Il cinema di Luis Bunuel è una spruzzata di intelligenza viva rivolta contro la passiva acquiescenza di uno stato delle cose accettato per abitubine e difeso per opportunità. Gli attacchi più lucidi e feroci all’alta borghesia, ai vizi privati e publiche virtù di un mondo votato alla strenua conservazione di se stesso, non potevano che arrivare dall’"ateo per grazia di Dio", da un apologeta del surrealismo come Luis Bunuel. Con aria sardonica e fare dissacratorio, si comporta come lo studioso che indaga scrupolosamente l’oggetto della sua indagine e si diverte a togliergli la maschera che ha sempre portato, a metterlo nudo davanti al mondo con tutto il suo corollario di ipocrisie. Film come “L’angelo sterminatore”, “Il diario di una cameriera”, “Bella di giorno” , “Il fascino discreto della borghesia”, “Il fantasma della libertà”, sono quanto mai emblematici in tal senso tanto da sembrare dei processi solenni condotti contro esponenti dell’alta società con delle modalità che fanno pensare a una rivincita agognata per molto tempo. L’imprescindibile vena surrealista e l’uso costante della componente onirica danno al cinema di Bunuel la caratteristica fondamentale di negare la realtà nel momento stesso in cui ce la sta mostrando, di cospargerla di segni e simboli per orientare l’analisi critica oltre il contingente rappresentato e di ingannare l’occhio deformante del potere che, pensando solo a ciò che è funzionale ai suoi interessi conservativi, considera ogni azione anticonformista alla stregua di una ribellione contro la sacralità dei suoi rituali canonici. E’ soprattutto l’indole “estetizzante” della borghesia l’oggetto di maggior interesse di Luis Bunuel, quella che connota il suo spirito reazionario, quella che riduce tutto alle formalità comandate, alle buone maniere da tenersi in pubblico, quella che sembra aver assorbito tutte le potenzialità critiche dell’uomo ormai indotto a conformarsi al senso comune più per quieta abitudine che per reale ed intima convinzione. Questo aspetto della sua poetica lo ritroviamo soprattutto negli attacchi rivolti contro le autorità ecclesiastiche. Trovo che Luis Bunuel abbia sempre attaccato ferocemente il mezzo religioso ma mai le finalità propugnate dal Cristianesimo. Al centro della sua disamina sociale c’è sempre stato l'uso demagogico e arbitrario che la Chiesa ha fatto della religione come dimostrano film come “Nazarin”, “Viridiana”, “Simon del deserto”, “La via lattea”, dove Bunuel desacralizza la materia religiosa offrendoci un umanità disumanizzata dalla miseria e dall’ignoranza, del tutto incapace di riconoscere il bene disinteressato che gli viene offerto e di affrancarsi dai ricatti della superstizione, dove dissacra i suoi orpelli formali per evidenziare l’ipocrita tendenza a perpetuare nel tempo una religiosità di tipo formale, affatto spirituale, tanto praticata convenzionalmente perchè acriticamente accettata, quanto socialmente inutile e nociva perchè non intimamente sentita. Luis Bunuel usa la ferrea logica dell'assurdo per minare le certezze consolidate dell'ordine costituito. Un patrimonio da conservare.
Un rasoio taglia l'occhio di una donna. Lo sguargo non sarà più lo stesso, può contenere anche altro oltre la materia sesibile. Il cinema apre le porte al surrealismo.
"ragazzi affettuosi e male amati / assassini adolescenti assassinati (Jaques Prèvert). Bunuel fissa l’assoluta mancanza di alternative legali per questi figli della violenza senza scadere nell’improduttiva commiserazione dell’emarginato sociale. Coglie la ferocia che anestetizza la ricerca d’amore senza essere moralista. La violenza è del mondo.
Padre Nazario è istintivamente votato al sacrificio, sempre pronto a concedersi amorevolmente all'altro e a donare quel poco che possiede a chi ha meno di lui. Ma le sue buone azioni gli si rivoltono sempre contro. La parabola "cristologica" di uomo per un altro mondo.
Con Silvia Pinal, Enrique Rambal, Jacqueline Andère, Claudio Brook
In streaming su Cultpix
Si azzera la volontà di agire a persone che l'hanno sempre potuta imporre agli altri e li si scaglia l'uno contro l'altro aprendo crepe nel loro corporativismo massonico. La morale borghese è sotto processo.
Con Claudio Brook, Silvia Pinal, Hortensia Santovena, Jésus Fernández
L'inascoltato misticismo di un monaco stilita. Tra blasfemia e senso molto profondo della religione. Tra la forma "estetizzante" e la sostanza della carne umana.
Le azioni di sei rispettabili borghesi rimangono sempre in sospeso, non giungono mai a compimento. L'indole parassitaria sopravvivive alla loro stessa improduttività sociale.
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