Vite perdute
- Drammatico
- Italia
- durata 90'
Regia di Giorgio Castellani
Con Alfredo Libassi, Salvatore Termini, Filippo Genzardi, Carlo Beretta
Giornale di Sicilia, 13 febbraio 2011
Come regista non aveva certamente sbancato i botteghini. Destinato a restare nell'ombra, ignorato dalla critica e schiacciato dal peso ingombrante del padre, Giuseppe Greco se n'é andato in silenzio. E' stato stroncato da un tumore a 58 anni, a Croceverde Giardini, nel quartiere di Palermo dove era cresciuto e dove la famiglia aveva scritto una delle pagine più nere della storia della mafia.
Mentre il padre Michele, il 'papa' di Cosa nostra, "regnava ma non governava" come argutamente aveva spiegato Tommaso Buscetta (il primo pentito di mafia), Giuseppe Greco aveva trovato nel cinema l'oscuro oggetto del proprio desiderio. E, con i soldi del padre, era riuscito nel 1981 a produrre un film che, sin dal titolo, echeggiava le commedie degli anni '70: 'Crema, cioccolata e pa...prika'. Michele Massimo Tarantini firmava la regia, il giovane Greco la sceneggiatura. Nel cast diversi nomi del cinema italiano, come Renzo Montagnani, Barbara Bouchet, Silvia Dionisio, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia tornati per l'occasione a recitare insieme.
Non solo mancò il successo ma, per Giuseppe Greco, arrivarono perfino le disgrazie. Nell'ambito dell'inchiesta dalla cui sarebbe scaturito il primo maxi-processo alla mafia, il giovane fu arrestato. Le magliette promozionali del film erano state trovate nel covo di un latitante. Poi si scoprì che la Mercedes usata sul set era stata messa a sua disposizione dal potente esattore Nino Salvo, uomo d'onore di primo piano con il cugino Ignazio, poi ucciso in un agguato.
Giuseppe Greco, accusato di riciclare, attraverso il cinema, i soldi del padre, fu arrestato e condannato a 4 anni. La Cassazione, però, cancellò la condanna, perché riconobbe la completa estraneità del giovane alle vicende di Cosa nostra.
Uscito indenne dal processo, Greco tornò alla propria passione. Nel 1992 cambiò nome e, come Giorgio Castellani (il cognome della madre), firmò la regia del film 'Vite perdute', una sorta di prosecuzione di 'Meri per sempre' di Marco Risi, il film che narra le vicende di alcuni reclusi nel carcere minorile Malaspina di Palermo.
Fu un nuovo fiasco, seguito nel 1997 dal terzo ed ultimo film di Greco, alias Castellani: 'I Grimaldi', una saga familiare che racconta lo scontro tra la mafia tradizionale tutta cuore e valori con la criminalità che traffica in droga. La pellicola scomparve poco dopo l'uscita nelle sale quasi deserte.
Da allora, Greco è uscito di scena con una sola parentesi pubblica: i funerali del padre. A lui il 'papa' aveva dato tanto da trascinarlo in una storia che non gli apparteneva.
la Repubblica - Palermo, 13 febbraio 2011
L’unica cosa che gli interessava era il cinema: «Avrò visto più di mille pellicole — disse in un’intervista — Credo di avere nitrato d’argento nelle vene». Il cinema, raccontava, lo scoprì a otto anni e fu subito amore: per la prima comunione ebbe in dono un proiettore, poi arrivò una cinepresa con la quale filmava gli operai del padre, e nella tenuta della Favarella, che aveva ospitato summit mafiosi, aveva creato una sala cinematografica con le poltrone dell’ex Supercinema, megaschermo e due proiettori.
Quando, nel ’92 girò con i reduci di “Meri per sempre” qualche scena di “Vite perdute” a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del sindaco, non appena si svelò la sua identità si scatenò un putiferio. Per “I Grimaldi”, invece, saga mafiosa che vagamente evocava la figura dell’amatissimo padre, inserì un’avvertenza dopo i titoli di testa: «Questo è un affresco contro la violenza, l’autore crede che l’unica legge che vada imposta è quello dello Stato».
Ciprì e Maresco gli dedicarono una puntata del loro programma “I migliori nani della nostra vita”, mostrando la scena della “strage delle pecore”, nella quale però gli animali davano segni di vita. «Dopo quella puntata — ricorda Franco Maresco — mi disse che il padre l’aveva chiamato commosso dicendogli finalmente che il cinema aveva riconosciuto il suo talento».
http://www.youtube.com/watch?v=CjYk7C_BgJc
http://www.youtube.com/watch?v=xOJ1GvwdMH0
http://www.youtube.com/watch?v=UPgIpLG85cQ
http://www.youtube.com/watch?v=DOWAGMjXNsQ
Regia di Giorgio Castellani
Con Alfredo Libassi, Salvatore Termini, Filippo Genzardi, Carlo Beretta
Regia di Michele Massimo Tarantini
Con Barbara Bouchet, Renzo Montagnani, Silvia Dionisio, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia
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