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Gennaio 2000, Naomi Klein pubblica un saggio che rivoluzionerà l'opinione pubblica e diverrà punto di riferimento imprescindibile per il movimento no global. Da lì tutto ebbe inizio e noi occidentali fummo costretti a metterci di fronte alle nostre responsabilità. Un enorme velo fu strappato via dallo specchio che ci mostrava nell'atto di depredare e distruggere ciò che non era nostro. Da allora qualcosa è cambiato ma non abbastanza visto che le multinazionali continuano a spadroneggiare indisturbate e noi, tutti noi, siamo complici di eccidi, eco-distruzioni e violazioni dei diritti umani.
La play di Dalton sulla classifica dei più ricchi del pianeta ha stimolato di riflesso quest'altra che riguarda i più poveri. Ho voluto strutturarla in tre parti, nella speranza che queste letture stimolino, come hanno fatto con me, ad acquisire una coscienza maggiore quando apriamo il portafogli ed inconsciamente armiamo la mano di certi aguzzini.
L'altro giorno mi interrogavo, "cos'è una guerra mondiale?". Una guerra, suppongo, in cui intervengano tutte le grosse potenze mondiali. In Africa sono morte milioni di persone nel silenzio generale, e ne continuano a morire da un pezzo ma siccome europei ed americani agiscono nell'ombra, sembra che si scannino da soli. Non è questa una guerra mondiale?

COSA FARE
La prima e più importante cosa da fare è informarsi e informare. Questo mette le coscienze di fronte ad uno specchio di inimmaginabile orrore, mostra a tutti la terrificante verità che sta dietro i nostri gesti ed il nostro benessere. Ma soprattutto, smettiamola di nasconderci dietro l'alibi che il problema è più grande di noi. Siamo noi consumatori a determinare le scelte di mercato, tanti piccoli gesti possono cambiare le cose. Tante piccole indifferenze, costano morti e sofferenze.
La seconda cosa importante è fare acquisti intelligenti, comprare prodotti del mercato equo e solidale, certificati da TRANSFAIR che è l'unica etichetta che garantisce che quei prodotti non siano macchiati del sangue e del sudore di poveri bambini e che una percentuale giusta dei guadagni finisca a chi produce il bene. Nel sito ufficiale, riportato sotto, ci sono i punti vendita più vicini alla vostra città; sono ubicati ovunque. In alternativa vanno bene anche prodotti di produzione locale visto che se non altro garantiscono un minimo che i lavoratori siano tutelati dalle nostre leggi. E' teoria, non pratica ma sicuramente una produzione locale non può spingersi agli eccessi che riguardano paesi poveri come la Cina, il Congo, il Brasile.
La terza cosa da fare è fare pressioni sui governi affinché boicottino o non assecondino certe aziende del malaffare o sulle grosse aziende affinché rendano trasparenti la provenienza dei loro prodotti e le modalità con cui vengono preparati.

