Scappare da situazioni, persone, luoghi, per poi ritrovarsi ad avere a che fare nuovamente e per sempre con le stesse persone, luoghi e situazioni, magari altre, ma identiche: questo è il Detour che a livello filosofico è molto vicino all’eterno ritorno di Nietzsche, è stato il primo ad avere un’idea completa di Detour, ma la scoperta era giovane, ci volevano cent’anni di cinema per rendere l’idea di Detour insopportabile, impossibile solo pensarla senza star male, all’inizio era un’idea affasci- nante ma il cinema e la vita non potevano, come sempre hanno fatto, che abusarne. Chiudere gli occhi durante un Detour? Si rischia di perdere la strada, di uscire di strada, ma non certo finisce il Detour, il Detour non può finire che con la nostra morte.
Con Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald
In streaming su Cultpix
L’ossessione del Detour, sia della comprensioe filosofica del Detour che dello stesso vivere e farsi vivere del Detour è ben espresso da questa frase-situazione (un cliente ascolta un motivetto che l’ossessiona):
Quel motivo! Perché quel maledetto motivo mi seguiva ovunque senza darmi tregua? Avete mai desiderato cancellare un pezzo della vostra memoria senza riuscirci? Potete cambiare ambiente. Ma basterà un profumo o una frase detta da qualcuno e ci cascherete di nuovo.
Titolo originale Le raid Paris-Monte Carlo en deux heures
Regia di Georges Méliès
Fenomenale-orribile è la colorazione a mano della carrozza. Un continuo girotondo di colori che tentano di aderire ad una forma a cui però non appartengono, ogni volta che una colorazione di un fotogramma sembra definitiva tale non è già più al fotogramma successivo ed osservando con una forma di finta continuità il susseguirsi di fotogramma e quindi di colorazioni apparentemente definite e definitive ci si accorge dell’illusorietà dell’atto originale e al suo posto prende vita una strana danza di colori (il rosso, ma anche i rossi, più chiaro, più scuro).
Con Anton Walbrook, Simone Signoret, Gérard Philipe, Danielle Darrieux, Daniel Gélin
Un carosello di emozioni e di vissuti personali, dove il Detour in questione è la Vita come Amore, Amore come unica Vita o Amore e Vita come unica possibile distanza da colmare
il Detour moderno, anche se non l'ultimo. Lynch in un intervista ha descritto il suo stesso film: "si tratta di una fuga psico-genetica". Si tratta insomma di sfuggire dal Detoru catapultandosi in un altro Detour, senza via di ritorno
Detour cinematografico del ripresentarsi di oggetti, simboli, espressioni, canzoni, concetti… Come un bicchiere continuamente rotto… sempre lo stesso… Come una moglie da Amare, sempre la stessa
Una dimostrazione in senso pratico e cinematografico del Detour automobilistico: la stessa pista viene ripercorsa più volte fino alla fine della corsa. Molti altri film hanno la stessa trama, tra cui: entrambi i film intitolati "ricomincio da Natale" del 1996 e del 2006; "E' gia ieri" del 2004 con Antonio Albanese; "Un minuto dopo mezzanotte" del 1993. Addirittura un fumetto di Dylan Dog, non ricordo quale, è ispirato a questo film.
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