Quanti , negli anni '50, dicevano malafedosamente "la mafia non esiste" ; purtroppo la stessa mafia ha fatto di tutto per farsi conoscere, anche se Provenzano malafedosamente diceva a Riina di non fare rumore perché alla mafia non conviene apparire ; e quanti politici hanno malafedosamente affermato che erano in atto tutti i provvedimenti necessari per debellarla , mentre sotto sotto si incontravano con i pezzi da novanta; quanti registi in buona fede hanno cercato di denunziarne i misfatti ma è servito a ben poco : questa pustola abberrante che appesta la nostra nazione e il nostro parlamento è la prima cosa che noi italiani dovremmo cercare di estirpare; il resto ( PIL, evasione fiscale, miseria del Sud, disoccupazione, voto di scambio ecc.) si sistemerebbe quasi automaticamente.
Con Massimo Girotti, Jone Salinas, Charles Vanel, Camillo Mastrocinque
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Un magistrato del nord si scontra contro l'omertà di un paese in Sicilia dominato dalla mafia ; Pietro Germi ci regala un film che anticipa i tempi , freddo asciutto e implacabile.
Il generale Dalla Chiesa dopo aver decapitato le B.R. viene inviato in Sicilia per decapitare la mafia; manovra politica e populista e infatti il pover'uomo viene abbandonato a sè stesso e verrà massacrato assieme alla moglie.
Con Giulio Scarpati, Sabrina Ferilli, Leopoldo Trieste, Regina Bianchi, Renato Carpentieri
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Un giovanissimo magistrato siciliano, Livatino, convinto della sua missione, sacrifica la sua vita privata pur di proseguire nella lotta alla malavita mafiosa e, criticato e osteggiato da tutti, verrà sacrificato, con grande cordoglio dello stato, naturalmente.
Con Fabrizio Bentivoglio, Michele Placido, Omero Antonutti, Laura Betti
Il più abberrante intruglio italiano degli anni '60 che vede associarsi la mafia, la finanza, la politica , il vaticano ; a liquidarlo viene posto un povero avvocato , Giorgio Ambrosoli, il quale pur consapevole dei rischi che affronta, caparbiamente si impegna ad andare avanti ; verrà fermato dalle pallottole.
Assieme a Borsellino era arrivato quasi a sciogliere il secolare nodo mafia-politica; ovviamente li hanno stoppati ambedue e da allora il vero cancro da asportare è andato in metastasi e nessuno si sogna più di arginarlo.
Anche un giovane cronista, Peppino Impastato, dalla sua "radio libera" aveva cercato di risvegliare l'opinione pubblica sulla necessità di isolare la malavita mafiosa di Cinisi. Tutti i suoi coetanei andarono al funerale e...morta lì.
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