"È ormai guerra aperta fra Mondadori eReport. Domenica 30 ottobre il programma di Milena Gabanelli ha proposto un'inchiesta sulla nuova società per giochi online Glaming, in cui sosteneva che la casa editrice guidata dalla famiglia Berlusconi avrebbe ottenuto la concessione dai Monopoli di Stato per risanare le proprie casse. Ma il gruppo ha fatto sapere di aver «dato mandato ai propri legali per tutelare i propri interessi illecitamente lesi, così come quelli di tutti gli azionisti, a fronte delle numerose e grossolane falsità e strumentalizzazioni che la riguardano». Di particolare gravità per la Mondadori sono state «le affermazioni tese a rappresentare una situazione finanziaria critica, anche a seguito di un presunto risarcimento di 564 milioni di euro alla Cir».
LA DENUNCIA DI REPORT. Il servizio di Report era incentrato sui vantaggi fiscali che deriverebbero alla Mondadori dal sistema di 'Cash Pooling', che prevede la compensazione tra debiti e crediti bancari facenti capo a società diverse che appartengono allo stesso gruppo. Attraverso questo meccanismo, gli incassi provenienti dai giochi online andrebbero a finire sui conti Mondadori che sarebbero così in grado di ammortizzare l’esposizione bancaria. La Glaming, società costituitasi nel luglio 2011, è partecipata al 30% dal Gruppo Bassetti e al 70% dal Gruppo Mondadori, anche se c'è un altro 15% appartenente ad una fiduciaria non meglio precisata sulla quale agirebbero i Monopoli di Stato.
Sergio Rizzo sul Corriere: «Si tratta di conflitto d'interessi» Anche il giornalista Sergio Rizzo, dalle pagine del Corriere della Sera, ha parlato della vicenda che sembrerebbe delineare un conflitto di interessi per Silvio Berlusconi, in quanto presidente del Consiglio. I Monopoli di Stato, necessari per entrare nel gioco online, dipendono dal governo, presieduto proprio dal Cav. «In qualunque altro Paese al mondo questo sarebbe un classico episodio di conflitto d’interessi», scrive Rizzo.
LE RISPOSTE DI MONDADORI. La replica di Mondadori è arrivata in una lettera inviata al quotidiano milanese, secondo cui le presunte falsità comunicate da Report sarebbero tre: innanzItutto non sarebbe Mondadori ma Fininvest la controparte nel contenzioso con CIR; poi «la situazione di indebitamento Mondadori non solo non è critica, ma è significativamente migliorata negli ultimi anni come si può facilmente evincere dalla lettura dei bilanci del Gruppo». Infine la tecnica del 'cash pooling' sarebbe stata impropriamente evocata e soprattutto non sarebbe «la soluzione di inesistenti problemi finanziari». 
La casa di Segrate ha aggiunto: «A questi e a ulteriori gravi inesattezze e insinuazioni si somma la plateale omissione del fatto che quanto riferito a Mondadori si colloca in un bando europeo riservato sino a 200 soggetti e al quale a oggi hanno già aderito 25 società per le quali si applicano le stesse regole e procedure. Questo a ulteriore conferma della palese malafede e strumentalità di cui tutto il servizio è infarcito e di cui i responsabili di Report saranno chiamati a rispondere in ogni sede».
LA GABANELLI NON CI STA. Non si è fatta attendere la contro-risposta di Milena Gabanelli, che ha chiesto: «È opportuno che, in un momento come questo, in un paese con la più alta evasione, il presidente del Consiglio implementi il gioco d'azzardo con il quale tanta gente si rovina? E che abbia anche un interesse diretto? Questa è la domanda alla quale occorre rispondere». La Gabanelli ha inoltre smentito di aver «mai detto che Mondadori si sia indebitata a seguito del risarcimento Cir, ma che leggendo i bilanci depositati presso la Camera di Commercio, si vede che negli ultimi 3 anni l'indebitamento con le banche è passato da 75 milioni a circa a 300 milioni di euro». E ha aggiunto: «Le leggi per le società che si occupano di online sono entrate in vigore solo da luglio, cioé dopo l'entrata di Mondadori. A firmare la legge, datata 14 luglio 2011, è stato lo stesso presidente del Consiglio insieme con il ministro Tremonti».
TALE PADRE TALE FIGLIA. Dal mondo parlamentare, il senatore del Pd Vincenzo Vita e il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti hanno commentato: «La figlia (Marina Berlusconi,ndr) non fa rimpiangere il padre. Invece di querelare Report, perché mai la Mondadori non si è limitata a smentire la notizia? Perché minaccia invece di smentire?». E aggiungono: «Sarà il caso di ricordare che i Monopoli dipendono dal governo, a sua volta presieduto dal presidente del Consiglio nonché azionista di riferimento della Mondadori»."
 
Lunedì, 31 Ottobre 2011
Da Lettera 43   Quotidiano on line indipendente