La fantascienza è, secondo me, il genere cinematografico che più di tutti spinge a riflessioni di tipo "assoluto", riflessioni cioè che prescindono dalla storia raccontata e dai suoi protagonisti per avvicinarsi a qualcosa di letteralmente universale. E così, un "semplice" film ci porta a pensare all'origine del tutto, al senso della vita, alla dicotomia fra illusione e verità, al rapporto stato-cittadino, tutti temi su cui da sempre l'uomo si "arrovella il gulliver". Qui di seguito, ho elencato i film che, più di altri, mi hanno colpito. Film complessi, che si prestano a molteplici chiavi di lettura. La lista, ovviamente, potrebbe essere lunghissima. Io ho a disposizione solo sette spazi e una conoscenza molto molto ridotta. Suggerimenti e integrazioni sono, come sempre, assai graditi!
Forse il film più "filosofico" di tutti, quello che cerca di rispondere alla domanda: "Da dove veniamo?", ovvero la domanda delle domande, quella alla quale da sempre l'uomo cerca una risposta senza mai trovarla. Il film - e il romanzo scritto in parallelo - lascia intuire che la vita sulla Terra sia il frutto del progetto di qualche lontana entità aliena. La domanda, però, resta: da dove viene la prima scintilla di vita?
La vicenda del personaggio interpretato da Richard Dreyfuss, in particolare, mi ha ricordato il mito della caverna come l'ha descritto Platone. Uscito dal buio, Roy non accetterà più la mentalità chiusa dei suoi amici e familiari rimasti nell'ombra, né riuscirà a convincerli a vivere nella luce della consapevolezza.
Se la vita fosse illusione? Se tutto ciò che ci circonda fosse solo il frutto della nostra fantasia o di quella di un essere superiore (Dio?) che ci controlla e ci domina? Difficile, dal di dentro, rendersene conto. E difficile uscirne. Anche qui, ci potrebbe affidare ad un illuminato (profeta?), ma combattere contro chi ha il pieno dominio di noi non è affar semplice.
Come non citare, in una playlist sul rapporto tra fantascienza e filosofia, Arancia Meccanica! Il tema su cui riflettere è, in questo caso, il rapporto fra stato e cittadino. Lo stato sembra essere un male necessario: necessario perché, almeno in apparenza, tenta di porre un freno alle malefatte di Alex e dei suoi drughi, male perché alla fine il rimedio si rivelerà una soluzione peggiore del problema che tenta di risolvere. Non riusciamo a sconfiggere i nostri nemici? Bene, arruoliamoli! Son passati 40 anni, sembra ieri...
L'uomo e la tecnologia, l'uomo e la scienza: quali limiti è giusto porre? Lo sviluppo è sempre qualcosa di positivo? E se un giorno le macchine ci sfuggissero di mano e finissero per schiavizzarci? In un certo senso, è qualcosa che accade quotidianamente: immaginate che, tutto d'un tratto, elettricità, petrolio e quant'altro si esauriscano. Cosa riusciremo a fare, noi, con la nostra sola intelligenza? Probabilmente contrinueremo a comportarci come "lupi per l'altro uomo"...
Con Donatas Banionis, Natalia Bondarciuk, Jüri Järvet, Anatolij Solonicyn
Il passato, il sogno, l'inconscio sono "istanze" che ci accompagnano per tutta la vita, ci sono accanto anche quando non ce ne rendiamo conto e, inevitabilmente, ci influenzano. Se, dunque, le nostre azioni sono condizionate da qualcosa che concreto (nel senso di tangibile) non è, cosa è realtà e cosa non lo è? Qual è il confine tra sogno e veglia? Abbiamo il dominio di noi o l'IO e l'ES si spartiscono le nostre scelte al 50%?
Un classico della fantascienza per tutti, un film apparentemente semplice, ma in realtà molto complesso. Per una volta, gli alieni non sono nemici da combattere, ma amici da accogliere e da cui imparare. L'uomo, però, ha perso la sua innocenza in nome di non si sa cosa. Solo l'animo puro e incontaminato del fanciullino riconosce la verità...
oltre il buio,oltre la montagna, verso la luna.. è lì la filosofia della fantascenza,il senso del tutto.. :)
comunque prima che in E.T la prima volta che vengono rappresentati gli alieni non come nemici è proprio in INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO. un saluto!
Non mi convince molto questa playlist ...ma non capisco...cosa centra "Arancia meccanica"???
Forse "SOLO" per la visione futurista di quello che accadra' piu' in la'...anche nei nostri tempi attuali??!!
saluti!