COSA SAPERE
Questa è la parentesi che rischierebbe di non chiudersi mai ma che dovrò sintetizzare al massimo. Mi limiterò a qualche dato, tratto dal libro di Klaus Werner - Lobo "Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere", invitando ad approfondire con letture dirette, ricerche su internet e filmati per i quali rimando al paragrafo successivo.
Dovete sapere che quasi tutte, se non tutte, le multinazionali dell'alimentazione, dei farmaci, del petrolio e di ogni settore sono sporche o hanno qualcosa da nascondere. Spesso si proclamano aderenti ad associazioni che garantiscono una produzione "sostenibile" ma questo termine ha ampi margini di significato e spesso equivale solo a lavarsi la faccia con i consumatori senza che i lavoratori abbiano alcun vantaggio. In molti paesi vengono garantiti salari che non arrivano al 50% di quelli minimi, laddove quelli minimi non garantirebbero comunque un tenore di vita dignitoso visto che la sanità e l'istruzione non sono garantite dallo Stato, come da noi. E' per questo che molte famiglie sono costrette a mandare i loro bambini a lavorare già dall'età di 4 anni, quando non a venderli nella speranza che qualcuno possa garantire loro un futuro. In questi paesi si lavora dalle 11 alle 17 ore giornaliere, spesso senza giorni di riposo a spezzare la settimana, senza ferie e senza straordinari pagati. I dipendenti vengono sanzionati per ogni stupidata, con detrazioni sui già esigui stipendi. Non possono parlare tra loro, possono andare in bagno massimo due volte al giorno per dieci minuti alla volta e non possono riunirsi in associazioni sindacali o protestare. Dormono in stanzoni nei quali vengono stipate centinaia di persone, con servizi igienici insufficienti già per poche decine. In campi e miniere le condizioni sono anche peggiori perché si aggiungono le condizioni climatiche avverse, il contatto con pesticidi e diserbanti. A questo si aggiungano le umiliazioni fisiche e le violenze che spesso, nemmeno a dirlo, riguardano soprattutto donne e bambini.
I bambini sono una fonte di energia  indispensabile, utilizzati nei campi di lavoro da tenera età fino a quando non muoiono stremati dal lavoro, utilizzati come soldati dopo averli strappati in tenera età dalle famiglie ed obbligati ad ammazzare persino i parenti così da non voler tornare a casa loro per la vergogna, utilizzati come cerca mine, sfruttati e violentati in ogni maniera e drogati fin da tenera infanzia per tenerli in piedi ed impedire crolli emotivi. E tutto questo spesso in nome del dio denaro, armato sempre dalle nostre scelte. Alla fine del 2007 in un reportage televisivo relativo al marchio GAP, mostrarono numerose fabbriche nascoste in India. Nel filmato c'era un bambino di undici anni che cuciva perle su un top della collezione bambini della GAP. Era seduto per terra, tra gli escrementi. I bambini erano costretti a cucire a mano indumenti per 16 ore al giorno, senza stipendio. Se piangevano li picchiavano e per farli tacere gli tappavano la bocca con un panno imbevuto di olio. La maggior parte provenivano da regioni povere dell'India o di paesi confinanti, comprati grazie a false promesse dai trafficanti di bambini. In Africa, di contro, con 25 euro è possibile comprare la vita di un bambino ed assicurarsene i servizi fino a sopravvenuto sfinimento.
Cosa c'entriamo noi? Chi di voi non beve Coca-Cola, non mangia al Mc Donald's o non compra un peluche della Disney per il proprio bambino?
La Coca - Cola, secondo Human Rights Watch, sfrutta bambini nelle piantagioni di canna da zucchero in Salvador ed avrebbe addirittura, tramite aziende di imbottigliamento in Colombia, ingaggiato squadroni paramilitari per assassinare sette sindacalisti tra il 1989 ed il 2002. I giocattolini dell'Happy Meal e molti della Disney, sarebbero confezionati da bambini cinesi le cui condizioni di lavoro sono state accennate sopra, per non dire che i foraggi per le mucche da macello sono ottenuti disboscando parti di foresta pluviale e privando poveri contadini di un terreno dove coltivare beni di prima necessità, per ingrassare le vacche e provocare la nostra obesità. Non finisce certo qui, c'è anche la Nestlé con il suo buonissimo cioccolato, la sua sana acqua Panna, le sue merendine, la sua Buitoni e non sapete quanto altro ancora di "suo", che prende il 70% del cacao che le serve da piantagioni in Costa d'Avorio nelle quali vige lo sfruttamento minorile. La stessa Nestlé che ha finanziato corpose ed aggressive campagne per portare le donne dei paesi poveri ad allattare artificialmente (e spesso con acque contaminate) i loro bambini, causando migliaia di morti. Spesso accusata di vendere, alle medesime popolazioni, alimenti scaduti e andati a male e di opprimere le rappresentanze sindacali. O la Bayer? Infognata nella distribuzione di medicinali pericolosi, vendita di medicinali addirittura contaminati da HIV, produzione e diffusione di pesticidi altamente nocivi nonché nel traffico illegale di tantalio che è un minerale utilizzato per la produzione di chip elettronici presenti nei nostri cellulari. Lo sfruttamento delle miniere di tantalio alimenta una guerra che dura da anni nel Congo e che dal 1998 ad oggi ha provocato 5 milioni di morti (ma non è un conflitto mondiale e non c'è nessun Führer da additare) e la cui estrazione è causa di lavoro minorile e non, in condizioni ai limiti della sopportazione umana.
In molti paesi si fanno esperimenti senza che la popolazione ne sappia nulla. Nel 1996 ci fu un epidemia di meningite in Nigeria e la casa farmaceutica Pfizer (americana) permise test illegali su 100 bambini; i genitori ovviamente non ne sapevano nulla e pensavano si trattasse di normali procedure di profilassi. Undici bambini morirono, altri ebbero danni cerebrali e si ammalarono gravemente.
C'è poi la Nokia, la Adidas, le multinazionali del tabacco, quelle del petrolio che hanno distrutto interi ecosistemi e perpetrato massacri ai danni delle popolazioni locali, la Mattel, la Siemens e via discorrendo. Spesso queste multinazionali non si sono fatte scrupoli a violare i più basilari diritti umani ed arrivando a minacciare chi ha osato mettersi sulla loro strada, interessante in proposito The Insider di Mann che romanza la storia di Jeffrey Wigand e la sua lotta contro una multinazionale del tabacco.
C'è tutto un mondo che va a pezzi a spese del nostro benessere.
Sono cose che tutti sapete, probabilmente, ma che preferite ignorare.
Ciò che invece non tutti sapete, sono i dati sconcertanti che stanno dietro questi fatti.

