Tristezza, ovvero il sentimento che oggi nell'ascoltare il tg regionale del Piemonte mi ha assalito nell'apprendere che ben 4 sale cinematografiche storiche di Torino han chiuso i battenti. I motivi esatti non li so (nel servizio son stati piuttosto generici), ma mi pare abbian detto che non si tratta certo di cattiva gestione (son tutte sale molto confortevoli, belle e al passo coi tempi, alcune ristrutturate anche da poco, vedi il Lux che aveva riaperto giusto due anni fa) quanto piuttosto della "crisi" che non risparmia neppure questo settore lavorativo. La cosa triste è che a Torino non è cosa nuova e così al Charlie Chaplin, al Capitol, al Vittoria, al Doria, al King Kong (e altri che non ricordo) che chiusero qualche anno fa, oggi si aggiungono pure L'Ambrosio, L'Arlecchino, il Greenwich Village ed il Lux per un totale (solo per questi ultimi 4 cinema intendo) di altri 11 schermi in meno. Una cosa questa che la città in cui il cinema è nato e che ospita uno dei più bei musei a lui dedicato oltre a svariati ed importanti festival (uno su tutti: il Torino Film Festival diretto prima da Moretti e poi da Gianni Amelio, che in alcune delle sale oggi chiuse venne proiettato, affiancando la sede storica del cinema Massimo) davvero non merita continui ad accadere. Le sale in questione erano tutte da almeno tre sale (l'Arlecchino ne aveva 2 attrezzate col 3D) e non parlo di seconde visioni di periferia, ma di cinema posti nel cuore di Torino, in pieno centro città. Son tutti cinema cui son molto legato, quante piacevoli ore ci ho passato assieme ad altre migliaia di torinesi. Davvero non si può credere che il futuro del cinema siano solo ed esclusivamente le mega multisale da 12 schermi (spesso piene di buzzurri urlanti e irrispettosi che varie volte ho incontrato) che poi proiettano alla fine sempre i soliti 3 o 4 titoli triplicati tra Pirati, maghetti occhialuti, supereroi e robot trasformabili. Sia ben chiaro che non ho la puzza sotto il naso e amo tutto il cinema, anche quello d'evasione, ma non sono lieto della piega che stan prendendo (o meglio han già preso da un pezzo e stan sempre più peggiorando) le cose. Nei cinema che han chiuso ho visto non retrospettive sul cinema scandinavo sottotitolate in greco (senza offesa per chi le gradisse) ma titoli quali Match Point, Non è un Paese per Vecchi, Burke & Hare, Il Cigno Nero, 127 Ore, solo per citarne alcuni tra i film più o meno recenti che mi vengono in mente. Film che han tutti avuto un più che meritato successo pur non sfoggiando mirabolanti effetti in 3D e che non trovo proprio giusto debbano perdere la possibilità d'esser visti a scapito della quasi totale massa di blockbuster che sovraffollano i multiplex (qui a Torino di film come Tree of Life o Habemus Papam nei numerosi multiplex non c'è traccia, ma devi appunto cercarli in cinema da 2 o 3 sale, proprio come quelli che han chiuso). Le uscite cinematografiche si susseguono a ritmi vertiginosi e già così si fa a fatica a star dietro a tutti i film che interessano, se si chiudono tutti 'sti schermi ci si rende conto che la situazione peggiorerà sempre più? So che chi vive in provincia se la passa molto peggio (potresti raccontarcene molte tu da Savona, vero Gianni?). Le ragioni del declino son sicuramente molteplici e non starò io ora ad esaminarle, ma i nostri maleamati ministri dicono che con la cultura non si mangia: vadano a raccontar le loro balle anche a tutti i proiezionisti, baristi, addetti di sala e alle pulizie, gestori dei 4 cinema in questione (ed ai loro predecessori e spero non altri successori) che da oggi son senza lavoro se non ci si mangiava. Chissà mai se qualcuno degli amministratori locali, o il neo eletto sindaco Fassino, che spesso si riempion la bocca (in tutti i sensi mi sa...) parlando di Film Commission, Scuola di Cinema d'Animazione (altra eccellenza torinese), Cine Porto dove girare tanti bei film, si renderanno conto che se le sale chiudono sarà molto difficile poi proiettarli? Per ora non restano che la tristezza che dicevo e tanta rabbia con cui tutt'al più non resta che mangiarsi una sola cosa: il fegato!
Con Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Marina Vlady, Paolo Panelli
Mastroianni e Troisi cercano di tenere aperto un cinema che si vorrebbe trasformare in un supermercato. Speriamo non sia la fine che tocchi pure alle sale che ho citato...
Con Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, Francesca Picozza
Basterebbe questo gioiellino di film diretto dal "torinese d'adozione" Davide Ferrario, girato nel luogo cinematografico più magico di tutti (la Mole Antonelliana divenuta sede del Museo del Cinema), a far capire che i cinema NON DEVONO CHIUDERE! (Semmai il contrario)
Con Philippe Noiret, Salvatore Cascio, Jacques Perrin, Leopoldo Trieste, Marco Leonardi
In streaming su Rai Play
In ordine rigorosamente sparso e non di merito giunge al terzo posto di questa playlist il film dei film sul cinema, che ci ricorda la presenza della sua magia nelle nostre vite. Con la loro chiusura siamo certo tutti più poveri.
Anche Woody Allen ci dice la sua e ribadisce l'importanza del sogno cinematografico. Oggi a Torino Mia Farrow avrebbe vita ben più dura nel fantasticare con l'attore dei suoi sogni...
Anche qui lo spettatore (un bambino) grazie ad un biglietto magico può "entrare" nel mondo fittizio del suo eroe preferito o viceversa portar lui nel mondo reale con divertenti ed inattese conseguenze. Dice il saggio: se però chiudiam le sale per grandi e piccini la vedo male.
Negli anni '60 della guerra fredda John Goodman è un regista di B-Movie horror e gira i cinema usando ogni mezzo per promuovere i suoi film. Altri tempi ed altra considerazione per esercenti e spettatori...
Si lo so, il cinema qui non c'entra ma il film è strepitoso e i nostri eroi, in missione per conto di Dio, fan di tutto per non far chiudere l'orfanotrofio che li vide crescere. Son certo che pure si fosse trattato di un cinema Jake ed Elwood non si sarebbero risparmiati, anzi...
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