In gioventù ho avuto l'ardire di recitare...la sensazione di stare su un palco è bellissima, manda l'adrenalina alle stelle, l'attimo prima di entrare in scena è esaltante, e pensavo sempre di non avere il coraggio di farlo.
Recitare insieme agli amici del cuore è poi la cosa più bella del mondo, le complicità che si sono create allora, resistono tutt'ora, e alcune smorfie o "invenzioni" di postura, ce le portiamo ancora dietro, e ci sorridiamo sornioni quando vengono fuori nei momenti più inaspettati...Tra di noi ci citiamo, con il sorriso sulle labbra, molte volte incompresi da chi ci sta intorno, sorvoliamo e passiamo oltre, il momento della battuta quando passa, passa.
Ho recitato quasi di tutto, una volta anche il bugiardino della Novalgina, spesso ho interpretato amanti, andando avanti con l'età mi è toccato anche fare la mamma, per scarsità di attori, ho dovuto interpretare un uomo e una donna nella stessa commedia, cambi di scena al freddo nelle piazze, cambi di vestiti dietro improbabili tendine, camerini in comune con tutti, senza vergogne tutti ignudi... pitture corporali, mancanza completa di costumi, la solita colonnina di gesso che era costantemente in ogni scenografia, petali di rose rubati nei giardini per essere utilizzati nella commedia, essere pagati con cene e fiaschi di vino, con soldi, con applausi, assenza o quasi di pubblico, pienoni da far mancare il fiato, recitare dopo aver saputo la notizia della morte di Falcone, recitare con la varicella, dimenticarsi tutte le battute da dire e guardarsi intorno in cerca di aiuto...che arrivava sempre, fare una scena d'amore con il proprio amico imbarazzati nel lettone, ricevere una secchiata d'acqua in viso inaspettata "cazzo, non doveva essere vuoto il vaso?", tenersi per mano con la propria amica ed entrare sul palco insieme, guardare amici e parenti che ti guardano mentre reciti, spiare la sala che si riempie o smette di riempirsi troppo presto,indossare costumi e vstititi troppo grandi o troppo piccoli, pettinarsi e scambiarsi i trucchi, il primo spintone per entrare in scena, quando scappa da ridere e non si può, il silenzio dietro le quinte per aspettare quando tocca a noi, la mano del mio amico-regista che mi prende per il braccio e mi fa entrare in scena, gli occhi della suggeritrice che ci guarda e legge conteporaneamente per darci l'abbocco, la scelta delle musiche, il sipario (quando c'è) che si apre, buio in sala, tutti in fila per mano....applausi.
le vecchiette, per mancanza di attori adeguati, erano un vecchietto e una vecchietta...."Noi abitiame qui" una battuta per noi della compagnia rimasta famosa per via del troppo ridere che ci prendeva nel provarla.
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