Ultimamente (ma un pò sempre si è dibattuto sulla cosa!) sono (ri)emerse discussioni sulle ideologie nel cinema. In particolare in molti si sono chiesti se quel film o quell'autore fossero o meno giudicati solo per un luogo comune dove è(ra) classificato in una qualche corrente politica o per il fatto che un film fosse stato realizzato sotto un regime autoritario, durante la Guerra Fredda, prima di revisioni storiche (come quella verso gli indiani d'America, etc...), che parla di argomenti storici scomodi per alcuni paesi (come le foibe, etc...) o prodotto da qualche partito odiato da molti. Stavolta parlerò di alcuni film il cui giudizio è stato alzato (su film Tv) e del fatto che all'interno della redazione (e magari anche degli utenti del sito) si siano sempre avuti pareri contrastanti tra di loro su film ed autore. Nelle prossime puntate parlerò dei film dove io (e qualcun altro) onestamente non abbiamo notato discorsi politici che invece sono emersi nei giudizi con altre spiegazioni, quando ci sono state (perchè talvolta non sono state riportate affatto!!!), di autori ideologicamente contrastanti o mal visti (ad esempio John Milius, del quale faccio solo un accenno perchè avevo già ampiamente dedicato una play alla sua ambiguità cinematografica, Michael Cimino, Renzo Martinelli, Jacopetti & soci, Alan Moore, Wayne & Ford, qualche regista nazista, etc...). Queste sarebbero le 3° parti di play che mi ero prefissato. Se poi mi verrà (o vi verrà anche a voi) in mente qualche elemento nuovo i capitoli si potranno estendere...
Per molto tempo Film Tv ha considerato questo film "pessimo". Adesso il giudizio è diventato "discreto". Le accuse di retorica guerrafondaia sono rimaste anche se la rivista parla di enfasi e dice che comunque questi aspetti sono tipici della cultura spartana. Il film è (e rimane! La fotografia per Film Tv può essere enfatica ma per me ridicola!) "pessimo" anche per il sottoscritto anche se mi tocca ammettere che è vero. Quelle cose (più che la retorica militarista del quale non me ne frega più di tanto perchè alla base di fin troppi film ed ormai vista come un innocuo gioco, sono più preoccupato per il discorso razzista contro gli handicappati, quello sì sgradevole) purtroppo facevano parte della cultura spartana quindi in questo caso il film diventa documentaristico.
Ecco un film (ed un autore!) sul quale i critici di Film Tv sono abbastanza in disaccordo tra di loro. Di solito lo si bolla come mediocre esaltazione dell'edonismo craxiano mentre invece qualcuno quando si parla (negli articoli) di Carlo Vanzina lo definisce uno dei suoi film più riusciti. Poi adesso è stato realizzato il capitolo numero 3 dove si parla di uno dei prodotti artigianali e di genere italiani più onesti degli ultimi anni...
Con C. Thomas Howell, Patrick Swayze, Ben Johnson, Harry Dean Stanton, Charlie Sheen
In streaming su Prime Video
Cult di John Milius che parte da una idea che allo stesso tempo è sia ridicola che originale (i Comunisti invadono l'America) ma costruito benissimo sul piano narrativo e spettacolare. Per ovvi motivi è stato relegato al "sufficiente". Ultimamente si è elogiato il (magnifico) lavoro tecnico che lo ha alzato a "buono" (sul sito) ed addirittura "ottimo" (sulla rivista cartacea). Voi che ne pensate?
