«Ma è una donna!» - esclamai la prima volta che la vidi, in "Un anno vissuto pericolosamente" di Peter Weir. Un ruolo fondamentale e un'attrice vera, che non ha paura di imbruttirsi.
La mia preferita della lista insieme alla Bonham-Carter. Splendida anche quando mortifica la sua femminilità e la sua intelligenza, come nella sordo-muta di "Sweet and Lowdown" di Woody Allen e nell'Aghata di Minority Report
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