Le chiavi di lettura "filosofiche" di Arancia Meccanica sono molteplici e, a parer mio, tutte interessanti, per questo motivo ho pensato di inserirlo in questa play. A tal proposito, e per spiegare meglio ciò che intendevo, cito quanto scritto da Ezio Alberione nel libercolo dedicato a Stanley Kubrick e commercializzato tempo fa dalla rivista "Ciak": "Lo spunto [per la sceneggiatura del film] viene da un libro: il romanzo pubblicato nel 1962 da Anthony Burgess, uno scrittore di formazione cattolica che conosceva l'antica diatriba tra Pelagio, sostenitore della libertà e della volontà personali, e Agostino, assertore della necessità della grazia per redimere l'uomo peccatore. Nella parabola del malvagio Alex rieducato a forza, prende corpo il contrasto tra libertà (di fare il male) e coercizione (a fin di bene). Burgess lo spiega al Los Angeles Times nel 1972 «Doveva essere una sorta di manifesto, addirittura una predica, sull'importanza di poter scegliere. Il mio eroe, o antieroe, Alex, è veramente malvagio, a un livello forse inconcepibile, ma la sua cattiveria non è il prodotto di un condizionamento teorico o sociale, è una sua impresa personale, in cui si è imbarcato in piena lucidità. Alex è cattivo, e non solo traviato, dunque in una società organizzata in modo corretto azioni crudeli come le sue devono essere punite. Però la sua cattiveria è umana: negli atti aggressivi possiamo riconoscere potenzialità presenti in noi, che per il cittadino non criminale si concretizzano nella guerra, nell'iniquità sociale, nella cattiveria che si esercita in famiglia, nei sogni che si coltivano nel proprio cantuccio. Alex rappresenta l'umanità in tre modi: è aggressivo, ama la bellezza, si serve del linguaggio». Anche Kubrick è convinto del valore 'esemplare' della storia. «Deve essere chiaro [...] che è sbagliato trasformare anche i peggiori criminali in vegetali, altrimenti si cadrebbe nella stessa trappola logica dei vecchi western hollywoodiani contro il linciaggio che vanificano sempre il proprio assunto mostrando il linciaggio di un innocente. Naturalmente nessuno metterà in dubbio il fatto che non si debba linciare un innocente, ma saranno d'accordo sul fatto che è altrettanto sbagliato linciare un colpevole, fosse anche qualcuno colpevole di un crimine orribile?».".
Bella playlist. Da appassionato del genere non posso che concordare con te. Del resto la fantascienza letteraria nasce come allegoria, si scriveva di luoghi immaginari per proporre critche e riflessioni sulla realtà sociale e politica. L'esempio classico è il "Somnium" di Keplero, ma pensiamo anche alla "Nuova Atlantide" di Bacone o ai "Viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift. Un saluto
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io ci avri messo dentro alien ..l'uomo e l' orrore l' uomo e lo sconosciuto....
oltre il buio,oltre la montagna, verso la luna.. è lì la filosofia della fantascenza,il senso del tutto.. :)
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Non mi convince molto questa playlist ...ma non capisco...cosa centra "Arancia meccanica"???
Forse "SOLO" per la visione futurista di quello che accadra' piu' in la'...anche nei nostri tempi attuali??!!
saluti!
Le chiavi di lettura "filosofiche" di Arancia Meccanica sono molteplici e, a parer mio, tutte interessanti, per questo motivo ho pensato di inserirlo in questa play. A tal proposito, e per spiegare meglio ciò che intendevo, cito quanto scritto da Ezio Alberione nel libercolo dedicato a Stanley Kubrick e commercializzato tempo fa dalla rivista "Ciak": "Lo spunto [per la sceneggiatura del film] viene da un libro: il romanzo pubblicato nel 1962 da Anthony Burgess, uno scrittore di formazione cattolica che conosceva l'antica diatriba tra Pelagio, sostenitore della libertà e della volontà personali, e Agostino, assertore della necessità della grazia per redimere l'uomo peccatore. Nella parabola del malvagio Alex rieducato a forza, prende corpo il contrasto tra libertà (di fare il male) e coercizione (a fin di bene). Burgess lo spiega al Los Angeles Times nel 1972 «Doveva essere una sorta di manifesto, addirittura una predica, sull'importanza di poter scegliere. Il mio eroe, o antieroe, Alex, è veramente malvagio, a un livello forse inconcepibile, ma la sua cattiveria non è il prodotto di un condizionamento teorico o sociale, è una sua impresa personale, in cui si è imbarcato in piena lucidità. Alex è cattivo, e non solo traviato, dunque in una società organizzata in modo corretto azioni crudeli come le sue devono essere punite. Però la sua cattiveria è umana: negli atti aggressivi possiamo riconoscere potenzialità presenti in noi, che per il cittadino non criminale si concretizzano nella guerra, nell'iniquità sociale, nella cattiveria che si esercita in famiglia, nei sogni che si coltivano nel proprio cantuccio. Alex rappresenta l'umanità in tre modi: è aggressivo, ama la bellezza, si serve del linguaggio». Anche Kubrick è convinto del valore 'esemplare' della storia. «Deve essere chiaro [...] che è sbagliato trasformare anche i peggiori criminali in vegetali, altrimenti si cadrebbe nella stessa trappola logica dei vecchi western hollywoodiani contro il linciaggio che vanificano sempre il proprio assunto mostrando il linciaggio di un innocente. Naturalmente nessuno metterà in dubbio il fatto che non si debba linciare un innocente, ma saranno d'accordo sul fatto che è altrettanto sbagliato linciare un colpevole, fosse anche qualcuno colpevole di un crimine orribile?».".
Bella playlist. Da appassionato del genere non posso che concordare con te. Del resto la fantascienza letteraria nasce come allegoria, si scriveva di luoghi immaginari per proporre critche e riflessioni sulla realtà sociale e politica. L'esempio classico è il "Somnium" di Keplero, ma pensiamo anche alla "Nuova Atlantide" di Bacone o ai "Viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift. Un saluto
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