Retorica che si fa epica nel raccontare una vita pericolosa e sopra le righe che è una metafora dei sogni dell'uomo. Al regista Hugh Hudson (che nel suo MOMENTI DI GLORIA elogiava un discorso ideologico simile) ha fatto da co-autore Gualtiero Jacopetti che ne ha scritto il testo (nel suo tipico stile!) e firmato anche la regia in alcuni passaggi. Inizialmente valutato con "sufficiente" è passato a "buono". Forse che la retorica di Jacopetti quando si considera dannosa nel raccontare il Terzo Mondo (per qualcuno ma non per tutti!) può essere utile come epica? Comunque anche chi di solito lo detesta (per la sua ambiguità ideologica) ne riconosce le capacità tecniche documentaristiche. Alla voce "Cult Movie" su AFRICA ADDIO Film Tv aveva descritto i Mondo Movies come esperienze da non ripetere, un paio di anni fa parlando nella rubrica sulle attrezzature in vendita ha cominciato l'articolo dedicato alla nuova "Lumix" di Panasonic con "Peccato che il Mondo Movies sia un genere scaduto..." e poi dopo un pò "...l'ideale per un reportage estremo alla Gualtiero Jacopetti ma anche per i filmini delle vacanze."
Seguito di AFRICA ADDIO diretto dal collaboratore di Jacopetti & Prosperi Stanislao Nievo (scomparso nel 2007 e nipote di Ippolito Nievo) rimaneggiando sequenze di altri film della coppia (in bella evidenza l'episodio delle 2 suore da LA DONNA NEL MONDO) amalgamate dentro nuovo materiale. Film Tv lo dà come "sufficiente" (quindi adesso "discreto" con i nuovi giudizi!) e nel recensirlo parla dei pregi dei Mondo Movies e degli errori degli stessi (che portano i film jacopettiani ad avere tutti -o quasi!- il voto negativo pur avendo anche loro "piccoli" meriti). Di Jacopetti & soci ne riparleremo meglio (come già detto) nella 3° parte di questa play. Questo (e FANGIO) erano un pò un preliminario al discorso che approfondiremo meglio citando le interviste che il regista toscano ha concesso nel corso dei decenni.
Quando uscì in sala aveva il pollice in sù e Film Tv lo elogiava come opera di denuncia. Successivamente è diventato "sufficiente" e la rivista ne parla come di falsificazione delle notizie (anche se a fin di bene!). Lo considerano l'AFRICA ADDIO della sinistra?
I redattori dei giudizi tra rivista e sito non sono gli stessi, infatti da un po' di tempo succede che spesso non coincidano (300 sul sito è al momento ancora pessimo).
Ciao kotrab e ben trovato! Questo mi pare sia anche argomento tuo, visto che commenti spesso questo tipo di pellicole. Grazie della info! Intanto mi faccio un errata corridge: il fumetto 300 non è di Alan Moore (come da me erroneamente scritto) ma di Frank Miller. Chiedo scusa. Ho fatto un pò di confusione e qualcuno per fortuna me lo ha segnalato via posta. Ringrazio l'utente sia per la correzione sia per la gentilezza di avermelo segnalato privatamente (anche se poteva commentare benissimo la cosa qua, un errore può capitare a tutti e non mi imbarazzavo certo!). Ciao a tutti!!!
A proposito della Cina (che adesso è il 2° potere economico al Mondo), al recente festival Cinemambiente 2011 si è parlato parecchio della nuova industrializzazione cinese e della guerra industriale e telematica con le altre potenze (la cosidetta Nuova Guerra Fredda, per fortuna "fredda" davvero perchè non militare ma solo industriale -e quindi se serve a migliorare la situazione energetica mondiale e a portare molti altri paesi sullo sviluppo potrebbe anche essere positiva!-). Tra le tante pellicole sull'argomento (alcune delle quali cortometraggi e non sempre esaurienti) consiglio la visione del lungometraggio documentario dal titolo WHEN CHINA MET AFRICA, diretto dai fratelli Marc e Nick Francis, che inizia con la Conferenza di Pechino del 2006 dove la Cina ha stretto un accordo di partnership con l'Africa e prosegue con un viaggio nel continente nero dove l'imprenditore Mr. Liu ha creato nuove industrie agricole, il manager Mr. Li si è impegnato nella costruzione della strada più lunga del paese e infine mostra le vicissitudini in Zambia del Ministro del Commercio e dell'Industria. Veramente interessante per come descrive la nuova economia cinese!
