Apro gli occhi di soprassalto come ogni mattina, la sveglia stiletta schegge di suono su e giù per il sistema nervoso interrompendo sogni, incubi o semplicemente la fasi più intorpidite di un recondito rem. Faccio fatica anche a capire chi sono, e da dove proviene questo indistinto trillo malefico. Ho una mano che rimane comunque addormentata come in avanzata  fase di secessione dal resto del corpo, ammortizzo la sveglia in qualche modo planandoci sopra un colpo a casaccio coordinato più dall'istinto che da altro.
Finalmente silenzio. Ora viene la parte più difficile. Mi alzo e vado in bagno, sono le cinque e trenta e fuori è buio... buio? Sto ancora dormendo? A quest'ora albeggia di uno splendido arancione. Riguardo anche l'orologio della sala, mi fossi alzato prima. No. L'ora è giusta. Mi affaccio alla finestra ed il buio mi avvolge ovattato e denso. Nessun chiarore all'orizzonte. Solo buio.
Ok, starò ancora in dormiveglia, ora mi sciacquo la faccia, vado in bagno. Esco un quarto d'ora dopo. Buio.
Sono le sei. Accendo la tivu, Rai news 24 è in subbuglio e mi si gela il sangue.
Sembra ridicolo a leggerlo cosi in sovrimpressione, ma il cuore mi sale in gola: alle 3,07 di stanotte 18 marzo 2011 la rotazione terrestre si è bloccata.
E' buio perché lo sarà chissà per quanto.
Stiamo scherzando? Squilla il telefono, è papà con la voce grave quasi strozzata: “Hai sentito che succede?” Si, va bene ma stai calmo su, aspettiamo, ora m'informo... buio per sempre, ma che dici! sentiamo bene dai, poi richiamo... si è svegliata anche mia moglie, più assonnata della notte che incombe fuori: Ma cos'è successo? Che ore sono, è ancora buio... Si è buio ma non perché sia ancora presto amore, sembra ci sia qualche problema... con l'asse terrestre.
E se qui è buio tra un po' gelerà tutto e dall'altra parte del globo surriscalderanno lentamente.
Ora non t'agitare, sentiamo cosa dicono in tv, magari è una cosa temporanea, che ne so, inutile fasciarci la testa se non sappiamo neanche di che morte morire!
E poi pensieri che s'accavallano in ordine sparso dal faceto al terrorizzato.. non c'ho più tramonti ne albe, non mi abbronzo più, solo bagni di una mezzanotte perenne, mi muoiono tutte le piante, ma anche tutte le bestie, non cresce più il grano.. oddio! Moriremo di fame e sete!! O mio Dio... niente più fiori (non vedrò più uno stelo che anela), sabbia che scotta (e dove trovare sollievo a piedi nudi?), sole a picco (cosa rimarrà da rimirare ad occhi quasi ciechi, ci trasformeremo in gufi.. pupille dilatate da inesauribile oscurità?), niente più ombre (cosa rimarrà per giocare ad inseguire sagome di nuvole che scorrono sui prati?), occhiali da sole (chi, e come, sbirciare da dietro una montatura complice?); addio ai cappellini a visiera (come atteggiarsi più a divi di Hollywood?), alle creme solari (cosa amorevolmente spalmare sulla schiena della nostra dolce metà?), e poi magliettine a maniche corte (in che maniera bearsi del tepore estivo, quello che ci vede godere magari a spasso con una docile tramontana che solletica), sdraio sul terrazzo (dove ci accartocciavamo come lucertole alle prime calure estive), e poi ancora basta col raccogliere conchiglie scalzi nel refrigerio di risacca o stelle alpine o asparagi o mele da un albero o rimirare un filo d'erba che crepa l'asfalto rovente, o solo cogliere un volo radente di farfalla, un bagliore di riflessi, colori, sfumature, o quello stringere gli occhi che pensavamo fastidioso quando un raggio di sole ci prendeva d'infilata, ogni cosa che necessita di una luce naturale come quella solare… naturale… vengono i brividi a pensarci ora, in questa notte infinita che già opprime, che già sento cucita addosso come una cappa... sarà tutto oscuro di quell'oscuro che ghiaccia l'anima, che azzera la fotosintesi clorofilliana, che stoppa i processi vitali, che ignora la pigmentazione abbronzante, e farà sempre più freddo, fino magari a congelare il fiato, fino ad abbrutire i sogni, fino a deprimere la speranza gettandola in fondo a quel buio come una bambola  disanimata...  
verso le dieci telefona mio cognato:
“Ma porcaccia della miseria!! Ma hai sentito che casino?
E mò co' 'sti  sedici mila euro de pannelli solari
che cacchio ce faccio?!?”