Negli ultimi anni è tornata in voga una tendenza che ha caratterizzato il cinema per molto tempo: il falso documentario o mockumentary. Questo consiste nel narrare tramite una telecamera avvenimenti che fanno parte della sceneggiatura, spacciandoli per un documentario. Specialmente il genere horror è rimasto infatuato da questa nuova(ma neanche tanto) frontiera. Esaminiamo i vari casi.
Con i suoi vari sequel, talvolta riusciti, talvolta meno, è l'unico vero horror di culto degli anni zero. Divide molti, ma accomuna i più, sul fatto che il mockumentary non sia solo un lasciapassare veloce, ma che possa in realtà costruire da solo le varie storie che lo vedono impiegato. Una coppia comincia a sentire dei rumori notturni e installa una telecamera nella propria casa. Scopriranno il paranormale. Spiare la vita della gente è l'occupazione della telecamera, lo spettatore fa il vouyer e si annoia. Capostipite.
Con Manuela Velasco, Ferran Terrazza, Carlos Lasarte
Il più riuscito tra i mockumentary horror del decennio, anch'esso capostipite di una buona serie, ha rivelato il grande talento dello spagnolo Jaume Balaguero. Una giornalista sta organizzando un servizio su dei vigili del fuoco. Quando questi vengono chiamati in un appartamento, non sanno che lì sta per scatenarsi l'orrore. Il virus si diffonde in fretta, è cronenberghiano, e la telecamera si fa portavoce di questo evento. Autoriale.
Esistono gli alieni? Ed è possibile incontrarli? A metà tra L'esorcista e La guerra dei mondi, è, ad oggi, il peggior espirimento del mockumentary horror. Lo studio delle forme di vita, che possono possederci, diventa esattamente lo spunto della vicenda. Ma non bastano tante urla a fare di un horror furbo, un esperimento riuscito. Inutile.
Anche la fantascienza, mescolata con l'horror, riesce a provocare spaventa se girata in mockumentary. Gli alieni ci stanno invadendo, sono mostri giganteschi e vogliono sterminarci. Un gruppo di ragazzi filma le scene drammatiche della tentata resistenza della Terra alla sua fine. Spacciato per un filmato ritrovato dopo l'avvenimento, è un riuscito mix di Spielberg e Carpenter, con alieni che sembrano King Kong e una telecamera che ne coglie le sfumature migliori. Di culto.
"Se credi in dio, devi credere nel diavolo", recita la frase simbolo di questo pasticcio horror new age che si serve in modo improprio del mockumentary semplicemente per dare piccoli brividi a buon mercato. Questo ultimo esorcismo è quello di un prete, a cui viene chiesto di liberare una ragazza che sembra posseduta. Decide di filmare tutto per testimoniare che il male si può mostrare in vari modi. Dimenticabile.
Grandiosa pellicola che sfocia nell'umanitario sci/fi, partendo da un immaginario puramente fantascientifico, riesce a sfociare in grandi temi come la xenofobia, la paura del diverso e il razzismo. Il film racconta la non semplice convivenza nel pianeta tra alieni ed umanoidi. Prodotto da Peter Jackson, è un esempio di mockumentary di gran classe, nominato anche agli Oscar, e che conquista le folle. Miracoloso.
Pellicola dimenticabilissima, che è riuscita a mettere a ferro e fuoco i miei nervi e i nervi di molti degli spettatori. In un vecchio ospedale psichiatrico sembra siano avvenuti e stiano avvenendo tuttora dei vari fenomeni paranormali. Una troupe di giornalisti in stile Mistero va ad indagare. Il protagonista riesce ad essere perfino inferiore a Daniele Bossari, impresa ardua, nel suo recitare la parte dell'esperto. Il film , in sè, è inguardabile. Pessimo.
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