Eccone alcuni, che mi hanno colpito parecchio. Pugni allo stomaco per qualsiasi persona dotata di un minimo di sensibilità.
Il 2% della popolazione adulta mondiale possiede più del 50% del patrimonio privato globale.
Il 10% più abbiente arriva addirittura all'85% del patrimonio di tutto il mondo.
Di contro, alla metà più povera della popolazione mondiale appartiene appena l'1% di tutti i beni della terra.
Bill Gates ha circa 58 miliardi di dollari (cifra che coincide più o meno con quella data da Dalton), corrispondenti più o meno al guadagno di un anno di tutti i Paesi più poveri del mondo messi insieme.
Le 500 persone più ricche del mondo hanno, secondo l'UNDP, un reddito annuale maggiore della somma dei redditi dei 416 milioni di abitanti più poveri del pianeta.
Secondo l'ONU ogni ora muoiono 1200 bambini per denutrizione o mancanza di cure elementari, facendo i conti fa un bambino ogni 3 secondi. Nel tempo che ho impiegato a scrivere questa play sono morti già circa 2000 bambini.
Le 500 maggiori aziende del mondo controllano circa il 70% del mercato globale eppure danno lavoro solo allo 0,05% della popolazione mondiale, nonostante questo è sulle medie e piccole imprese che grava il gettito fiscale maggiore e sono loro a garantire il maggior numero di posti di lavoro.


COME SAPERE
Libri:
"No Logo" di Naomi Klein, "Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere" di Werner - Lobo, "I crimini delle multinazionali" sempre con Werner co-autore e tanto altro che si può trovare in rete con poche ricerche.

Siti:
Molti sono siti in inglese ma c'è qualcosa anche in lingua italiana. Ovviamente anche in questo caso, poche ricerche possono aprire un mondo nuovo.
www.fairtradeitalia.it
www.transfair.org
www.unsdiewelt.com
www.multinationalmonitor.org
http://www.greenpeace.org/italy/it/

Documentari:
vedi sotto, questa è la parte squisitamente "cinematografica" della play.