Tema interessante che si presta a numerose considerazioni. Io mi limito ad osservare che a certi film si è voluto, alemno a mio avviso, vedere da parte della critica schermature ideologiche ben oltre le intenzioni del regista. Ad esempio "Conan il Barbaro" di John Milnius, trasposizione fedelissima allo spirito dei romanzi di Robert Ervin Howard. Qualcuno, che evidentemente i romanzi di Howard non conosceva, vi vide una esaltazione dell'individuo con richiami alle ideologie totalitarie etc.etc. Quanto a 300 è veramente un brutto film, vedervi delle connontazioni ideologiche vuol dire riconoscergli uno sfondo culturale che secondo me proprio non esiste.
Grazie Gianni! La 2° parte della play sarà dedicata appunto a film (che siano belli o brutti non importa) dove si è voluto a tutti i costi cercare implicazioni ideologiche o politiche che onestamente (almeno secondo me ma magari mi sbaglio) non ci sono mai state!!!
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Ciao kotrab e ben trovato! Questo mi pare sia anche argomento tuo, visto che commenti spesso questo tipo di pellicole. Grazie della info! Intanto mi faccio un errata corridge: il fumetto 300 non è di Alan Moore (come da me erroneamente scritto) ma di Frank Miller. Chiedo scusa. Ho fatto un pò di confusione e qualcuno per fortuna me lo ha segnalato via posta. Ringrazio l'utente sia per la correzione sia per la gentilezza di avermelo segnalato privatamente (anche se poteva commentare benissimo la cosa qua, un errore può capitare a tutti e non mi imbarazzavo certo!). Ciao a tutti!!!
A proposito della Cina (che adesso è il 2° potere economico al Mondo), al recente festival Cinemambiente 2011 si è parlato parecchio della nuova industrializzazione cinese e della guerra industriale e telematica con le altre potenze (la cosidetta Nuova Guerra Fredda, per fortuna "fredda" davvero perchè non militare ma solo industriale -e quindi se serve a migliorare la situazione energetica mondiale e a portare molti altri paesi sullo sviluppo potrebbe anche essere positiva!-). Tra le tante pellicole sull'argomento (alcune delle quali cortometraggi e non sempre esaurienti) consiglio la visione del lungometraggio documentario dal titolo WHEN CHINA MET AFRICA, diretto dai fratelli Marc e Nick Francis, che inizia con la Conferenza di Pechino del 2006 dove la Cina ha stretto un accordo di partnership con l'Africa e prosegue con un viaggio nel continente nero dove l'imprenditore Mr. Liu ha creato nuove industrie agricole, il manager Mr. Li si è impegnato nella costruzione della strada più lunga del paese e infine mostra le vicissitudini in Zambia del Ministro del Commercio e dell'Industria. Veramente interessante per come descrive la nuova economia cinese!
Tema interessante che si presta a numerose considerazioni. Io mi limito ad osservare che a certi film si è voluto, alemno a mio avviso, vedere da parte della critica schermature ideologiche ben oltre le intenzioni del regista. Ad esempio "Conan il Barbaro" di John Milnius, trasposizione fedelissima allo spirito dei romanzi di Robert Ervin Howard. Qualcuno, che evidentemente i romanzi di Howard non conosceva, vi vide una esaltazione dell'individuo con richiami alle ideologie totalitarie etc.etc. Quanto a 300 è veramente un brutto film, vedervi delle connontazioni ideologiche vuol dire riconoscergli uno sfondo culturale che secondo me proprio non esiste.
Grazie Gianni! La 2° parte della play sarà dedicata appunto a film (che siano belli o brutti non importa) dove si è voluto a tutti i costi cercare implicazioni ideologiche o politiche che onestamente (almeno secondo me ma magari mi sbaglio) non ci sono mai state!!!
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