del passato, ricalca le orme di Tarkovskij(Lo specchio, Solaris e il suo oceano pensante) ma si richiama anche alla cosmogonia malickiana diThe tree of life. Annullandola
Dal mio punto di vista è un film che necessita di ulteriori visioni per poter essere valutato compiutamente. Solo il tempo dirà. The tree of life per me racconta l'ossessione che ha Malick per il ciclo della vita,cerca di descrivere in immagini(ben consapevole della fallacità,dell'inadeguatezza di ogni mezzo espressivo) l'uno che si congiunge con il tutto,l'uno che diventa il tutto,la reazione chimica che diventa biochimica,biologica fino a parlare di vita vera e propria.Il solito impalpabile confine tra semplice chimica e la scintilla della vita
Drive è testosterone a quattro ruote motrici. Drive è una sequenza d'apertura magnifica,un inseguimento notturno con fermate, retromarce e deviazioni che è come un rap sincopato dei Beastie Boys. Drive ha come protagonista un eroe romantico, l'ultimo del suo genere. Solo la strada potrà essere la sua bara.
La logica aberrante di eugenetica che è narrata nel film lascia poco spazio ai sentimenti. Eppure i cloni hanno un anima:sono la prova tangibile che l'ingegneria genetica non crea solo una copia conforme,un vuoto agglomerato di geni dominanti e recessivi. Se i cloni hanno un'anima è lecito anche chiedersi quando da una semplice reazione biochimica,da un pugno di molecole di ATP passiamo al concetto di vita...
Operazione nostalgia per i quarantenni di oggi che istantaneamente si sono rivisti nelle braghe corte dei dodicenni di ieri. Super 8 è il prezzo da pagare a una fantasilandia fai-da-te costruita su misura, è l'elegia dell'emozione che può regalare l'immagine in movimento, un veloce viaggio andata e (purtroppo) ritorno che coinvolge adulti di oggi che erano i bambini di ieri.Super 8 è il sogno a costo zero di vedere il cinema da dentro,magari girando un cortometraggio sgangherato che farebbe impallidire Ed Wood, è la visualizzazione della passione senza tempo per il mondo di celluloide che mi ha accompagnato fin da quando ero piccolo e immaginavo di essere protagonista di storie fantasmagoriche in film immaginari.
Il film racconta dell'amore nato dopo una casualità tra la bella Camilla,un sorriso che non conosce confini incorniciato da due labbra da spedire a un indirizzo nuovo,e Matteo giovane perennemente nel guado che pensa ancora alla sua ex che l'ha abbandonato per un'altra. Il loro tiraemmolla amoroso non ha nulla di inedito o trascendentale ma la leggerezza di tocco con cui viene raccontato arriva quasi ad avvincere,così come non disturba la voce fuori campo della stessa Fleri che ci spiega le coordinate del raccontino.Il suo modo di pronunciare la "r" per me è già ragione sufficiente per cadere ai suoi piedi e proclamarmi suo schiavo.
Un palcoscenico come un ring.Un corpo pedinato incessantemente da una telecamera indiscreta.Una giovane donna cristallizzata al limitare tra infanzia e adolescenza per via di una madre iperprotettiva che ne castra tutte le ambizioni.Un inestricabile labirinto di specchi in cui la protagonista si perde inesorabilmente.Un rapporto amore/odio,la scoperta della sessualità in contrapposizione alla campana di vetro in cui è sempre stata rinchiusa. Aronofsky non ci risparmia nulla:dall'autolesionismo al disfacimento cancrenoso fino ad arrivare alle mutazioni della carne figlie del cinema di Cronenberg.
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