Woody Allen ha cominciato a frequentare stabilmente Londra e a spaziare pian piano tra i generi. Stavolta mescola la commedia al noir, come nel famoso "Misterioso omicidio a Manhattan", ma non ha più la lucidità di un tempo e la voglia di stupire dei primi momenti. Due fratelli a corto di soldi ne chiedono a un loro zio che in cambio vuole un favore: i due dovranno eliminare un pericoloso testimone che potrebbe fare condannare lo zio. Allen drammatico senza Bergman non funziona quasi mai e il film non decolla e non prende lo spunto necessario per volare giustamente, come al solito.
Cinque delusioni cocenti nella lunga carriera del grande comico e genio newyorkese(notare come 4 dei 5 appartengano all'ultimo decennio).
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Il mito di Alice rivive in città: Ma no, niente bianconigli e regine dai diversi colori, Allen usa delle erbe magiche per curare i problemi di cuore di Mia Farrow! Pretende molto, troppo dal suo cinema Allen, che stavolta raggiunge una dimensione sognante troppo eterna e lugubre per appassionare davvero. Prosegue il periodo non proprio felicissimo del cinema anni 80/90 di Allen, interrotto da Crimini e Misfatti, ma riaperto da questo Alice.
Devo ammettere di averlo sopravvalutato alla sua uscita. Probabilmente non volevo credere che il mio mito si fosse piegato alle ambizioni da cinema turistico, massacrando il suo vero cinema fatto di commedie intelligenti. Due amiche in gita a Barcellona vengono molto attratte da un pittore spagnolo. Il cinema di Allen è altro, ma non manca qualche guizzo tra le ridicole forme di un cinema che si sta per spegnere.
Una delusione impressionante e quasi impossibile, inconcepibile e tanto incredibile quanto devastante. Un regista cieco viene richiesto per dirigere un film. Cominceranno gli equivoci e gli scambi di ruolo. Dopo l'interessante La maledizione dello scorpione di Giada, Allen, si ridimensione e perde quota riuscendo perfino a rendersi ridicolo in più versanti. Inconcepibile.
L'ultima fatica prima di Parigi di Allen è probabilmente la sua più criticata da critica appunto ma anche dal suo pubblico, inorridito dalla nuova versione del suo cinema. Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni è una giostra di personaggi e sentimenti, ma gira spesso a vuoto senza trovare realmente un capo al suo cinema. Probabilmente, è il segno finale di una crisi che, a quanto si dice in giro, è finita definitivamente con Midnight in Paris.
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