Curiosità:
Quanto siete ricchi rispetto agli altri abitanti del pianeta? Scopritelo qui, resterete sorpresi:  www.globalrichlist.com

Se si ripartissero tutte le risorse equamente, si otterrebbe un valore tale per cui ogni paese sfrutterebbe esattamente "un pianeta" di risorse. Si chiama "impronta ecologica" ed ovviamente non è ripartita equamente. In USA si consuma l'equivalente di 5 terre, in India la metà di una. E voi? Scopritelo con un semplice test (in inglese): www.myfootprint.org

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Playlist film

The Corporation

  • Documentario
  • Canada
  • durata 145'

Titolo originale The Corporation

Regia di Jennifer Abbott, Mark Achbar

The Corporation

Prendete carta e penna e studiatelo come il pater noster.
Vi spiegherà il potere che hanno le multinazionali ed i danni che fanno e troverete tantissimi nomi e volti di persone direttamente coinvolte nella rivoluzione no-global e che rappresentano, per gli attivisti, dei veri e propri punti di riferimento. Molti dei nomi già citati in questa play ma anche Chomsky, Vandana Shiva e tanti altri personaggi meno noti ma non per questo meno significativi.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Super Size Me

  • Documentario
  • USA
  • durata 98'

Titolo originale Super Size Me

Regia di Morgan Spurlock

Con Morgan Spurlock, Bridget Bennett, Jared Fogel, Alexandra Jamieson

Super Size Me

Due ragazze avevano fatto causa alla McDonald's Corporation per la loro obesità. Era colpa della catena di Fast Food a loro modo di vedere ma la multinazionale rispose che questo era da escludere: mangiare da McDonald non fa ingrassare. Ci penserà M. Spurlock, a spese della sua salute, a portare acqua al mulino delle due fanciulle. Un mese di McDonald, la salute cala a picco, sbalzi d'umore e persino sessualità peggiorata. Per tutta risposta McDonald fece togliere il menù Super Size.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Workingman's Death

  • Documentario
  • Austria, Germania
  • durata 122'

Titolo originale Workingman's Death

Regia di Michael Glawogger

Workingman's Death

In streaming su DocAlliance Films

vedi tutti

Cinque capitoli per cinque stati diversi. Un solo denominatore comune, lavoro fino allo stremo.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fast Food Nation

  • Drammatico
  • USA
  • durata 116'

Titolo originale Fast Food Nation

Regia di Richard Linklater

Con Greg Kinnear, Kris Kristofferson, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Luis Guzman

Fast Food Nation

In streaming su Pluto TV

vedi tutti

Un docu-film che narra di una storia di contaminazione di carni bovine di un'immaginaria catena di fast food, per inserirci informazioni reali e crude sui processi di macellazione ed il trattamento del bestiame e delle persone che lavorano nella catena. Fa molta leva su immagini drammatiche e ad effetto, forse eccessivamente.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'incubo di Darwin

  • Documentario
  • Austria, Bel, Francia, Can, Fin, Sve
  • durata 107'

Titolo originale Darwin's Nightmare

Regia di Hubert Sauper

L'incubo di Darwin

Docu-film che fotografa perfettamente il comportamento di certe multinazionali che producono cibo per i paesi ricchi in posti nei quali appena si arriva a fine mese. Il cibo che ingrasserà gli obesi occidentali, passa indenne sotto gli occhi dei denutriti del terzo mondo.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Let's Make Money

  • Documentario
  • Austria
  • durata 107'

Titolo originale Let's Make Money

Regia di Erwin Wagenhofer

Con Antonio Baena Perez, George Belton, John Christensen, Yves Delisle

Let's Make Money

Questo documentario informa su come i nostri soldi finiscano ovunque meno che dove li abbiamo depositati. Ma non era questo che cercavo, bensì un altro documentario dello stesso autore che si chiama "We feed the world" e che riguarda sempre le multinazionali.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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