Scriverò quel che mi passa per la testa: si vive in base alle priorità che ci costruiamo, e a non-sensi, e a tante altre cose. Forse è più simpatico scrivere quello che pensiamo in un momento, piuttosto che dare a una classifica lo statuto di intangibile. Non è una classifica gerarchica.
è debordante, per il personaggio (Jack Burton), le battute, le situazioni, la carica folle ed elettrizzante. Una camera che riesce a riprendere fondendo registri comici all'action, senza sfociare nel grottesco, senza dare coppini al mondo dei B-movie, ma cercando di sussumere i maestri al mondo cinematografico che lo circonda. Spassosissimo e privo della patina delle citazioni (benchè ce ne siano)
Una delle più belle sceneggiature dellla storia. Grande la regia e il disegno, bellissima la storia e tutto l'immaginario infantile, col suo mondo al di là dei cespugli e di ogni ostacolo.
Quando andavo dagli zii a Teramo, da bambino, vedevo continuamente due o tre film. Uno di questi era il capolavoro hitchcockiano. Le riprese della prima parte, che fanno vedere un pò di appartamento e di cena, con lo sfondo del tramonto e grace kelly che ti cucina al tuo risveglio, mi dava un senso liberatorio di vacanza e di stravacco, veramente inimitabili. E poi abboccai subito: il film è una macchina perfetta che ci rende partecipi del terrore e della frustrazione del protagonista. Memorabile il duello finale a colpi di flash. Visto dopo anni, m sono tornate in mente tutte le vetuste sensazioni, con una piccola amara delusione: possibile che nessuno chiuda mai la finestra in America, tranne il colpevole?
Uno degli altri che vedevo da bambino. Troppo commovente. Troppo bella la guerra, le cannonate, Rhett Bottler (troppa grazia e classe), il ritorno a Tara, il carretto che si salva dalla caduta di un intero palazzo in fiamme. Troppo stronza Rossella. Ma il finale, a Clark Gable non glielo perdonerò mai
Grande crepuscolo per il west. Il mito cade da cavallo ma entra nel locale come uno scheletro della vendetta. Se la leggenda è seppellita, il whisky lo riesuma e ciò che ne esce fuori è una mostruosa creazione alla Poe.
Lo metto. Il racconto in Burton è di importanza pivotale. L'amore per le cose piccole e le piccole cose, per l'ingenuità, per il cammino, e per la fiducia da riacquistare, per il donarsi, e la capacità del tempo di dominare l'egoismo (anche di chi racconta): questo non è che minima parte di Big Fish. Il film E' soprattutto un grande racconto, ben montato, ben fotografato a seconda della fase e situazione di racconto, ricco di fantasia e di bel riso, oltre che di bel pianto.
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