Requiem - Il festival dei morti
- Horror
- Giappone
- durata 101'
Titolo originale Shisha no gakuensai
Regia di Tetsuo Shinohara
Con Thane Camus, Kyôko Fukada, Shuntaro Hani, Tomoka Hayashi

- I festival,le mostre, le rassegne a premi e tutta la kermesse che ci gira attorno; - le giurie presuntuose e supponenti che decidono chi debba vincere; - le pressioni che subiscono le giurie presuntuose e supponenti da parte di tanti interessi che con l'arte poco hanno a che fare;
- gli attori che passano in Tv e vengono intervistati in maniera talmente banale che dovrebbero, per la loro dignità, alzarsi e andarsene; - i simposi, le tavole rotonde, gli incontri del dopo qua e dopo là, utili solamente per pavoneggiarsi con le parole difficili sempre nella speranza di portarsi a letto la sciocchina (ma poi mica tanto) di passaggio; - i fiumi di champagne e alcolici vari che per diversi giorni rischiano di provocare il fenomeno "dell'acqua alta" (ma chi paga?) °°°°°°°°° A cosa servono questi festival del cinema se poi ormai i film che vincono non li va a vedere quasi nessuno del popolo qualunque, quello che paga e superaga le tasse, che la mattina si alza per lavorare otto e più ore e la sera spera di passarsi un oretta rilassante con un film di distrazione pura. Qualcuno dirà che è il solito discorso generalizzante e qualunquista, dissacrante e polemico da quattro soldi. Invece no, è una mia semplice considerazione.
Titolo originale Shisha no gakuensai
Regia di Tetsuo Shinohara
Con Thane Camus, Kyôko Fukada, Shuntaro Hani, Tomoka Hayashi
Regia di Pupi Avati
Con Massimo Boldi, Isabelle Pasco, Gianni Cavina, Irene Grazioli
Regia di Giuseppe Giannotti, Enrico Salvatori, Davide Savelli
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Complimentissimi ad audrey84 per la sua partecipazione ai festival!! Ed anche a shadgie, che ama il cinema di nicchia! Ma, giusto per precisare, più che una kermesse di "bloggers, politici rozzi, modelle, olgettine", il cinema si autocelebra da sempre perchè ha necessità di visibilità, a tutti i livelli. Dunque, Venezia è tappa necessaria, appunto e senza, con molta probabilità, a noi resterebbe solo la televisione. E' vero, in una rassegna il mercato è, per così dire, parallelo. Ma, straordinariamente, è proprio lì che si fanno affari: i film si acquistano (e si vendono, si spera), si stringono accordi, si tessono trame per futuri progetti. Le co-produzioni nascono quasi sempre dopo una manifestazione, l'arrivederci degli addetti ai lavori è una promessa (non una minaccia, certo!). Essere contro "i concorsi" a prescindere (mi sembra questo il senso primo della play di panflo) può essere condivisibile se si riduce tutto ad una classifica (chi ha vinto, chi ha perso), ma non si può dire altrettanto dell'essere contro tutti "i red carpets" del mondo. Trovo bello il senso d'aggregazione che permette a numerosi giovani e meno giovani di sentirsi parte di un'idea comune, l'amore per il cinema, la gioia di un incontro insperato. Va qui considerata una cosa: il festival (molti ricorderanno la mia polemica di poco fa su CR) è "finanziato" (purtroppo) da quei "politici rozzi" che si accompagnano a "modelle, olgettine", comunque lo si voglia riconoscere (attualmente i contributi "statali" coprono Venezia per circa 9 milioni di euro). In pratica, cari amici, io non sono contrario alla passerella, perchè è quella che lo "regge" 'sto festival. E, se pur è vero che c'è un certo piacere nel trovare il film "misconosciuto", al contrario, io preferisco il concorso principale e la manifestazione più popolare (cafona ?), perchè (lo so, almeno in questo sono molto fortunato) il "mio" cinema - sotto casa! - ha stipulato un accordo al riguardo con Venezia - Locarno - Cannes che prescinde dall'elemento distributivo. E, dunque, il lunedì ed il martedì (per giunta a prezzo ridotto!) posso osservare di tutto. Ma, lo riconosco, c'è un'altra ragione che mi tiene vicino alla manifestazione principale, con i ricchi nomi presenti: per quanto possa sembrare strano, sono questo quelli da cui si può apprendere di più. Come diceva Truffaut : "il cinema è narrazione, sempre. Chi fa sperimentalismo fine a sè stesso, alla lunga perde". In fondo, caro panflo, Bertolucci non premiò "Prenom Carmen" di Godard, per poi chiedere "scusa" venti anni dopo?... Un carissimo saluto a tutti! E...viva Venezia!
Io apprezzo i vari festival per varie categorie per vari generi etc... però panflo ha ragione da vendere su di una cosa: i risultati finali riguardo ai vincitori sono quasi sempre truccati peggio delle partite di calcio!!! Comunque io "devo" sopportare, abito in provincia di Torino, una delle province e città che ha più festival cinematografici del Mondo...Ciao a tutti!!!
e allora, caro panflo, non resta che organizzarsi per l'anno prossimo e andare anche noi, siamo in minoranza, che Dio ci perdoni! Però io ho intenzione di lavarmi... :))
@yume io non mi laverò, anzi, così gli inzacchero i red carpet...
ciao maurri, io non amo il cinema di nicchia, anzi sono molto pigra e abbastanza ignorante. andare ai festival ti fa scoprire qualcosa...che forse si perderà nel tempo, forse no. alcuni film visti (pochi perchè resto lì pochi giorni), pur essendo di autori sconosciuti e semiesordienti, erano molto narrativi. non è detto che il "nuovo" sia necessariamente sperimentale o facente parte dello sperimentalismo fine a se stesso. ed è vero che dai grandi nomi c'è sempre da imparare, però i grandi nomi a poco a poco scompaiono e non è che ci sia un gran ricambio generazionale. i grandi vecchi che continuano a lavorare dopo 50 anni di carriera ci sono, ma raramente i loro nuovi film conservano l'interesse di un tempo. l'esempio più tipico mi pare quello di Allen, che trovo abbastanza decaduto. Però è il mio gusto personale che mi fa preferire i film imperfetti e un po' giocosi del vecchio Coppola alle commedie senili di Allen, me ne rendo conto. quanto a politici e ciarpame di contorno, mi rovinano un po' l'atmosfera ma in fondo si possono pure aggirare. si può aggirare meno il fatto che i finanziamenti sono spesso vincolati a delle scelte o a delle pesanti influenze di gente che, nel migliore dei casi, di cinema non capisce nè vuole capire nulla. Nel peggiore invece capisce che i film possono ancora essere un valido strumento di propaganda...
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