Treno di panna
- Commedia
- Italia
- durata 112'
Regia di Andrea De Carlo
Con Sergio Rubini, Carol Alt, Cristina Marsillach, Irene Grazioli, Maurizio Faulisi
Einaudi e De Carlo per me pari sono.
LUDOVICO EINAUDI E LA MUSICA PERMAFLEX [L’”APPENDICE” GIOVANNI ALLEVI]
Figlio dell’editore Giulio Einaudi e nipote del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, il rampollo Ludovico gode di una grande fama in Italia e in Inghilterra. Oltre queste due nazioni, è praticamente sconosciuto, visto che negli States ne hanno fin sopra i capelli di minimalismo e new age da Terry Riley a Philip Glass, da La Monte Young a Steve Reich, musicisti di gran lunga superiori al nostro Einaudi che, secondo il mio avverso parere, si illumina d’immenso solo a in un disco, a contatto con Mercan Dede, il prodigioso polistrumentista di Istanbul che Fatih Akin ha fatto vedere di che pasta è fatto nel bellissimo film Crossing the Bridge.
Non è qui il luogo per fare un’analisi della musica di Ludovico Einaudi, certo è che la sua fama non è all’altezza delle sue composizioni, se dovessi fare un paragone (molti suoi fan mi aggrediranno), affermo che Einaudi è l’equivalente in musica di Federico Moccia. Entrambi, in diversi ambiti, rappresentano oggi quell’arte di vellicare e addomesticare le coscienze delle masse con opere suasive della certezza di vivere nel migliore dei mondi possibili. Un discorso che vale per il giovane piano-strimpellatore Giovanni Allevi (un altro prodigio, il ‘Mozart del nuovo Millennio’, come incautamente hanno soffiato critici sordi di ambo le trombe di Eustachio) e in parte per Giovanni Sollima, il quale, dopo un inizio di tutto rispetto, vedi Aquilarco, sembra avere abdicato alle notevoli premesse di quel piccolo capolavoro inciso negli studi di Philip Glass.
Il generale gli ascoltatori di questo genere di musica preferiscono non essere scossi da problemi interpretativi o di sintassi musicale, inoltre il pubblico italiano è uno dei più ignoranti al mondo in fatto di conoscenza della musica, un ragazzino delle medie nell’est Europa ne sa più di un insegnante italiano di conservatorio.
Resta il pubblico colto, ma questo con tutta probabilità preferisce ascoltare Beethoven, Mahler, l’esecrata avanguardia storica (Schönberg, Berg, Webern) - esecrata da Einaudi, Allevi & Company! - magari utilizzando Ludovico Einaudi come un materasso senza l’analista.
Questioni di gusto, allora? Non credo.
Ecco come viene descritta dal più famoso sito musicale online (“All Music Guide”) la musica di Ludovico Einaudi:
CRITICA ONLINE: “ALL MUSIC GUIDE” (Giudizi dello staff)
Moods (intraducibile, significa atmosfera, sentimento, ecc), Reverent (rispettosa), Elegant (elegante), Dreamy (sognante), Smooth (liscia, melliflua), Gentle (gentile), Refined (Raffinata), Mannered (manierata, leziosa, educata), Warm (calda), Soft (soffice), Restrained (contegnosa, rispettosa), Sophisticated (sofisticata), Soothing (calmante, lenitiva), Intimate (intima), Amiable (amabile), Bittersweet (dolce, zuccherosa), Reflective (riflessiva), Delicate (delicata), Calm/Peaceful (tranquilla/pacificatrice), Hypnotic (ipnotica), Ethereal (eterea).
CRITICA ONLINE: “ONDA ROCK” (Giudizi degli ascoltatori).
Materasso-divino
Le composizioni sono molto semplici ed essenziali, ma riescono a emozionare veramente, pervase da una vena sempre malinconica e triste.
Il suo modo di fare musica mi è sembrato relativamente semplice (per quanto ho sentito, sviluppa una breve idea melodica e la ripete finché può), ma è di sicura presa sul pubblico..
una sottospecie di edulcorato minimalismo.
Il tutto alla fine risulta anche piacevole, ma personalmente lo trovo a tratti stucchevole e mieloso.
Di tutto ciò che ho ascoltato di Ludovico Einaudi non mi è piaciuto niente, lo trovo pericolosamente vicino alla New Age.
roba che uno anche al primo anno di pianoforte può comporre bendato secondo me...
In una delle serate dedicate alla famiglia ho accompagnato mia madre ad un concerto di Einaudi; sono uscito dopo 15 minuti con le palle sfondate.
ascoltarsi in cuffia la sera prima di spegnere la luce.
“ingabbiato” in una logica minimalista (penso a Nyman) e new age
Mi è capitato di sentire un suo concerto quasi per sbaglio e mi è piaciuto molto… molto tranquillo… adatto solo per certe occasioni in cui è necessario rilassarsi.
Una musica che vuole essere “solo” rilassante, tanto per rimanere in tema Einaudi, finisce per rivelarsi una pozzanghera stagnante e putrida di note morte.
secondo me Einaudi fa la musica giusta per rilassarsi, ma allo stesso tempo, a volte, sa dare quella tensione particolare che proprio mi piace!
una musica per lo più pacata e rilassante,
CONCLUSIONE
Il giudizio di “All Music Guide” e quelli di “Onda Rock” coincidono, in fondo Einaudi lo troviamo solo nei siti della musica rock, lui è una rockstar che fa musica pop e lo dimostra il clima di adorazione che lo circonda. Fa eccezione Piero Scaruffi che ignora l’esistenza del materasso.
Regia di Andrea De Carlo
Con Sergio Rubini, Carol Alt, Cristina Marsillach, Irene Grazioli, Maurizio Faulisi
Einaudi e De Carlo per me pari sono.
Regia di Nanni Moretti
Con Nanni Moretti, Silvio Orlando, Silvia Nono, Pietro Moretti, Angelo Barbagallo
Aprile è il più crudele dei mesi, ma la musica di Einaudi lo tranquillizza.
Regia di Giuseppe Piccioni
Con Margherita Buy, Silvio Orlando, Carolina Freschi, Giuliana Lojodice
Ovvero come riposare in Stanze, fare il morto in Onde, toccare l’Eden Rock con un dito.
Titolo originale This Is England
Regia di Shane Meadows
Con Thomas Turgoose, Stephen Graham, Jo Hartley, Andrew Shim, Vicky McClure, Joseph Gilgun
Ecco cosa non mi è piaciuto di questo bel film.
Regia di Roberto Andò
Con Daniel Auteuil, Anna Mouglalis, Greta Scacchi, Giorgio Lupano, Michael Lonsdale
Falso il film, falsa la musica.
Regia di Michele Placido
Con Stefano Accorsi, Violante Placido, Barbora Bobulova, Stefano Dionisi, Giuditta Saltarini
Ovunque sei ovunque andrai lo sentirai nei supermarket.
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