Espandi menu
cerca
La differenza tra "amare" e "bene velle"
di VeniceKrystel ultimo aggiornamento
Playlist
creata il 7 film
Segui Playlist Stai seguendo questa playlist.   Non seguire più

L'autore

VeniceKrystel

VeniceKrystel

Iscritto dal 10 novembre 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 23
  • Post -
  • Recensioni -
  • Playlist 29
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
La differenza tra "amare" e "bene velle"

Potrebbe sembrare riduttivo dire “ti voglio bene”. È la classica frase inflazionata da proporre o propinare in ogni circostanza, è normale amministrazione; anche ad un cane si dice “ti voglio bene”. Potrebbe sembrare ovvio dire “ti amo”. È la classica frase inflazionata che tutti prima o poi si aspettano, che tutti (o quasi) vorrebbero sentirsi dire spesso dalla persona amata, ma che molti non riescono a pronunciare. Cosa distingue l’ “amare” dal “semplice” “voler bene”?
 Nel carme 72 di Catullo, La differenza tra “amare” e “bene velle”, c’è una scissione tra “amare” (con i sensi) e “bene velle” (con il cuore). Il poeta ama follemente e violentemente una donna, Clodia, che canta con il nome di Lesbia: “Dicebas quondam solum te nosse Catullum, / Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. / Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, / sed pater ut gnatos diligit et generos. / Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, / multo mi tamen es vilior et levior. / “Qui potis es?” inquis. “Quod amantem iniuria talis / cogit amare magis, sed bene velle minus”; “Non credo alle tue promesse di non voler conoscere altri che me. Ti ho voluto bene come un padre ai figli; ora ti ho conosciuta, e, anche se ardo di passione, mi sei caduta dalla stima. Perché avviene ciò? Perché le tue offese mi costringono a volerti meno bene, anche se i sensi bruciano di passione per te”.
 L’ “amare” che continua mentre il “bene velle” viene meno, sentimenti che raggiungono l’apice nell’Odi et amo: “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. / Nescio, sed fieri sentio et excrucior”; “Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così, e mi tormento”.
Catullo ama e soffre con estrema autenticità, senza studiare psicologicamente i propri sentimenti. Se fosse stato complicato come noi “moderni”, si parlerebbe tranquillamente e ingenuamente di masochismo; “qui”, più “semplicemente”, si parla di amore.
Sarebbe ragionevole “analizzare” i nostri rapporti intimi e (inter)personali, ma perché dobbiamo “analizzare” e “razio(a)nalizzare” anche l’irrazionale? Perché spingerci oltre?
Non serve analizzare e razionalizzare la passione estrema e disperata, né mettersi a fare il calcolo delle probabilità. Cogliamo eventualmente l’attimo, smettiamola di chiederci se ne vale la pena, se questo amore durerà, non durerà, quanto durerà. È tutto inutile, in ogni caso, in un certo senso, finirà…
“Amare” è passione ardente, travolgente, distruttrice. “Voler bene” è l’affetto autentico, puro, ma anche ciò che rimane, quel che resta della passione bruciante, finita o mai esistita.
I comportamenti e gli atteggiamenti di una determinata persona possono costringerci a smettere di provare affetto nei suoi confronti, a non stimarla più come prima, a non “volerle bene”, a volte persino ad odiarla. Ma non possiamo smettere di amarla disperatamente, di desiderarla, di voler possedere il suo corpo e la sua mente; perché il pensiero di non poterne far parte o che solo possa condividerli con qualcun’altra, è lacerante. È una tortura che distrugge, annienta.

Playlist film

Ti è stata utile questa playlist? Utile per Per te?