Con il passare degli anni mi hanno vietato quasi tutti i piaceri alimentari della vita : intorno ai trenta divieto assoluto di superalcolici, sui quaranta niente più vino, grassi, fritti ecc., arrivato ai cinquanta non più di 70 grammi di pasta e pochissimo pane, a sessant'anni quel poco rimasto, i dolci, divieto assoluto. Mi rimane il fumo (guai chi me lo tocca) e il caffè, questo nettare che gli dei vollero concedere ai mortali e che riempie di aroma le mie giornate; pare fosse introdotto a Venezia nel 1645 e gli italiani la elessero subito a bevanda nazionale. La sua importanza sociale viene testimoniata dal fatto che già nel 1761 Goldoni scrisse la commedia "La bottega del caffè" e successivamente numerosi autori teatrali presero a riferimento la bevanda per le loro opere. Poi venne il cinema , che lo usò - e tuttora lo usa - nelle maniere più disparate. Alcuni esempi :
Indimenticabile la scena in cui la protagonista viene sfregiata da una tazza di caffè bollente gettatole in faccia dall'amante. Fosse stato tè non sarebbe stata la stessa cosa !
Un invito tipicamente italiano degli anni '50; così si familiarizzava con nuove conoscenze e con loccasione si faceva sfoggio della signorilità con cui era arredato il salotto ancora in cellophane e che magari aveva anche il televisore.
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