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DEDICATA A FILIPPO INZAGHI
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DEDICATA A FILIPPO INZAGHI

Lo so, centra poco col cinema, oppure no invece. Quella che allego è una sceneggiatura, un sogno, un Fantastico col sapore di film, di grande film. L'ha scritta oggi un mio carissimo amico romano e milanista. Si chiama Giulio Ricciuti, è una persona fantastica, schiva e sognatrice. Avrebbe tenuto nel cassetto questa favola ma invece la diffondo in ogni dove. Ci ho pianto su, rileggendola, e non me ne vergogno.                                                                                             " Ieri sera, a S.Siro, si sono perpetrati almeno tre delitti sportivi. Di cui uno efferatissimo.
Il primo e' forse veniale, perche' involontario, pero' Abbiati che goffamente rincorre la saponetta bagnata e' una scena che ti fa cascare le palle.
Il secondo colpevole e' Allegri : il Milan e' riuscito a pareggiare dopo circa un'ora di faticoso gioco piuttosto sterile, che pur con una Udinese ormai schiacciata nella sua area, ha prodotto poche vere occasioni da gol.
La partita e' di quelle che devi vincere per forza, perche' di un punto non te ne fai niente,perche' l'avversario e' in testa alla classifica e perche' Napoli e Juve stanno in difficolta'.
Ibra, Binho e ora pure Pato sono infortunati, in campo ci sono un Cassano gia' stanco e un ragazzino che e' riuscito a segnare ma niente di piu'.
Inzaghi e' in panchina.
Non gioca gare ufficiali da molto, molto tempo, pero' gli allenamenti li ha fatti.
Mancano circa 20 minuti alla fine.
Si scalda nervosamente a bordo campo e si vede che vorrebbe spaccare il mondo, prenderne a calci tutti i pezzi urlando  come un ragazzino che immagina di far gol nella
finale dei mondiali e invece e' solo nella sua cameretta, e poi rimetterli insieme, ma meglio di come erano  prima, in un folle puzzle,  perche' nel mondo sono tante le cose che andrebbero aggiustate.
Fare un mondo senza le ingiustizie e senza la sfortuna, perche' e' ingiusto avere la sfortuna che ha avuto lui, la sfortuna di rompersi un ginocchio a 37 anni , sul campo,
mentre cercava di fare un gol.
Perche' per lui il mondo e' solo quello, il gol. 
E cosa fa Allegri ?
Manda in campo un giocatore che non ha MAI giocato bene da quando e' al Milan, che non ha MAI segnato o fatto qualcosa che somigliasse ad un bel tiro in porta.
E difatti Emanuelson ha ben tre  occasioni da gol , tutte e  tre malamente sprecate.
Questo e' un delitto.
Ma non e' neanche il piu' grave.
Inzaghi entra a 6 minuti dalla fine, sei minuti di Riveriana memoria.
Rivera in quei sei minuti non combino' niente, quando gli arrivo' un pallone fra i piedi, tiro' inutilmente, da lontano, per frustrazione.
Ma aveva una nazione intera dietro,milioni di italiani con un televisore in bianco e nero davanti e una cinquecento in garage che speravano in un ormai inutile colpo di genio.
Inutile perche' stavamo 4 a 1 e in campo c'erano i mostri .
Me lo ricordo anch'io, con i miei otto anni.
Inzaghi entra a sei minuti dalla fine.
Dopo non so quanti mesi di calvario per rimettersi dall'infortunio.
Avrebbe potuto farne a meno, aveva 37 anni, ora 38 , una lunga carriera fatta di successi, trofei e gol.
Lui no, e non e' la prima volta.
Lui si e' sempre rialzato , anche a trentotto anni, per fare gol.
Inzaghi entra e lo stadio freme, Rivera non poteva nulla sul 4 a 1, ma ora invece stiamo 1 a 1 e basterebbe un gol.
Inzaghi non tocca quasi palla , pero', all'ultimo minuto dei minuti di recupero accade :
lui e' in mezzo all'area con due difensori avversari al fianco, filtra un pallone, si gira, ha il portiere davanti e il difensore dietro, il pallone corre di fronte a lui ma lo puo' 
raggiungere e tirare.
Sarebbe solo un tiro, ma forse un gol.
E' in quel momento che il difensore dell'Udinese lo cintura con un braccio, ne ferma la corsa, cade.
L'arbitro , mezz'ora prima aveva ammonito Abate per una lieve trattenuta sulla trequarti  di campo, una semplice mano sulla spalla di un avversario in corsa.
Questo e' un fallo piu' evidente, ma l'arbitro fa finta di niente vanificando la caduta.
Il difensore dell'Udinese e' un assassino.
Assassino di sogni, assassino di leggende , assassino di storie di calcio che vengono raccontate per decenni , di padre in figlio , tra amici che discutono di giocatori
ormai lontani, ormai grassi e vecchi , alcuni non ci sono piu' eppure ancora emozionano con il loro ricordo.
Il Calcio si alimenta delle loro gesta, di quelle imprese storiche che rimangono nella memoria e ne fanno la storia come e piu' degli albi d'oro dei campionati.
E quello che fa ? 
Lo cintura.
Pensa se avesse segnato che leggenda sarebbe uscita fuori, pensa lo stadio pensa che sarebbe successo, tutti a saltare e ad urlare impazziti di gioia,
tutti che si abbracciano e ridono e piangono.
E pensa Inzaghi cosa avrebbe fatto, la sua corsa urlante con le braccia aperte ad abbracciare ottanta o cento anche duecentomila persone sugli spalti, nelle case
davanti alle televisioni, questa volta a colori, megaschermi in alta definizione con i telecronisti impazziti che per una volta non esagerano parlando di "Evento"
dell'anno, del secolo, del millennio.
Pensa su quel campo cosa sarebbe successo, tutti i giocatori del Milan che corrono verso Inzaghi , sopra Inzaghi sommerso dagli abbracci e pure quelli
dell'Udinese, ne sono certo, dopo aver imprecato ognuno il proprio dio, gli avrebbero stretto la mano, dato una pacca , detto un amorevole vaffanculo carico di 
stima e di ammirazione. 
E la gente a casa, e il giorno dopo negli uffici, a scuola , nei bar a parlarne entusiasti, con le lacrime agli occhi e i peli ritti sulle braccia.
E quello che fa ? 
Lo cintura.
 
Quel difensore dell'Udinese e' come uno che entra improvvisamente in una seconda elementare e grida a tutti che Babbo Natale non esiste."          
 
 

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